News. La Finanziaria blocca il Cinque per Mille. Legambiente: “Un paradosso”

 Legambiente: “E’ paradossale: così si penalizzano cittadini, associazioni di volontariato e ricerca”.

“Siamo al paradosso: invece di essere stabilizzato il Cinque per Mille sparisce, danneggiando pesantemente le associazioni e frustrando i buoni propositi di tutti quei cittadini che avevano visto in questo strumento un mezzo utile per sostenere pezzi importanti del volontariato sociale e della ricerca, perennemente a corto di finanziamenti“.

Sacconi e Tremonti danno l’ ok a 290 prepensionamenti (per 20 mln di euro) nel corso del 2009

 I ministri Sacconi e Tremonti, con il decreto 24 / 7 / 2009 pubblicato in Gazzetta Ufficiale, hanno dato l’ ok al prepensionamento, nel corso del 2009, di 290 giornalisti in base all’ articolo 37 della legge 416 / 1981. Lo Stato spenderà 20 milioni di euro. Se ne serviranno di più, i maggiori oneri cadranno sugli editori. Potranno andare in prepensionamento i giornalisti con 58 anni di età e almeno 18 anni di contributi (ai quali l’ Inpgi ne aggiungerà altri 5).

Questo il testo del decreto:
Decreto del 24 / 07 / 2009. Individuazione del numero di unità ammissibili al beneficio del pensionamento anticipato, per i giornalisti dipendenti da aziende in CIGS. (Decreto n. 46775). (09A10117). Pubblicato su: G.U. n. 195 del 24 / 08 / 2009.

Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di concerto con il ministro dell’ Economia e delle Finanze

Visto l’ art. 37 della legge 5 agosto 1981, n. 416, recante Disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l’ editoria;

Visto, in particolare, il comma 1, lettera b), dell’ art. 37 di cui al capoverso precedente, come da ultimo modificato ed integrato dall’ art. 7 – ter, comma 17, del decreto – legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, con il quale è stata prevista la facoltà, entro sessanta giorni dall’ ammissione al trattamento di CIGS, ovvero, nel periodo di godimento del trattamento medesimo, entro sessanta giorni dal maturare delle condizioni di anzianità contributiva richiesta, per i seguenti trattamenti:

“per i giornalisti professionisti iscritti all’ INPGI, dipendenti dalle imprese editrici di giornali quotidiani, di giornali periodici e di agenzie di stampa a diffusione nazionale, limitatamente al numero di unità ammesso dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell’ economia e delle finanze, a seguito di accordi recepiti in sede di Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, sulla base delle risorse finanziarie disponibili e per i soli casi di ristrutturazione o riorganizzazione in presenza di crisi aziendale: anticipata liquidazione della pensione di vecchiaia al cinquantottesimo anno di età, nei casi in cui siano stati maturati almeno diciotto anni di anzianità contributiva, con integrazione a carico dell’ INPGI medesimo del requisito contributivo previsto dal secondo comma dell’ art. 4 del regolamento adottato dall’ INPGI e approvato con decreto interministeriale 24 luglio 1995”;

Tremonti: “Il sistema economico italiano tiene. L’ Italia non è in declino”

 Il sistema economico italiano va anche meglio rispetto ad altri paesi europei. Questo indica che la scelta di fiducia e prudenza fatta dal governo ha portato buoni risultati. Il ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, nel corso della replica in Senato sul Dpef, torna a criticare i teorici del declinismo e sottolinea che l’ Italia ha retto bene l’ urto della crisi.

Ieri mattina la Camera ha votato sì alla risoluzione Pdl – Lega, presentata identica sia alla Camera che al Senato, che impegna il governo ad attuare il Dpef e fissa i saldi della Finanziaria. La risoluzione di maggioranza è stata approvata con soli 10 voti in più della maggioranza richiesta ed appena 21 di scarto dall’ opposizione. I sì sono stati 254 contro la maggioranza richiesta di 244 e a fronte dei 344 deputati di Pdl e Lega che contano a Montecitorio. I voti contrari al Dpef dell’ opposizione sono stati 233: solo 21 in meno di quelli a favore.

Michele Vietti, capogruppo vicario Udc alla Camera dei Deputati, punta il dito: “Evidentemente le crepe politiche tra partito del Nord e partito del Sud stanno minando la granitica autosufficienza del Governo. Così è chiaro perché il decreto Anticrisi non tornerà ad agosto alla Camera”.

Per il Pd il Dpef testimonia l’ assoluto disastro a cui la scellerata gestione del governo Berlusconi ha portato il Paese. Anna Finocchiaro, Presidente dei senatori del Pd, afferma: “Basta guardare lo stato dei conti pubblici e il costante aumento della pressione fiscale, i saldi tutti negativi, una spesa pubblica assolutamente fuori controllo”. “Nel Dpef non ci sono proposte di alcun genere relativamente alle riforme essenziali per il Paese” rincara Alfonso Mascitelli, capogruppo dell’ Italia dei Valori in Commissione Bilancio al Senato.

Silvio Berlusconi impone una tregua per il Piano Sud

 “Viviamo un divario profondo nel Paese e la svolta che chiediamo ancora non la vedo, sebbene molti ne parlino”. Il dossier Sud è ancora aperto, almeno per il presidente della Regione Sicilia Lombardo. E il leader Mpa prosegue nella sua azione di pressing sul governo: “La svolta? Il presidente del Consiglio se l’ è intestata, ha dato rassicurazioni e, come dire, non vedo l’ ora di prendere atto di questa svolta virtuosa”.

Intanto è iniziato a Palazzo Grazioli il vertice di governo che dovrà cominciare a definire i contorni del Piano per il Sud annunciato la scorsa settimana dal presidente del Consiglio Berlusconi. Nella residenza romana del premier sono presenti il ministro dell’ Economia, Tremonti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e i ministri degli Affari regionali Fitto, dello Sviluppo economico Scajola, delle Infrastrutture Matteoli oltre al ministro della Giustizia, il siciliano Angelino Alfano. Assente invece il ministro dell’ Ambiente, anche lei siciliana, Stefania Prestigiacomo perché pare che nessuno l’ abbia invitata.

Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: “Bene le misure prese, ma ora servono risposte su aiuti fiscali e liberalizzazioni”

 Qualche segnale di miglioramento c’ è, ma la crisi globale non è ancora terminata e quindi non si deve abbassare la guardia. Anzi, il governo deve intraprendere la strada delle riforme. È questo il monito lanciato ieri dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, interpellata dai giornalisti al suo arrivo all’ assemblea annuale dell’ Unione Industriale Torino.

“Effettivamente qualche piccolo segnale c’ è, soprattutto in Cina. Qualcosa si intravvede negli Usa e qualcosa in termini di fiducia dei consumatori. Ma non bisogna abbassare la guardia. L’ emergenza non è affatto finita, ha detto, aggiungendo poi che oggi il vero tema è quello della capitalizzazione delle imprese. Anzi richiamo che soprattutto le pmi più piccole, fragili e meno capitalizzate possano chiudere, possano morire”. Si tratta, ha poi spiegato la presidente degli industriali, di circa un terzo del totale.

“Siamo ancora in emergenza ed è fondamentale stare vicino alle imprese. Dovremmo tutti lavorare per fare un grande fondo di investimento privato, ma anche con fondi pubblici, che investa nel capitale delle imprese e chiediamo anche che ci sia un aiuto fiscale a quegli imprenditori che decidono di aumentare il capitale delle loro imprese. La capitalizzazione – ha concluso Marcegaglia – è il vero tema, è fondamentale per sostenere le imprese”.

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