I decreti “salva-banche” hanno cominciato il loro percorso per l’approvazione in Parlamento. Intanto, il Governo sta decidendo ulteriori modifiche all’apparato del “nuovo” intervento pubblico nel settore bancario e finanziario a cui hanno aperto la strada, sulla scia della crisi, le recenti decisioni europee e internazionali. Le motivazioni che stanno alla base di un intervento pubblico di urgenza per evitare fallimenti, o situazioni di difficoltà, di istituti bancari sono condivisibili, e hanno a che fare con la natura pubblica del risparmio, non a caso tutelato dalla Costituzione.
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Draghi: Stagnazione fino al 2009. Le banche siano più attente alle famiglie
Non è rosea la previsione di Mario Draghi sulla durata della crisi economica che investe l’Italia. Per il governatore di Bankitalia, intervenuto durante la 84° Giornata mondiale del Risparmio, “la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del prossimo anno».
Draghi promuove le misure anticrisi e chiede una risposta forte al sistema, soprattutto sul piano della politica economica. La premessa da cui parte è che “sulla base dell’evoluzione della domanda mondiale oggi prevista dai principali organismi internazionali, la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del prossimo anno”.
Sarà dunque necessaria una pronta reazione da parte del il sistema bancario e del governo italiano. “Occorre innanzitutto evitare che la crisi si traduca in una severa contrazione dei flussi di credito all’economia reale; in secondo luogo, è necessario attivare efficaci politiche di sostegno che contrastino le tendenze recessive in atto”.
Le proposte del Pd sui decreti per contrastare la crisi finanziaria
Il Pd ha già annunciato il pacchetto emendativo su cui si batterà in Parlamento affinché la politica economica del nostro paese intervenga sulle più grandi emergenze che la crisi finanziaria sta trasmettendo all’economia reale: detrazioni fiscali per le famiglie, a partire dalle tredicesime di dicembre; estensione dei meccanismi di protezione sociale a sostegno delle persone che rischiano la perdita del lavoro; estensione dei meccanismi di garanzia del credito per le piccole e medie imprese; una nuova politica delle infrastrutture di livello europeo, finanziata dal bilancio dell’Unione con l’emissione di eurobond.
Ma il Pd ha elaborato precise proposte e appositi emendamenti anche sui meccanismi introdotti nei decreti che permettono, sulla scorta di decisioni europee, l’intervento dello Stato nell’azionariato delle banche e nel mercato inter-bancario.