Cernobbio. Meeting dell’ economia Ambrosetti. Denuncia del Presidente di Assoedilizia

 Partecipando al meeting Ambrosetti dell’ economia, che si tiene a Cernobbio, il presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici, denuncia le iniquità e la antieconomicità della fiscalità immobiliare. La fiscalità immobiliare distorta rovina i bilanci delle piccole imprese e degli investitori del risparmio negli immobili.

“Non è accettabile che lo Stato italiano, di fronte alle legittime richieste dei
proprietari immobiliari rappresentate da Assoedilizia che ha, nel corso degli ultimi mesi, denunciato le iniquità della fiscalità del settore, continui a fare orecchi da mercante.

Questo atteggiamento dello Stato, improntato alla massima del chi ha avuto ha avuto , non va affatto bene. A noi, lo Stato mercante non piace. A noi piace lo Stato dispensatore di giustizia e di equità, responsabile delle sorti dei propri amministrati, non il furbetto.

Ebbene, come si fa a tollerare che si debbano pagare le imposte sul reddito anche quando questo non c’ è più ? O che lo Stato presuma un reddito sulla base di un parametro fissato arbitrariamente dallo stesso, con riferimento ad un valore immobiliare stabilito peraltro unilateralmente e di fatto insindacabilmente sempre dallo Stato stesso?

Alludiamo da un lato all’ obbligo fiscale del proprietario dell’ immobile di pagare l’ Irpef sui canoni di locazione commerciale anche se il conduttore è insolvente; senza che sia previsto alcun meccanismo di credito fiscale. La Corte Costituzionale ha lanciato un monito in proposito, ma né il legislatore, né le interpretazioni ministeriali lo hanno recepito.

D’ altro lato pensiamo alla verifica di congruità dei canoni della locazione, sulla base del 10 % del valore catastale capitalizzato: verifica che apre la strada agli accertamenti. Ebbene, i canoni, per via della crisi economica, diminuiscono: ma i valori catastali, spinti al rialzo dai Comuni alla disperata ricerca di incrementi del gettito ICI, continuano ad aumentare. E la congruità è sempre più lontana.

Il ministro Brunetta: pensioni, la soluzione è vicina

 La riforma delle pensioni, con un innalzamento graduale fino a 65 anni dell’ età pensionabile per le donne, sembra ormai in dirittura d’ arrivo. A fare chiarezza sul tema è stato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. “Nell’ arco di qualche settimana – ha puntualizzato Brunetta – l’ Italia troverà un percorso per la soluzione sulle pensioni delle donne nel pubblico impiego e sarà con tutta probabilità un adeguamento flessibile e progressivo nell’ arco di un decennio”. Con questa soluzione Brunetta punta ad andare incontro in modo morbido alla sentenza della Corte di Giustizia Ue, secondo cui l’ Italia deve innalzare l’ età pensionabile delle donne nel pubblico impiego a 65 anni. Brunetta cerca la soluzione più equa possibile, visto che, dice il ministro, “la donna è già discriminata sul posto di lavoro, viene discriminata se fa un figlio, fa meno carriera e più lavori. Per tutta ricompensa viene mandata prima in pensione, con un assegno più basso e le si chiede di curare i genitori anziani o assistere i nipoti”.

Umberto Bossi mette i paletti agli aiuti alle banche

 Perfetta sintonia sulle banche tra il ministro delle Riforme e il responsabile dell’ Economia. Bossi è d’ accordo per gli aiuti a condizione che servano alle imprese. Anche per Tremonti è necessario un sistema di controllo: “Non salveremo i banchieri falliti, ma le famiglie”, dice. Intanto è in programma per mercoledì prossimo l’ incontro tra il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, e i prefetti per l’ istituzione degli Osservatori periferici per il controllo del credito. “Lo Stato incoraggia e tutela il risparmio, disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. Tremonti cita testualmente l’ articolo 47 della Costituzione, parlando a proposito del provvedimento per l’ istituzione dei bond patrimoniali a favore delle banche.

Tagli al Quirinale. secondo anno consecutivo di “risparmi”

 Diminuzione delle uscite per beni e servizi, ma anche riduzione complessiva delle retribuzioni del personale. Questo il programma. Nel 2009, il Quirinale costerà allo stato italiano circa sei milioni (6.133.000 euro) in meno rispetto al 2008. È il dato principale della Nota illustrativa del bilancio di previsione dell’ amministrazione della Presidenza della Repubblica per il 2009 presentata ieri dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra. L’ unico comparto che registra un incremento della spesa è quello pensionistico, con un aumento pari al 2,59 per cento, dovuto ai pensionamenti previsti per il 2009: conseguenza obbligata della normativa, comune agli organi costituzionali, che pone gli oneri pensionistici a carico dei rispettivi bilanci.

preload imagepreload image