Il senatore Carlo Vizzini, presidente della Commissione Affari Costituzionali, che ha analizzato circa seicento emendamenti al disegno di legge di conversione, ha spiegato che gli emendamenti sono stati giudicati inammissibili a causa della mancanza dei requisiti di necessità e urgenza e dell’ assenza di omogeneità con le materie trattate dal Dl Milleproroghe. Nessuna misura, quindi, per l’ aumento delle cubature e per il condono edilizio potrà essere accolta nel Decreto legge “Milleproroghe”.
sanatoria
Sanatoria. Non solo per le badanti, ma anche per altre categorie?
Oltre a colf e badanti, altre categorie di lavoratori, immigrati clandestini, vanno messe in regola per far fronte alle carenze di personale di specifici settori sociali e produttivi. E per rispondere così alle esigenze di un’ economia che cerca di uscire dalla crisi. Un esempio? Gli infermieri. Lo ha proposto Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico, provocando la secca reazione della Lega.
“Ora basta, dice Roberto Calderoli. Il Carroccio ha sopportato malvolentieri la crociata cattolica a favore di badanti e colf, ma la sua pazienza è al limite. Nel Pdl emerge una divisione trasversale, persino ai vecchi partiti. Se infatti Adolfo Urso, ex An e vice di Scajola, si schiera al fianco del suo ministro, Maurizio Gasparri (anche lui ex An) va giù durissimo: la proposta del responsabile dello Sviluppo economico non esiste”. Secondo il capogruppo al Senato, “ulteriori regolarizzazioni per clandestini non sarebbero approvate e anche le procedure previste per colf e badanti dovranno essere sottoposte a severi controlli per stroncare inganni”.
Scajola ribatte. “È giusto intervenire per sanare le situazioni più delicate, che non hanno nulla a che fare con la criminalità, come le badanti. E forse anche altre categorie di lavoratori, dice al Corriere della Sera. Non ho proposto sanatorie per altre categorie oltre a badanti e colf ma, tenendo conto dello scenario, ho prospettato l’ ipotesi che nelle sedi idonee si possa rendere necessario considerare altri interventi, ad esempio per coprire la carenza di personale infermieristico o di altri profili professionali necessari per le nostre imprese”.
Maroni: Operativo dal 4 agosto il ‘Piano d’impiego del personale delle Forze Armate’
«Domani riunirò il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, quindi mi incontrerò con il ministro La Russa per firmare il decreto che destina 3 mila militari nelle città, da lunedì 4 agosto». E’ stato lo stesso ministro dell’Interno Roberto Maroni, ad annunciare, nel corso della sua visita a Brescia, che domani alle 11 al Viminale sarà firmato il decreto per l’adozione del “Piano d’impiego del personale delle Forze Armate”, previsto dal Decreto legge n. 92/2008 approvato giovedì scorso.
Maroni, che si è recato a Brescia per la firma del Patto per la Sicurezza, in mattinata era stato in questura a Milano, dove aveva incontrato il capo della polizia, il prefetto e il questore con i quali aveva discusso proprio le modalità di dislocamento dei militari nel capoluogo lombardo.
«Il patto per la sicurezza di Brescia è una novità federalista» ha dichiararto il ministro dell’Interno, sottolineando che la novità consiste nella facoltà che anche altri comuni della provincia potranno aderire al patto.
Sicurezza: In attesa del decreto Maroni tre linee guida ispirano le proposte del PD
Sicurezza. E’ stata una delle parole chiave della campagna elettorale, una delle principali preoccupazioni degli italiani. E ora è giunto il momento di agire. Questo in sostanza il senso dell’incontro che si terrà in settimana tra il ministro degli Interni, Maroni, ed i colleghi di Giustizia, Esteri, Difesa e delle Politiche comunitarie. Convocati al Viminale Gianni Alemanno e Letizia Moratti. Anche Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell’ANCI verrà probabilmente coinvolto nel giro di colloqui, “perché il mondo delle autonomie locali, i Comuni, i sindaci, sono fondamentali per contrastare ogni forma di illegalità”, ha dichiarato il neo ministro dell’Interno.
Maroni: Nel mio vocabolario non esiste la parola sanatoria
“Nel vocabolario del ministro dell’Interno non esiste la parola sanatoria, esisono le parole “constrasto all’immigrazione clandestina” e “sicurezza per i cittadinì”. Questa la replica del ministro dell’Interno Roberto Maroni rispetto ai dati pubblicati sull’immigrazione clandestina in Italia ed anche alla questione dei 600mila immigrati rimasti fuori dall’ultima regolarizzazione. “Stiamo lavorando, vedremo. Conosco la questione, stiamo valutando. La priorità – osserva l’esponente della Lega Nord – è garantire la maggior sicurezza ai cittadini.