A poche ore dall’ esibizione delle Frecce Tricolori in Libia, per il 40° anniversario della Rivoluzione Verde, quella che doveva essere una dimostrazione di amicizia tra Tripoli e Roma si trasforma in un braccio di ferro. “Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera”, ha spiegato il tenente colonnello Massimo Tammaro, capo della pattuglia acrobatica dell’ Aeronautica militare.
Le autorità libiche avevano chiesto che le Frecce tricolori non rilasciassero alcuna scia, dopo aver inutilmente sollecitato l’ utilizzo di un fumo verde in omaggio alla rivoluzione di Muammar Gheddafi. Tripoli, ha aggiunto l’ ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano, “ritiene che oggi sia la propria Festa nazionale e vorrebbe avere solo il proprio colore, ma la bandiera della pattuglia acrobatica è quella. I punti sono chiarissimi e i nostri piloti sono pronti al decollo”.
Da Roma è arrivato l’ appoggio del governo ai militari italiani: “Frecce con tricolore o non voleranno”, ha avvertito il premier, Silvio Berlusconi. “Le modalità dell’ esibizione della pattuglia italiana – ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiegando di aver parlato con l’ ambasciatore libico a Roma, Hafed Gaddur – sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce Tricolori si sono esibite. Non può peraltro esserci omaggio migliore per la ritrovata amicizia con la Libia della esibizione della nostra pattuglia che ha, nei fumi tricolore, la sua bandiera e il suo messaggio di pace e concordia“.