Estero. Oslo: Obama ha ritirato ieri il Nobel per la Pace

 Il presidente americano Barack Obama, nell’ accettare il premio Nobel per la Pace, ha ribadito spesso il concetto di una pace giusta che talvolta deve essere difesa anche con le armi, perché “gli strumenti della guerra hanno un ruolo nel preservare la pace”, a condizione però che i conflitti rispettino certe regole di condotta. “Gli Stati Uniti, ad esempio, non hanno mai combattuto contro una democrazia2, ha detto.

Politiche agricole. Italia – Usa: eccellente lo stato dei rapporti i due Paesi

 L’ incontro con l’ Ambasciatore statunitense David Hoadley Thorne è stato proficuo. Infatti si è dimostrato molto sensibile ai problemi dell’ agricoltura e vicino alle nostre posizioni soprattutto in tema di tipicità e biologico. Un incontro, svoltosi in un clima cordiale e collaborativo, durante il quale si è discusso delle relazioni tra Stati Uniti e Italia.

La nostra è una collaborazione proficua e costruttiva che conferma l’ eccellente stato delle relazioni fra i nostri due Paesi. Abbiamo parlato dei molti temi che ci stanno a cuore, dalle esportazioni dei vini all’ agricoltura di qualità, fino alla mia recente visita ufficiale negli USA.

Stati Uniti. Cresciuto il prodotto interno lordo. Il presidente Barack Obama: “Le misure hanno funzionato”

 Finisce finalmente per il Paese la peggior recessione dagli anni ’30: il prodotto interno lordo Usa è cresciuto nel terzo trimestre. Ma l’ economia è ancora fragile e l’ occupazione ancora ad alto rischio.

Il dipartimento del Commercio ha rilevato un aumento del 3,5% del Pil per il terzo trimestre. Un dato che ha messo fine a quattro trimestri di contrazione consecutivi, una serie negativa che non si verificava dal 1947. Ma gli americani sono ancora prudenti per vari motivi: il Pil è cresciuto soprattutto grazie alle misure pubbliche di sostegno, i dati sull’ occupazione sono ancora negativi, l’ accesso al credito è ancora molto difficile per i consumatori e per le aziende.

Il presidente Barack Obama è cautamente ottimista, perché “l’ indicazione che questa recessione si sta dissipando e che le misure che abbiamo preso hanno fatto la differenza, ma abbiamo ancora una lunga strada davanti a noi prima di rimettere in piedi completamente la nostra economia e di riprenderci da quello che è stato il declino più lungo e più profondo dai tempi della Grande Depressione“.

“Il parametro che utilizzo per misurare la forza della nostra economia non è solamente se il Pil è cresciuto o meno – ha avvertito il presidente -, ma anche se si stanno creando posti di lavoro, se le famiglie riescono meglio a pagare i conti, se le nostre aziende stanno assumendo e vanno bene». Nel trimestre le spese pubbliche hanno avuto un forte impatto sull’ economia. Il governo federale le ha aumentate del 7,9%, dopo il rialzo dell’ 11,4% del precedente trimestre.

Estero. Addio a Edward Kennedy, patriarca della politica Usa

 È morto all’ età di 77 anni Edward Kennedy, ultimo dei fratelli della famiglia che ha segnato la politica e la storia degli Stati Uniti. Il senatore del Massachusetts era da tempo malato. Nel maggio del 2008 gli era stato diagnosticato un tumore al cervello, a giugno era stato operato. Era poi tornato alla vita politica: aveva partecipato in agosto alla convention democratica, aveva ripreso l’ attività a Capitol Hill e in gennaio aveva presenziato all’ insediamento di Barack Obama.

Da giorni si rincorrevano voci circa un drastico peggioramento delle sue condizioni, alimentate anche dalla sua assenza al funerale della sorella Eunice Shriver Kennedy, celebrato due settimane fa. Kennedy aveva inoltre scritto una disperata lettera ai vertici del Massachusetts chiedendo di essere sostituito nel suo ruolo di senatore il prima possibile, senza aspettare l’ elezione suppletiva necessaria per legge. Il senatore, infaticabile sostenitore di Obama, temeva infatti che la sua assenza nuocesse al partito al momento di votare la tanto discussa riforma sanitaria.

Ad annunciare la sua morte è stata la famiglia con un comunicato diffuso nella tarda serata di ieri, ora americana. “Edward M. Kennedy, il marito, il padre, il nonno e lo zio che abbiamo amato così profondamente, è morto ieri sera nella casa di Hyannis Port – si legge nel comunicato – Abbiamo perso il centro insostituibile della nostra famiglia e la luce gioiosa delle nostre vite, ma l’ ispirazione della sua fede, l’ ottimismo e la perseveranza vivranno per sempre nei nostri cuori”.

La famiglia “ringrazia tutti quelli che lo hanno curato e sostenuto in quest’ ultimo anno e tutti quelli che sono stati al suo fianco per così tanti anni nella sua instancabile marcia verso la giustizia, l’ equità e le opportunità per tutti. Ha amato il suo Paese – conclude il comunicato – e ha dedicato la sua vita a servirlo. Ha sempre creduto che i nostri giorni migliori sono quelli davanti a noi, ma è difficile immaginarne senza di lui”.

Estero. Incontro Dimitri Medvedev e Barack Obama: intesa Usa – Russia per il disarmo nucleare

 Prove di disgelo tra Russia e Stati Uniti. Ricevendo Barack Obama al Cremlino, il presidente russo Dmitri Medvedev ha auspicato che il summit possa aprire una nuova pagina nella storia della relazioni bilaterali e ha sottolineato che c’ è la possibilità di prendere decisioni importanti ed essenziali su tutti i temi in agenda. E la conferma è arrivata dall’ annuncio che è stato trovato un accordo per la dichiarazione congiunta sul disarmo nucleare con cui i due leader si impegneranno in vista della scadenza del trattato Start, a dicembre.

Il presidente americano si è detto sicuro che si potranno raggiungere straordinari progressi. “Su tutte le questioni, come sicurezza, economia, energia, tutela dell’ ambiente, tra Usa e Russia ci sono molte più cose in comune rispetto a quelle che ci dividono, ha assicurato Obama. Si potrà avanzare nella direzione tracciata a Londra, al G20 di aprile sulla crisi mondiale, ha insistito il presidente e, se ci impegneremo e lavoreremo sodo nei prossimi giorni, penso che raggiungeremo straordinari progressi”.

Vicenza. Proteste contro il meeting internazionale dell’ Aquila: il movimento “No Dal Molin” in fermento

 A quattro giorni dal G8, sabato Vicenza ha vissuto quelle che diversi collettivi “no global” hanno definito le prove generali delle proteste contro il meeting internazionale dell’ Aquila. Nella città dove ha sede la base militare statunitense “Dal Molin” della 173esima Brigata Aerotrasportata, nel giorno in cui gli Usa festeggiano l’ Indipendence Day si svolgerà una manifestazione nazionale organizzata dal movimento locale antagonista “No Dal Molin” che con diverse altre associazioni manifesta contro gli Stati Uniti e contro il governo italiano che ha dato in concessione l’ area.

Già lo scorso 6 giugno un gruppo di No Dal Molin aveva organizzato un blitz nel cantiere dove sorgeranno le palazzine per i militari, piantando simbolicamente nel terreno una bandiera del movimento: Vogliamo piantare migliaia di bandiere, per ribadire che quel territorio è di chi lo vive, spiegano ora i No Dal Molin, quell’ area è dei vicentini, vogliamo dire a Obama che l’ amministrazione USA non può permettersi di sottrarcela.

Secondo i manifestanti l’ iniziativa vuole far notare le enormi contraddizioni tra le parole di Obama e l’ atteggiamento arrogante che l’ amministrazione a stelle e strisce tiene a Vicenza: Obama, infatti, ha più volte parlato di partecipazione popolare e democrazia, ma a Vicenza gli statunitensi hanno preteso che il proprio progetto andasse avanti senza il consenso dell’ amministrazione comunale e della cittadinanza, a cui è stato impedito di esprimersi.

Estero. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad: “Obama come Bush”

 Ahmadinejad ha invitato ieri il presidente statunitense Barack Obama a non interferire nelle questioni interne della Repubblica Islamica. È quanto riporta l’ emittente televisiva del Qatar ‘al Jazeerà. Le dichiarazioni di Ahmadinejad arrivano dopo la notizia di ieri secondo cui Obama ha scritto all’ ayatollah Ali Khamenei, leader supremo dell’ Iran, prima delle elezioni presidenziali del 12 giugno scorso, chiedendo un miglioramento delle relazioni tra Iran e Stati Uniti. Due giorni fa, inoltre, il presidente americano ha espresso una dura condanna per la repressione attuata dal governo iraniano contro i manifestanti che protestano per i risultati del voto.

Intanto, il grand’ ayatollah Hossein Montazeri, il più importante leader religioso dissidente dell’ Iran, ha avvertito che la repressione delle proteste può portare alla caduta del regime iraniano.”Se gli iraniani non possono parlare dei loro legittimi diritti in riunioni pacifiche che vengono invece soppresse, ci saranno complicazioni che potrebbero sradicare le fondamenta del governo, per quanto potente”, ha dichiarato Montazeri in un comunicato diffuso dalla città santa di Qom.

Montazeri ha invocato l’ istituzione di una commissione imparziale per risolvere la peggior crisi in 30 anni di storia della repubblica islamica. Montazeri, 87 anni, aveva proclamato tre giorni di lutto nazionale per le vittime delle proteste. A suo tempo fu indicato come il favorito alla successione di Ruhollah Khomeini, ma cadde in disgrazia per aver criticato le esecuzioni capitali dopo il rovesciamento dello Scià, nel 1979. È stato in prigione dal 1997 all’ inizio del 2003 per aver denunciato l’ eccessiva concentrazione di potere nelle mani della Guida suprema, l’ ayatollah Ali Khamenei.

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