L’Associazione Nazionale Magistrati proclama lo stato di agitazione

1. L’Associazione Nazionale Magistrati ribadisce il suo impegno per una intransigente difesa dei principi costituzionali posti a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza dei magistrati giudicanti e del pubblico ministero. Tra questi in particolare: l’unità dell’ordine giudiziario, composizione e competenze del Consiglio Superiore della Magistratura.

2. Abbiamo indicato la necessità di un impegno comune per interventi che restituiscano efficacia e funzionalità alla giurisdizione, fornendo il nostro contributo attraverso la elaborazione di proposte concrete, con l’esclusivo obiettivo di una efficace tutela dei diritti dei cittadini, attuata, secondo la promessa costituzionale, in tempi ragionevoli.

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La norma che sospende i processi per reati puniti con meno di dieci anni di reclusione viola l’articolo 111 della Costituzione e cioè il principio della ragionevole durata. Lo sottolinea la bozza di parere che è stata presentata ieri alla sesta commissione del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno dei magistrati, dai relatori Livio Pepino e Fabio Roia.

Il testo parla esplicitamente di «mancato rispetto del principio della ragionevole durata dei processi», da cui «discenderanno crescenti richieste risarcitorie» in applicazione della legge Pinto. Ma i relatori avvertono anche che la norma «oltre a ledere in modo assai grave gli interessi e le aspettative delle parti offese, può violare anche diritti dell’imputato».

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 La norma salva-premier fa parte degli emendamenti presentati dalla maggioranza al decreto sicurezza. Alla fine le indiscrezioni riportate dalla stampa sono state puntualmente confermate. I processi per reati commessi “fino al 30 giugno 2002” e puniti con pene detentive inferiori ai 10 anni, in corso di svolgimento e compresi tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento in primo grado “sono sospesi” per un anno.

Questo il “cuore” dei due emendamenti al Dl sicurezza presentati dai relatori Carlo Vizzini e Filippo Berselli. Emendamenti che prendono il nome di norma “salva-premier”. In buona sostanza essi fissano il limite di dieci anni di pena detentiva e la data del 31/06/2002 come discriminante per la sospensione dei processi in corso. Ciò significa che tutti i processi relativi ai casi in oggetto “vengono sospesi per un anno”, salvo, secondo chi ha letto l’emendamento, che “non sia l’imputato a chiedere al presidente del tribunale che il suo processo non venga sospeso”.

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