Referendum, si vota il 21 e 22 giugno. Le indicazioni del Viminale

 Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8 alle ore 22 della domenica e dalle ore 7 alle ore 15 del lunedì. I tre quesiti abrogativi riguardano la legge elettorale per Camera e Senato.

Domenica 21 giugno e lunedì 22 si svolgeranno le operazioni di voto per tre referendum popolari abrogativi. Lo ricorda il Viminale in una nota, spiegando che le operazioni di voto si svolgeranno contestualmente dalle ore 8 alle ore 22 della domenica e dalle ore 7 alle ore 15 del lunedì. Le operazioni di scrutinio avranno inizio nella stessa giornata di lunedì, al termine delle votazioni e dell’ accertamento del numero dei votanti, procedendo subito allo scrutinio delle schede referendarie.

I tre quesiti chiedono se abrogare alcune disposizioni dei testi unici per le elezioni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Su ogni scheda referendaria vengono riportati il numero del referendum, la denominazione ed il quesito così come approvati dall’ Ufficio centrale per il referendum. Ciascun elettore ha diritto di esprimere il voto tracciando con la matita copiativa un segno sul riquadro corrispondente alla risposta da lui prescelta: Sì o No. Il ministero dell’ Interno ricorda che gli elettori, per poter esercitare il diritto di voto presso gli uffici elettorali di sezione nelle cui liste risultano iscritti, dovranno esibire, oltre ad un valido documento di riconoscimento, la tessera elettorale.

Per il Referendum 1 (scheda di colore viola), sull’ elezione della Camera dei Deputati, il quesito propone di abrogare la possibilità di collegamento tra liste e l’ attribuzione alla coalizione di liste più votata del premio di maggioranza nazionale. Alla Camera dei Deputati, in caso di vittoria del Sì, il premio di maggioranza verrebbe attribuito alla lista singola, non più alla coalizione di liste, che ottiene il maggior numero di voti validi nelle circoscrizioni del territorio nazionale.

Il presidente della Camera boccia la norma contenuta nel ddl sicurezza: “Pone problemi di costituzionalità”

 Una lettera di due pagine al ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, inviata alla vigilia del ponte del primo maggio. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, il 30 aprile, si è rivolto al titolare del Viminale per segnalare eventuali “problemi di costituzionalità” di una norma, contenuta nel ddl sicurezza, che di fatto impedirebbe l’ iscrizione alla scuola dell’ obbligo dei bambini stranieri, se figli di genitori clandestini. Il ddl sicurezza, dunque, torna a smuovere il centrodestra e, dopo ronde e medici, la norma contesta, questa volta è quella ribattezzata dall’ opposizione dei “presidi – spia”.

“A prescindere dal giudizio su tale eventualità (a mio avviso negativo) che appartiene al dibattito politico, ti faccio presente – si legge nella lettera inviata dal presidente della Camera al ministro dell’ Interno – che si porrebbero problemi di costituzionalità e che da un attento esame della principale legislazione europea in materia di istruzione degli stranieri, non si evince alcuna normativa volta a discriminare l’ esercizio del diritto allo studio da parte di minori stranieri”.

La norma oggetto dell’ attenzione del presidente della Camera è il primo comma, lettera f, dell’ articolo 45 del disegno di legge che sarà di nuovo all’ esame dell’assemblea di Montecitorio. “Ti faccio presente – si legge ancora nella lettera – che la disposizione se, da un lato consente agli stranieri, anche se privi di permesso di soggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie” previste dal testo unico sull’ immigrazione, dall’ altro, “pone a questi ultimi dei limiti in ordine all’ accesso ai pubblici servizi, anche nel caso in cui i medesimi servizi rivestano carattere essenziale”.

Decreto sicurezza: sì alle ronde

 Torna l’ ipotesi delle ronde, che sembrava tramontata e si delinea l’ aumento degli organici delle forze dell’ ordine (potrebbero essere 2.000 in più). Con una scelta in questa direzione si rafforzerebbe il pugno di ferro contro gli stupratori, prevedendo l’ ergastolo per chi uccide la vittima dopo la violenza sessuale. Queste le novità della bozza di decreto legge sulla sicurezza che il Governo intende approvare al prossimo Consiglio dei ministri di venerdì. Dopo lo stop, infatti, si è tornati a parlare di ronde nel decreto legge anti-stupri che sarà approvato venerdì prossimo, ma con una nuova formulazione, che evidenzia il ruolo di sindaci e prefetti. Il testo, cui lavora in primis il Viminale, insieme ai ministeri della Giustizia e delle Pari opportunità, è comunque ancora suscettibile di cambiamenti e la messa a punto proseguirà nei prossimi giorni. Per quanto riguarda l’ aumento degli organici delle forze dell’ ordine, questi non sarebbero propriamente nuovi assunti, ma volontari in ferma breve o prefissata che sono risultati idonei nei concorsi degli anni scorsi.

Da lunedì 14 aprile alle ore 14.30 aperta al Viminale la sala stampa per la diffusione dei dati elettorali

 L’ufficio stampa del ministero dell’Interno comunica che, in occasione delle prossime elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, verrà allestita al Viminale una sala stampa dove il servizio elettorale del ministero dell’Interno farà confluire tutti i dati.

La sala stampa sarà aperta dalle ore 14.30 di lunedì 14 aprile per la diffusione dei risultati elettorali.

Nella giornata di domenica 13 aprile gli unici dati disponibili, riferiti all’affluenza alle urne delle ore 12.00, 19.00 e 22.00, saranno comunicati dall’ufficio stampa del ministero dell’Interno e consultabili sui siti www.interno.it; www.politiche2008.interno.it e www.amministrative2008.interno.it
Per l’accesso dei giornalisti alla sala stampa, le testate giornalistiche dovranno richiedere l’accredito, nonché l’eventuale contrassegno per l’accesso al parcheggio nell’area Viminale.

Fini: Una follia rinviare il voto

Per Gianfranco Fini l’ipotesi che il Viminale rinvii la data del voto dopo il ricorso del Dc Giuseppe Pizza “è una follia”, perché significherebbe “non dare al paese un governo

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