Sulla vicenda dei crocifissi nelle scuole Berlusconi attacca l’ Ue

 “Una decisione inaccettabile per gli italiani, che fa dubitare del buon senso dell’ Europa, dice il premier Silvio Berlusconi, il quale interviene sulla vicenda dei crocifissi nelle scuole all’ indomani della decisione della Corte Europea, bocciando senza appello la sentenza della Corte di Strasburgo. Apprezzato il Governo per il ricorso presentato a Strasburgo. Il segretario di Stato Vaticano, Cardinal Tarcisio Bertone, ha parlato di deplorazione, ma anche di delusione. “Per un’ Europa del terzo millennio che ci lascia solo le zucche delle feste come Halloween e ci toglie i simboli più cari come il crocifisso, simbolo di amore universale, non di esclusione ma di accoglienza”.

La Santa Sede non può e non vuole interferire con le decisioni della Corte di Strasburgo, ha poi spiegato il Cardinale, ma certo apprezza il tempestivo ricorso del governo. “Ora – ha detto – dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede”. Berlusconi sottolinea che la sentenza è assolutamente inaccettabile. Ed ha aggiunto che: “l’ Italia sia un paese in cui il cristianesimo è la sua stessa storia, lo sappiamo da sempre, si tratta di una di quelle decisioni che ci fanno dubitare del buon senso dell’ Europa».

Sulla vicenda si è espressa, sempre sul fronte del Governo, anche Maria Stella Gelmini, ministro dell’ Istruzione, che ha ribadito come la sentenza sia un atto grave e rappresenti un messaggio sbagliato soprattutto per i giovani. Nei confronti della Corte di Strasburgo sono severi anche il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, il ministro della Difesa La Russa, il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi: Il crocifisso non si toccherà mai e poi mai da nessun luogo, laico e non, della nostra Italia.

Il Papa in Israele: “Combattere l’ antisemitismo dovunque si trovi”

 “Sfortunatamente l’ antisemitismo continua a sollevare la sua ripugnante testa in molte parti del mondo e ciò è inaccettabile”, lo ha affermato il Pontefice appena arrivato in Israele, in un discorso all’ aeroporto Ben Gurion. Il Papa chiede di fare “ogni sforzo per combattere l’ antisemitismo dovunque si trovi, e per promuovere il rispetto e la stima verso gli appartenenti ad ogni popolo, razza, lingua e nazione in tutto il mondo”.

“Tragicamente – ha detto il Papa – il popolo ebraico ha sperimentato le terribili conseguenze di ideologie che negano la fondamentale dignità di ogni persona umana. È giusto e conveniente che durante la mia permanenza in Israele io abbia l’ opportunità di onorare la memoria dei 6 milioni di ebrei vittime della Shoah, e di pregare affinché l’ umanità non abbia mai più ad essere testimone di un crimine di simile enormità”.

Qui Papa Ratzinger ha inserito le sue parole di condanne dell’ antisemitismo. In un passaggio precedente del discorso all’ aeroporto il Papa ha rilevato che la Santa Sede e lo stato di Israele condividono molti valori, prima fra tutti l’ impegno di riservare alla religione il suo legittimo posto nella vita della società.

Giuste relazioni sociali, ha commentato, presuppongono ed esigono “il rispetto per la libertà e la dignità di ogni essere umano, che cristiani, musulmani ed ebrei credono ugualmente essere creato da Dio… Quando la dimensione religiosa della persona umana viene negata o posta ai margini, viene messo in pericolo il fondamento stesso di una corretta comprensione dei diritti umani inalienabili”.

La Santa Sede non si allinea alle critiche contro Berlusconi

 Sul pubblico di Vespa, Berlusconi ha fatto colpo. Sostengono i suoi sondaggi (Euromedia Research) che 70 spettatori su 100 hanno gradito lo show contro Veronica, ammaliate in particolare le signore sopra una certa età. L’ Ipr, altro istituto, registra una fiducia nel premier stabile ai soliti livelli stratosferici (66 per cento, 75 secondo Euromedia). Se nelle prossime ore non matura qualche nuova sorpresa, il Cavaliere può pensare di averla scapolata.

Difatti già comincia a scherzarci su, con battute sulla Finlandia e sulle finlandesi: le ama molto, precisa ammiccante, purché abbiano più di 18 anni. Porta con sé le tre candidate donna a una cena di imprenditori, onde dimostrare che non sono veline. È sicuro di avere reagito alle accuse della moglie con una certa classe. E visto che l’ autodifesa pare funzioni in patria, si confessa pure con l’ emittente France 2. Però la notizia più gradita non gli giunge d’ Oltralpe, bensì da Oltretevere.

Tramite i soliti canali riservati che fanno perno su Letta, Gentiluomo del Papa, la Curia vaticana manda al capo del governo messaggi rassicuranti. Bertone, cardinale e segretario di Stato, si limita a suggerire prudenza, come peraltro già aveva fatto l’ «Avvenire» (organo della Cei), meglio sospendere i ping pong polemici con la signora Lario che generano imbarazzo.

Viceversa, sul secondo divorzio del premier la Santa Sede non ha nulla da ridire. Anzi. Dal punto di vista religioso, la lite coniugale sana una condizione di peccato grave, quasi di scandalo (per il diritto canonico Berlusconi è ancora sposato con Carla Dall’ Oglio). Insomma: il paradosso è che, rompendo l’ unione con Veronica da cui ha avuto tre figli, il premier verrà riammesso ai sacramenti, come da tempo anelava.

Voglia di ricucitura tra istituzioni e gerarchie vaticane

 C’ è una gran voglia di ricucire, fra i vertici dello Stato. Il tentativo di ridimensionare le tensioni istituzionali sul caso di Eluana Englaro ieri è diventato esplicito: fra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi; e fra il Quirinale e la Santa Sede. È emersa una volontà comune di diplomatizzare lo strappo consumatosi con la morte della donna in coma da diciassette anni. Il primo segnale è arrivato martedì, nel colloquio al Quirinale fra il presidente della Repubblica ed il premier, accompagnato dal sottosegretario a palazzo Chigi, Gianni Letta. La nomina di Paolo Grossi come giudice costituzionale ha rappresentato un primo gesto di concordia ritrovata. Ma non solo con Berlusconi. La scelta di Grossi, stimato anche in Vaticano, viene letta come un indizio di tregua: sebbene preparata da tempo. E ieri è arrivato il secondo passo, in una cornice che favoriva e quasi obbligava alla concordia: la cerimonia per l’ 80˚ dei Patti lateranensi. Poteva rivelarsi un’ occasione di imbarazzo; invece, è servita a ridurre le distanze e limitare i malintesi.

Stupri: il governo dice stop

 Il governo, dopo la tragica serie di stupri a Roma, Bologna e Milano, pensa alle necessarie misure. L’ esecutivo lavora a un decreto per fronteggiare l’ emergenza, anticipando le misure già contenute dal ddl sicurezza approvato pochi giorni fa dal Senato. Fra le norme in esame, l’ impossibilità di concedere i domiciliari a chi si è macchiato di violenza sessuale e squadre di cittadini disarmati al servizio dei sindaci per controllare il territorio.

La strategia dell’ esecutivo
Dal Viminale trapela l’ intenzione di intervenire immediatamente, già dal prossimo consiglio dei ministri. Lo stesso ministro dell’ Interno Roberto Maroni comunica al sindaco capitolino Gianni Alemanno la strategia dell’ esecutivo. Nel decreto dovrebbe essere previsto l’ aumento dell’ organico della Polizia (compatibilmente con le esigenze di bilancio), il gratuito patrocinio per le vittime di stupri e la possibilità per i sindaci di utilizzare cittadini non armati per il controllo del territorio. Dovrebbe essere prevista inoltre per gli autori di violenza sessuale anche una stretta sulla certezza della pena, oltre all’ impossibilità di concedere gli arresti domiciliari a chi si macchia di violenza sessuale.

Il Vaticano: Famiglia Cristiana non esprime la nostra linea

Il Vaticano prende le distanze da Famiglia Cristiana e dai suoi scontri con il governo. A farsi portavoce della posizione della Santa Sede è padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, secondo cui il settimanale dei Paolini “è una testata importante della realtà cattolica, ma non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana”.

“Le sue posizioni – ha aggiunto Lombardi – sono responsabilità esclusiva della sua direzione”. L’ultimo duro intervento di Famiglia Cristiana contro le scelte dell’esecutivo è di ieri, quando è stato anticipato l’editoriale di Beppe Del Colle in cui si augura che “non sia vero il sospetto” che in Italia sta rinascendo il fascismo “sotto altre forme”. Un commento che ha scatenato la polemica.

Casini (UDC): Berlusconi ora fa il dc, ma vedremo i fatti

 L’intervista del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, a ‘Il Messaggero’

Onorevole Casini, Berlusconi è stato dal Papa. In Parlamento i cattolici non sono molto rappresentati. Lei come vede il rapporto tra governo e Chiesa?
«E’ molto importante questa visita sul piano dei governi. La Repubblica trae dalla presenza della Santa Sede in Italia un grande elemento di ricchezza e di forza. Pensare che il Vaticano, qui da noi, sia un impaccio o un condizionamento, significa avere una considerazione molto provinciale della politica internazionale. Questa è una grande platea per l’Italia, una grande opportunità. Pone Roma al centro delle diplomazie di tutto mondo. Ritengo che il governo debba alimentare questa specialità di rapporto».

Un filo diretto che vi può tagliare fuori?
«La pluralità di opzioni nel mondo cattolico c’è ormai da oltre 30 anni. Credo che la Chiesa abbia, nei confronti di Berlusconi, lo stato d’animo che hanno gli italiani: stanchi di lotte fratricide. Hanno dato una delega a Berlusconi, poi valuteranno sulle soluzioni che darà ai problemi».

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Berlusconi a Benedetto XVI: La famiglia tra le priorità dell’azione del governo

Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato oggi ricevuto in Vaticano da Sua Santità Papa Benedetto XVI. Al termine dell’udienza con il Santo Padre, il Presidente del Consiglio ha avuto un incontro con il Segretario di Stato, Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone.
Ad entrambi i colloqui, lunghi e cordialissimi, il Presidente del Consiglio è stato accompagnato dal Sottosegretario Gianni Letta.

Sono stati affrontati i principali temi dell’attualità internazionale, la situazione in Libano, l’andamento del processo di pace in Medio Oriente ed i rapporti con la Russia e con la Cina, registrando ampie identità di vedute. Un’attenzione particolare è stata dedicata al tema dell’emergenza alimentare.

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