L’ Iran ha reagito ad una risoluzione approvata dall’ organo direttivo dell’ agenzia dell’ Onu che gli chiedeva di fermare immediatamente i lavori per la messa in funzione del suo secondo sito per l’ arricchimento, quello di Fordo, vicino alla città di Qom, annunciando la costruzione di dieci nuovi siti per l’ arricchimento dell’ uranio, possibile innalzamento del livello di arricchimento dal 3,5 al 20 per cento e minaccia di ridurre la cooperazione con l’ Agenzia internazionale per l’ energia atomica (Aiea) per il controllo dei suoi siti.
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Estero. Obama in Oriente. Incontro con Hatoyama: “Un’ alleanza da rinnovare”
Dopo 50 anni, il premier nipponico, Yukio Hatoyama, e il presidente americano, Barack Obama, nel corso di un colloquio a Tokyo hanno riaffermato l’ importanza dei legami tra Giappone e
Estero. Il quotidiano britannico The Guardian prevede un vertice senza l’ Italia
L’ Italia fuori dal G8, dentro la Spagna. Ipotizzava ieri il quotidiano britannico The Guardian. In un articolo intitolato “All’ interno del G8 crescono le voci di un’ espulsione dell’ Italia, perché i piani del summit sono caduti nel caos, e viene sostituita dalla Spagna che ha un più alto reddito pro capite” riportando anche alcune affermazioni di alti funzionari occidentali, secondo i quali “il G8 è un club, con la sua quota partecipativa da pagare. L’ Italia non lo sta facendo”.
Secondo la fonte citata “gli italiani – nell’ organizzazione del summit – sono stati terribili. Non ci sono né metodi né programmi”. Il giornale scrive che, negli ultimi giorni, in assenza di iniziative concrete in agenda, gli Usa hanno preso il controllo della situazione, organizzando una teleconferenza tra gli sherpa, in un ultimo disperato tentativo di inserire degli obiettivi nel summit.
Un analista della New York University, Richard Gowan, citato dal giornale, critica duramente la presidenza di Silvio Berlusconi: “Gli italiani non hanno idee e hanno deciso che la cosa migliore è propagandare un’ agenda molto sintetica per nascondere il fatto che non hanno realmente un’ agenda”.
Nelle ultime settimane che hanno preceduto il vertice, l’ assenza di qualsiasi sostanziale iniziativa nell’ agenda ha indotto gli Stati uniti a prendere il controllo della situazione. È stata Washington – scrive il Guardian – ad organizzare gli sherpa calls, gli incontri fra esperti, un tentativo estremo di dare qualche finalità al G8.
Incontro Silvio Berlusconi – Barack Obama ieri a Washington: vertice su G8
Un incontro “strumentale” all’ appuntamento con il G8 dell’ Aquila, un’ occasione per parlare dello scenario politico internazionale, ma anche dei rapporti tra Italia e Stati Uniti. Silvio Berlusconi, arrivato in nottata a Washington, ieri è stato alla Casa Bianca per il suo primo bilaterale con il presidente americano Barack Obama.
Priorità nell’ incontro tra Berlusconi e Obama soprattutto al G8, del quale l’ Italia quest’anno ha la presidenza. Il premier ha più volte sottolineato la necessità che il vertice dei Grandi dia il via a nuove regole dell’ economia e della finanza mondiale e suo obiettivo sarà certamente quello di incassare il consenso del capo americano sulla proposta di varare un Global legal standard, ossia un codice di regole per il mercato che eviti il ripetersi della crisi. Ma tra i temi dell’ incontro anche i cambiamenti climatici, l’ emergenza idrica e alimentare e il nodo sanitario, vista la diffusione delle recenti pandemie.
Economia, ma anche politica estera internazionale. Silvio Berlusconi ha pubblicamente elogiato le posizioni prese da Barack Obama sin dal suo insediamento, affermando che «finora non ha sbagliato una mossa e definendo bellissimo il discorso pronunciato all’ Università del Cairo. Nel colloquio, si sono presi in considerazione alcuni scenari internazionali particolarmente caldi come Afghanistan, Iran, Medioriente e Libano.
Berlusconi è pronto a rinnovare l’ impegno diplomatico e militare e a dare anche garanzia di un rafforzamento della presenza italiana, come accadrà in occasione delle prossime elezioni afghane. Tuttavia, sul tema dell’ aumento delle truppe due giorni fa il ministro della difesa La Russa puntualizzava: “Non abbiamo ancora avuto nessuna richiesta in tal senso”. Tra i temi in discussione anche il rapporto tra Usa e Russia: il Cavaliere da tempo spiega che l’ Italia è pronta a mettere a disposizione i suoi buoni rapporti con Mosca per evitare il ritorno ad un clima di guerra fredda.
Estero. Washington: incontro di Barack Obama e il leader dell’ Anp, Abu Mazen
“Basta violenze contro lo Stato ebraico. Ma stop all’ espansione in Cisgiordania”. Il presidente Usa rilancia l’ avvertimento degli Stati Uniti a Israele perché interrompa l’ espansione degli insediamenti in Cisgiordania, ma nello stesso tempo ammonisce i palestinesi a non tollerare alcun ricorso alla violenza. In un incontro alla Casa Bianca con il presidente dell’ Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, Obama si è detto comunque fiducioso sul futuro del processo di pace e sull’ accettazione da parte di Israele della soluzione dei due Stati.
Il presidente americano ha respinto l’ idea di fissare qualsiasi “calendario artificiale” per il cammino del processo di pace, sottolineando però la necessità di non sprecare tempo. Un’ esigenza ribadita anche da Abu Mazen, che alla Casa Bianca ha ribadito l’ impegno palestinese a rispettare gli obblighi previsti dalla Road Map per il Medio Oriente.
L’ incontro è avvenuto in un periodo di sforzi americani nel tentativo di far ripartire il processo di pace in Medio Oriente, ormai in stallo da mesi, e sullo sfondo di una insolita tensione tra Stati Uniti e Israele. Il colloquio di dieci giorni fa alla Casa Bianca tra Obama e il nuovo premier israeliano Benjamin Netanyahu, il primo tra i due leader, ha mostrato infatti un ampio solco nelle posizioni di Washington e Tel Aviv sulla questione dei due Stati e su quella dello stop agli insediamenti ebraici in Cisgiordania.
Estero. Una richiesta dagli Usa all’ Italia: ospitare due prigionieri tunisini di Guantanamo
Gli Usa considerano “vitale la collaborazione della comunità internazionale” per la chiusura di Guantanamo e hanno chiesto all’ Italia di accogliere due detenuti tunisini del super carcere nella base navale a Cuba. Ma a Roma la decisione non è stata ancora presa, anche se il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che vedrà venerdì prossimo l’ attorney general americano Eric Holder jr. per chiedere chiarimenti in merito, fa sapere che si tratta di una richiesta da “considerare innanzitutto con spirito positivo”.
Ovviamente, ha spiegato il ministro, bisogna valutare “i singoli casi, che non conosciamo, sulla base di un quadro europeo, perché in Europa c’ è un regime di libera circolazione Schengen e quindi non possiamo prendere una persona e imprigionarla”. La posizione italiana – fanno notare fonti vicine al titolare della Farnesina – è infatti quella di esaminare caso per caso sulla base delle regole comuni europee.
La richiesta, che Washington non commenta, sarebbe stata al centro, nelle scorse settimane, di colloqui tra la diplomazia americana e rappresentanti dei ministeri degli Esteri e degli Interni italiani. “L’ assistenza della comunità internazionale è vitale per permettere di chiudere la struttura”, ha spiegato comunque in serata Dean Boyd, portavoce del ministero della Giustizia Usa, sottolineando che gli Stati Uniti continuano a lavorare in stretto contatto con i partner internazionali per ottenere questo obiettivo.
Estero. Obama annuncia nuove norme ai costruttori di auto: meno emissioni gassose nell’ atmosfera. È la rivoluzione verde
Per uno “storico piano per il taglio delle emissioni” è stato sancito un accordo fra il Presidente degli Stati Uniti e il governatore della California Arnold Schwarzenegger. È la vittoria personale di Schwarzenegger nella lotta contro l’ inquinamento.
“Ci guadagnano tutti – ha detto Obama – I consumatori che risparmieranno benzina e soldi da investire nel mercato interno. L’ economia che razionalizzerà l’ uso del petrolio. L’ ambiente. E i produttori, che saranno incentivati a investire in nuove tecnologie creando lavoro”.
“È arrivata l’ ora di mettere fine alla nostra dipendenza dal petrolio, ma per raggiungere l’ obiettivo ci vorranno tempo, voglia e sforzi”. Dice a Washington il presidente Barack Obama nella conferenza stampa in cui ha annunciato nuove misure per produrre e commercializzare in futuro negli Stati Uniti solo autovetture a maggiore risparmio energetico.
L’ amministrazione propone di fissare uno standard nazionale sui consumi e sulle emissioni delle auto, superando così le divergenze esistenti a livello statale, soprattutto con la California, lo Stato che finora ha imposto i limiti più rigidi. Un piano che permetterà di ridurre di 900 milioni di tonnellate le emissioni di gas serra e di risparmiare 1,8 miliardi di barili di greggio entro il 2016.
Estero. Riuniti i leader mondiali al G20 di Londra: polemiche sui paradisi fiscali
Misure concrete contro i paradisi fiscali, limiti comuni per i bonus ai banchieri, aumento delle risorse dell’ Fmi, nuovi meccanismi di sorveglianza sugli hedge fund: questi alcuni dei principali contenuti delle conclusioni del G20 a cui stanno lavorando i leader dei Paesi che, nel loro insieme, rappresentano oltre l’ 80% della ricchezza mondiale. Profonda è la discussione sui paradisi fiscali: in particolare rimane aperta la questione della lista dei Paesi nel mirino. La sua compilazione potrebbe slittare ancora nel tempo mentre a Londra verrebbero definiti solo criteri per la loro identificazione e le future sanzioni.
Il Medio Oriente è divenuto una questione europea
A caso o con precisi obiettivi Washington ha consentito alla decisione di invitare l’ Iran alla conferenza di Trieste, che ha per tema Afghanistan e Pakistan? Il presidente americano Barack Obama dimostra apertamente che la prima preoccupazione degli Stati Uniti saranno gli Stati Uniti stessi. Passata, infatti, l’ era dell’ impero americano, che aveva sostituito il lungo impegno internazionale degli Stati Uniti nella Guerra fredda contro l’ Unione Sovietica. E questo accresce l’ importanza del ruolo degli Stati europei, soprattutto di quelli mediterranei, nel conflitto del Medio Oriente. Essi, però, non hanno la potenza militare americana e quindi devono agire per la via della diplomazia e dell’ economia, impegnandosi, nella guerra contro il terrorismo, a prendere parte a una lotta non solo contro al Qaeda ma contro i talebani in Afghanistan e in Pakistan, mentre gli Stati Uniti hanno scelto con Obama di non definire più tra i fini della loro politica militare la guerra contro il terrorismo.