Altro che convincimenti negativi all’ obbligatorietà del ricorso alla conciliazione – dice Giovanni Pecoraro – presidente dell’ Associazione Nazionale per l’ Arbitrato e la Conciliazione (A.N.P.A.R.), molti di questi pensatori, tutti d’ accordo, fino a pochi mesi fa sull’ istituto della mediazione civile quale mezzo di deflazione del carico giudiziario, oggi pur di difendere “la casta” dicono cose inesatte e non ponderate. I fatti dicono al contrario lo schema del decreto legislativo n. 150 approvato dal Governo il 28 ottobre 2009 e che sta per diventare legge a giorni non può far che bene alla giustizia, ai cittadini, alle istituzioni. È evidente la disattenzione di questi signori alla lettura di quanto pubblicato da Unioncamere e dagli enti pubblici e privati preposti a risolvere controversie attraverso la conciliazione.
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Napolitano, Alfano e il legittimo impedimento: un incontro per chiarire
Molto preoccupato per le voci circolate a proposito della legge definita anti – pentiti, il Presidente Giorgio Napolitano ha appreso con soddisfazione da Alfano che il governo non ha nulla a che farci. Il Presidente lo sapeva già, ma desiderava che il ministro della Giustizia lo confermasse personalmente. L’ incontro di ieri tra il Presidente della Repubblica e il Guardasigilli non è stato, quindi, una formale ritualità, ma l’ occasione per Giorgio Napolitano di chiarire alcune perplessità a proposito del disegno di legge sul legittimo impedimento. Un incontro definito da Angelino Alfano chiara e leale collaborazione.
Scontro tra l’ Associazione Nazionale Magistrati e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano
Causa delle disfida il disegno di legge sul processo breve approvato dal Senato. Giuseppe Cascini, segretario del sindacato delle toghe, ha commentato il provvedimento passato all’ esame della Camera: “È la resa dello Stato di fronte alla criminalità”. Un giudizio che ha provocato la reazione di Alfano: “Sono plateali mistificazioni. Una cosa è che talune affermazioni giungano dall’ opposizione, ben altra cosa è che a pronunciarle siano i rappresentanti della magistratura”.
Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, di comune accordo, archiviano il processo breve
E intanto la legge sul processo breve passerà alla Commissione giustizia della Camera, dove, si dice, subirà delle modifiche, forse senza la norma ad personam, e tornerà in Senato. In sintesi, non se ne farà più nulla. Ovvero la legge già timbrata da un ramo del Parlamento potrebbe venir fuori se Berlusconi dovesse ritrovarsi completamente indifeso, davanti ai giudici milanesi, contro le condanne incombenti. Si dubita tuttavia che Silvio Berlusconi ricorrerebbe a questa escamotage, poiché si renderebbe conto dello sconvolgimento enorme per l’ intero sistema della giustizia. L’ intesa tra Berlusconi e Fini punta sul legittimo impedimento.
Giustizia. È polemica
Mentre al Senato si procede alle votazioni sul disegno di legge che istituisce il processo breve, il Consiglio superiore della magistratura insiste sulle frasi pronunciate da Berlusconi, il quale ha paragonato l’ aggressione di alcuni giudici nei suoi confronti a quella fisica subita un mese fa in piazza Duomo. La prima commissione del Csm ha aperto un fascicolo per accuse rivolte in precedenza da Berlusconi ai magistrati. Il coordinatore Pdl Sandro Bondi definisce l’ intervento del Csm “una vera e propria aberrazione della concezione del diritto e della democrazia e rappresenta una grave intimidazione”.
Riforma Giustizia. Il Pdl accelera: già al Senato il processo breve
Oggi arriva in aula il processo breve. Silvio Berlusconi riunisce a Palazzo Grazioli i vertici del Pdl e tutti i “tecnici” del settore. Priorità: il legittimo impedimento e il ddl sul processo breve com alcuni cambiamenti: la norma sul processo breve potrà essere applicata ai processi in corso, ma solo se riguardano reati indultati o indultabili con pene inferiori nel massimo a 10 anni; se non sono decorsi più di due anni dall’ esercizio dell’ azione penale da parte del Pm (due anni e tre mesi in caso di nuove contestazioni). Cambia anche il tetto fissato per la durata massima del giudizio.
Via libera al legittimo impedimento. Pierluigi Bersani: “Così dialogo impossibile”
“Sarebbe questa la prima mossa del “partito dell’amore”? Andando avanti a testa bassa sui suoi provvedimenti – avverte Bersani commentando il vertice di Palazzo Grazioli – il governo sa bene che mette a repentaglio una discussione di sistema sulle riforme istituzionali, ivi compreso il rapporto tra Parlamento e Magistratura. Non bastano i giochi di parole o le finte benevolenze verso l’ opposizione a nascondere la realtà dei fatti. La nostra disponibilità è quella dichiarata più volte: si sospendano i provvedimenti che governo e maggioranza hanno annunciato e si discuta subito dell’ ammodernamento del nostro sistema”.
Riforme. Pierluigi Bersani apre al dialogo con Berlusconi: “Ma no tsunami di leggi ad personam”
Dopo la pausa natalizia il segretario del Pd precisa: “Noi siamo pronti da domattina a discutere di riforme. Non importa se ci sono le elezioni regionali in primavera, siamo pronti a una discussione anche in presenza della campagna elettorale, ma ad una condizione: se la destra turba queste condizioni invadendo il Parlamento con uno tsunami di provvedimenti che mettono al riparo il premier dai suoi problemi, la destra si assume una responsabilità. Berlusconi deve dimostrare se mette davanti se stesso o i problemi del Paese”.
Evento. Primo salone della giustizia inaugurato a Rimini. Fini: “La fiducia nella magistratura è fondamentale per la democrazia”
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel suo intervento al primo salone della giustizia che si è inaugurato ieri mattina a Rimini, ha ricordato le linee guida di una riforma che ha detto di augurarsi “si possa realizzare in tempi rapidi, perchè solo così la politica potrà dimostrare di saper contrastare quel germe della sfiducia che, ormai da troppo tempo, mina la credibilità delle stesse istituzioni giudiziarie. Se ci riusciremo potremo dire di aver fatto un passo in avanti in direzione di quel buon governo della “cosa pubblica”, senza il quale non c’ è progresso di libertà e di giustizia”.
Riforma della Giustizia. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino: “Valuteremo le proposte di riforma”
Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, prendendo la parola all’ incontro dei capi degli uffici requirenti italiani che si sta svolgendo a Roma, invita a tenere basso, anzi, molto basso