Referendum: rinvio o election day? Bossi: “La legge prevede che elezioni e referendum non si possano abbinare: sarebbe incostituzionale”

 Dopo la burrasca dei giorni scorsi sulla data del referendum, le acque sembrano calmarsi, almeno nella maggioranza, mentre sale l’ ipotesi di un rinvio della consultazione all’ anno prossimo. Ipotesi che Di Pietro e i referendari bocciano, mentre dal Pd si attende una proposta ufficiale. Intanto, dopo le affermazioni del premier, Umberto Bossi spiega: “Io non ho bisogno di mettere Berlusconi con le spalle al muro. I nostri rapporti sono troppo cordiali per cose del genere. A Berlusconi basta chiedere…”.

“Si fanno strumentalizzazioni sulla pelle dei terremotati – prosegue Bossi – non è vero che separare le europee dal referendum costerà 400 milioni in più. Costerà qualcosa, ma molto meno: bisogna dividere almeno per dieci. Inoltre Maroni sta preparando un provvedimento per cui lo spoglio delle schede sarà a costo zero. E comunque la legge prevede che elezioni e referendum non si possano abbinare: sarebbe incostituzionale”.

Fini al Congresso fondativo del Pdl: “Un nuovo partito che discute e si confronta, cercando una sintesi positiva e mai un compromesso al ribasso”

 Gianfranco Fini deve attendere oltre un minuto prima di prendere la parola al congresso del Pdl per il lunghissimo applauso che gli tributa la platea dei delegati quando è chiamato a intervenire. In sala sventolano centinaia di bandiere tricolori a salutare il presidente della Camera e co – fondatore del Pdl. E subito Fini ringrazia Silvio Berlusconi per il suo discorso di venerdì.

Scuola: Slitta il taglio delle classi per il 2009

Le sviste del governo su scuola e università producono i primi effetti. Salta, per il 2009, la chiusura delle scuole con meno di 50 alunni, l’obbligo per le Regioni di presentare il piano entro il 30 novembre 2008 ed il conseguente commissariamento per quelle inadempienti. Tutto rinviato al 2010, ma solo con l’accordo degli enti locali. L’emendamento è stato presentato ieri dal relatore della maggioranza al Senato.

Oggi, in Consiglio dei ministri, il decreto Gelmini sui concorsi universitari: blocco delle assunzioni nei prossimi dodici mesi per gli atenei con i bilanci in rosso, deroga per le università che hanno i conti in regola. Blocco dei concorsi già banditi e nuove regole per la nomina delle commissioni per le cattedre. Si passerà dall’elezione diretta dei quattro commissari al sorteggio.

Scuola, il decreto Gelmini è legge. I parlamentari dell’opposizione in piazza

 Il decreto Gelmini (il 137 del 2008) è legge. Mentre Palazzo Madama resta presidiato da un’imponente presenza delle forze dell’ordine per fronteggiare le manifestazioni degli studenti, il Senato approva con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti il provvedimento che porta il nome del ministro dell’Istruzione e che prevede, tra le altre cose, il ritorno dal 2009-2010 delle classi con il maestro unico nella scuola primaria e il voto in condotta che farà media con quelli conseguiti nelle altre materie (la scheda).

«LA SCUOLA CAMBIA» – «La scuola cambia. Si torna alla scuola della serietà, del merito e dell’educazione» ha detto la Gelmini dopo il sì al decreto, annunciando che entro una settimana metterà mano a un piano che riguarda l’Università.

Trattato europeo: l’Irlanda dice “no”

Dopo le prime indiscrezioni, la certezza: l’Irlanda boccia con il 56% di voti contrari il referendum sul Trattato di Lisbona, versione “alleggerita” della Costituzione europea già respinta nel 2005 da francesi e olandesi.
Il no ha vinto nella maggioranza delle contee.
Il che significa che, mancando l’unanimità, il documento non potrà entrare in vigore nonostante gli altri 26 Paesi dell’Unione europea l’abbiano approvato o si apprestino a farlo.

“Hanno vinto i no – ha dichiarato il ministro irlandese Dermot Ahern “Una vittoria per la democrazia”, ha gioito Declan Ganley, l’uomo d’affari fondatore del gruppo Libertas che ha guidato la campagna contro il Trattato.
“Il popolo irlandese ha mostrato coraggio e saggezza e ha mandato un messaggio forte al primo ministro Brian Cowen, che ora deve andare a Bruxelles e riferire il messaggio degli irlandesi, che vogliono democrazia e responsabilità per l’Ue”.

Trattato di Lisbona, il Cdm lo approva ma la Lega pensa al referendum

Tutti pronti a perdere l’identità nazionale in nome di una Europa unita. Già ma unita a che e a chi? Unica forza parlamentare a porre qualche dubbio la Lega Nord. Intanto il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per la ratifica del Trattato di Lisbona, che modifica il Trattato sull’Unione europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea. Lo riferisce il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli, lasciando Palazzo Chigi al termine della riunione.

«Il mio è stato un sì con riserva – ha commentato Calderoli -. E le riserve sono rispetto alla perdita di sovranità. Ci sono stati notevoli miglioramenti rispetto alla convenzione, ma con il voto di maggioranza c’è una perdita di sovranità notevole. Pensiamo che la consultazione popolare, su questo punto, non possa e non debba essere evitata. Per questo proporremo in sede parlamentare una legge costituzionale ad hoc per consentire il referendum». La Lega è da sempre il più «euroscettico» tra i partiti del centrodestra e anche giovedì nel primo voto alla Camera, quello sui cosiddetti «obblighi comunitari», nella dichiarazione di voto gli esponenti del Carroccio hanno preso le distanze da Bruxelles.
Il voto del governo è di fatto il varo del disegno di legge che dovrà poi essere approvato da Camera e Senato, un percorso che potrebbe arrivare alla meta entro il mese di luglio.