News. Sicurezza sul lavoro, arriva la patente a punti

 Patente a punti per le imprese edili, rimodulazione delle sanzioni per proporzionarle al rischio di impresa, potenziamento degli organismi paritetici e riscrittura della contestata norma “salva manager”. Sono queste le principali novità introdotte dal decreto correttivo al Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri.

La patente a punti inizierà ad operare nel settore edile per mezzo dell’ istituzione di una patente, che serve a verificare l’ idoneità tecnico – professionale delle imprese o dei lavoratori autonomi edili, la quale verrà valutata tenendo conto di vari elementi: l’ effettuazione delle attività di formazione, ad esempio, e l’ assenza di sanzioni da parte degli organi di vigilanza.

Lo strumento opererà – in sede di qualificazione dell’ impresa – mediante l’ attribuzione iniziale ad ogni azienda o lavoratore autonomo edile di un punteggio che ne misuri l’ idoneità. In caso di azzeramento sarà impossibile per l’ impresa o il lavoratore autonomo operare nel settore.

Il correttivo messo a punto dal ministero del Lavoro ribadisce l’ assoluta e inderogabile necessità per ogni impresa di valutare tutti i rischi per la salute e sicurezza dei propri lavoratori, ma semplifica la procedura per dare prova della data del medesimo documento. Inoltre le correzioni del governo prevedono l’ integrazione tra le attività del servizio sanitario nazionale e dell’ Inail finalizzate all’ assistenza ed alla riabilitazione dei lavoratori vittime di infortuni in modo da garantirne il migliore e più rapido recupero dell’ integrità psicofisica e della capacità lavorativa.

Lavoro, firmato il decreto sicurezza

 Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Le nuove norme, valevoli per 30 giorni, dovranno poi affrontare il normale iter parlamentare per essere convertite in legge.

Il provvedimento, discusso e approvato lo scorso 6 marzo, incide significativamente sulla normativa vigente: amplia l’applicazione delle disposizioni in materia di salute e sicurezza per tutti i lavoratori, rafforza il coordinamento delle attività di vigilanza e finanzia azioni promozionali e campagne sul tema della sicurezza sul lavoro.

Dichiarazione del Presidente di Confindustria Montezemolo sulla Sicurezza

 “Il provvedimento punta tutto e solo su un inasprimento delle sanzioni, senza niente di attivo, nuovo, come supporto alla formazione e prevenzione, unica strada per ridurre davvero i rischi. L’Inail ha 1,5 miliardi di euro l’anno che sono soldi delle imprese e che noi, insieme al sindacato, abbiamo chiesto di utilizzare per programmi diffusi, concreti, nelle imprese per la sicurezza. Ci è stato detto di no.

Scontro Governo-Confindustria sui provvedimenti per la sicurezza sul lavoro

 L’assurda morte dei cinque lavoratori di Molfetta non poteva non riaccendere lo scontro sul decreto legge sulla sicurezza del lavoro. Secondo Romano Prodi giovedì il Consiglio dei ministri varerà il nuovo Testo Unico. La decisione è slittata anche a causa dello scontro in atto con la Confindustria sul delicato capitolo delle sanzioni. L’inasprimento delle pene, dice il direttore generale Maurizio Beretta, è ingiustificato.

“Sul capitolo delle sanzioni ci sono state delle resistenze da parte di Confindustria”, ha detto il ministro Cesare Damiano dice poco prima di incontrare le parti sociali proprio per sciogliere questo nodo. Fino a due anni in cella. Questo è il massimo che potrebbe rischiare un imprenditore con le nuove regole. Troppo per gli industriali: “Ma c’è ancora tempo – riconosce Beretta – e speriamo che prevalga la voglia di costruire qualcosa di davvero utile alla sicurezza”.

La trattativa è in corso: ministro del Lavoro, della Giustizia, della Salute e parti sociali sono all’opera e quindi non è escluso che si possa arrivare a una mediazione accettabile e accettata da tutti i protagonisti. Ma gli industriali sembrano isolati. Andare avanti, senza ‘se e senza ma’, non è solo la posizione della sinistra dell’ex Unione: anche Cei dalle pagine di Avvenire avverte che il tempo è scaduto. La nuova legislazione va approvata in fretta, anche “a costo di qualche forzatura – afferma il giornale cattolico in un editoriale in prima pagina – e di un possibile eccesso nell’impianto sanzionatorio, come teme la Confindustria”.

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