Gruppo PdL: Sulla Commissione di Vigilanza accuse paradossali, il problema è loro

 I presidenti e i vicepresidenti del Pdl al Senato e alla Camera, Gasparri, Quagliariello, Cicchitto e Bocchino, in una nota congiunta hanno dichiarato: “Meravigliano alcune dichiarazioni di esponenti del Partito Democratico. Alla commissione di Vigilanza Rai, il capogruppo del Pdl al Senato in commissione, Alessio Butti, ha parlato in modo molto chiaro. Ha confermato la nostra disponibilita’ a sostenere un’intesa che porti all’elezione a presidente della Vigilanza del senatore Zavoli. Ma cio’ sara’ ovviamente possibile solo se ve ne saranno le condizioni. Non c’e’ nessuna norma che possa condurre alla sostituzione di un presidente contro la volonta’ dello stesso. Abbiamo espresso rispetto per il senso di responsabilita’ del senatore Villari che ha consentito di sbloccare una situazione ferma da troppo tempo. Tutto e’ stato detto, come sempre, alla luce del sole, confermando disponibilita’ ad intese ma non certo ad atti che offenderebbero il rispetto che tutti devono alle istituzioni dello Stato.

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Il PD, con Villari presidente, non parteciperà ai lavori della Vigilanza Rai

Riccardo Villari, eletto presidente della Commissione di Vigilanza Rai con i voti del Pdl, ha deciso di non dimettersi dal suo incarico. Non sono bastate le raccomandazioni da parte del PD né la convergenza degli schieramenti politici sul nome di Sergio Zavoli. Duro il giudizio di Veltroni: “una vicenda pazzesca come talvolta accade nella politica italiana”. In serata arriva l’espulsione dal gruppo parlamentare.

La vicenda Villari sta acquisendo sempre più i caratteri di una farsa. Veltroni ha chiarito la posizione la posizione del Partito Democratico sulle mancate dimissioni da parte del neo presidente della commissione: “Villari – ha affermato Veltroni – è stato eletto con i voti della maggioranza in un posto che spettava all’opposizione. Giovedì aveva detto che non avrebbe fatto nulla contro il partito, poi a me ha detto che si sarebbe dimesso e ancora dopo ha detto che si sarebbe dimesso dopo che si trovava un’intesa sul nome. Una vicenda pazzesca, come talvolta accade nella politica italiana”.

Vigilanza Rai, Villari sfida il Pd: Stimo Zavoli ma resto qui

 Riccardo Villari non si dimette da presidente della commissione di Vigilanza Rai. «Ho un obbligo da rispettare e intendo portarlo avanti» ha spiegato. Dopo giorni di tira e molla, insomma, è arrivato l’atteso strappo tra il senatore Pd e il suo partito (che nel frattempo, tramontata l’ipotesi Orlando per la presidenza della Vigilanza, aveva trovato l’accordo con il Pdl sul nome di Sergio Zavoli). Lo stesso Pd ha annunciato che non parteciperà ai lavori della Commissione finché Villari non rassegnerà le dimissioni (a questo punto sarebbe a rischio la nomina del presidente della Rai per la quale in Vigilanza servono i due terzi dei voti dei commissari). Non solo: fonti del Pd assicurano di essere pronti a «espellerlo dal partito».

PRESIDENTE LEGITTIMO – «Ho deciso di mantenere il ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza che mi è stato affidato col voto di parlamentari che hanno svolto legittimamente la loro funzione» afferma Villari, chiedendo «rispettosamente a tutti i colleghi della Commissione di compiere un atto di coraggio e di permettere a questo organo di garanzia di svolgere il suo delicato e impegnativo lavoro». Villari chiede anche «alla politica dei partiti di fare un passo indietro», e precisa che, pur avendo «la massima stima e considerazione per il senatore Zavoli», si sente a sua volta «un esponente e un uomo del Partito Democratico, e sottolineo democratico, e per questo so che il valore delle istituzioni precede il peso delle segreterie».

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