Brunetta: donne in pensione a 65 anni

 Le donne dovranno in futuro andare in pensione a 65 anni. Cominciando da quelle che lavorano per la pubblica amministrazione. Ne è convinto il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che intervenendo a Stresa al Forum della Terza Economia ha spiegato che «è necessario porre al centro dell’agenda politica l’obiettivo della perequazione verso l’alto dell’età pensionabile di maschi e femmine». «Per quanto mi riguarda – ha aggiunto l’esponente del governo – sono datore di lavoro di tre milioni e 650 mila persone e mi applicherò con determinazione al perseguimento di questo obiettivo». Un’uscita, quella del ministro, che ha scatenato molte reazioni, soprattutto dal fronte sindacale. Ma anche la politica ha commentato la proposta. E qualche sorpresa arriva anche dall’interno del Pdl, con il leghista Roberto Calderoli che da ministro alla Semplificazione la semplifica con un gioco di parole: «Brunetto-scherzetto». «Prendiamo come una battuta quella detta sulle pensioni dal ministro Brunetta – ha precisato Calderoli – su un argomento di questa importanza, che avrebbe dovuto essere oggetto di un’approfondita discussione politica all’interno della maggioranza. Discussione approfondita che vi è già stata proprio in occasione dell’ultima riforma previdenziale».

La CISL lancia l’allarme: La crisi mette a rischio quasi un milione di posti di lavoro

Circa 900.000 i posti di lavoro a rischio nei prossimi due anni nell’industria manifatturiera e nelle costruzioni. E’ l’allarme lanciato dalla Cisl nel ”Rapporto industria 2008” presentato oggi a Roma nel quale si riporta anche una “road map” delle aziende e dei lavoratori coinvolti in crisi e ristrutturazioni aziendali. “Questa lista” annuncia il segretario confederale, Gianni Baratta “ha raggiunto il numero di 179.552 lavoratori, contro i 20.000 – 25.000 che si stimavano a giugno, a rischio occupazione”. Un elenco che tuttavia non comprende i lavoratori interinali e con contratto a termine, cui non e’ stato rinnovato il contratto. “Per le aziende -spiega Baratta- ci sono nomi importanti come Fiat, Alitalia, Lucchini, Electrolux, Granarolo, Unilever”. Nel complesso, la Cisl stima che oltre il 5% dell’occupazione industriale sia oggi coinvolta in situazioni di crisi ed il dato tende a crescere. ”Una parte del sistema industriale – si legge nel rapporto, pubblicato integralmente in questo sito nell’area “Primo Piano” – rischia di navigare al limite della linea di galleggiamento, al di sotto della quale si rischia di annegare. Resiste meglio chi ha polmoni finanziari piu’ capaci”.
Di fronte ad una così grave crisi economica, ben fotografata nell’analisi presentata oggi, il segretario generale, Raffaele Bonanni ha ribadito la necessità di un coinvolgimento di tutte le parti: “Serve il concorso di tutti. Il Governo dimostri un maggiore spirito di coesione coinvolgendo anche l’opposizione nella messa a punto di manovre anticrisi. Non servono né chiusure da parte dell’esecutivo né le posizioni della Cgil che dividono il fronte sindacale. Ho notato nel governo- ha detto Bonanni esprimendo preoccupazione per la mancanza di un clima di coesione nazionale che contraddistingue invece gli altri paesi europei – una posizione, analoga alla chiusura della Cgil, nel non ricercare una convergenza spingendosi in inutili fughe. Il dialogo con l’ opposizione è, secondo Bonanni, necessario in particolare su tre grandi temi che potranno, in futuro, costituire la base del rilancio del Paese: infrastrutture, energia pulita ed edilizia scolastica.

Epifani (CGIL): Il vertice separato indetto da Berlusconi un fatto gravissimo

 ‘’Quello che è accaduto ieri sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti’’. Il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani ha commentato così, parlando al direttivo dell’organizzazione, la notizia dell’incontro che sarebbe avvenuto ieri sera a palazzo Grazioli, fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alcuni ministri, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.

‘’Il presidente Berlusconi dimostra così di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue. Sul tema della crisi il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli ‘riservati’ li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l’Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa.

La scuola si ferma: sfida al Governo

«Forse abbiamo sbagliato piazza!» ha esclamato ieri un entusiasta Guglielmo Epifani scorrendo con lo sguardo la moltitudine di persone sotto il palco di piazza del Popolo. Ma forse non ce ne sarebbe stata una abbastanza grande da contenere tutti gli insegnanti, i bidelli, i precari, i segretari, i genitori, gli studenti (di elementari, medie, licei, università) e i tanti altri lavoratori solidali che ieri sono scesi in piazza per contestare le politiche scolastiche del ministro Gelmini.
Circa un milione soltanto a Roma, arrivati da tutta Italia – hanno stimato i sindacati di categoria (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda) che hanno promosso la manifestazione di ieri.

Alitalia: Colaninno alza la voce e pone l’ultimatum ai sindacati

 Colaninno alza la voce da detta il suo ultimatum ai sindacati e pretende risposta e firma giovedì entro le 15,50 di domani perché dieci minuti dopo inizia il consiglio di amministrazione di Cai (Compagnia aerea italiana) che dovrà decidere il futuro di Alitalia. È il termine dato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ai sindacati per accettare il piano di Cai. «Non è un aut aut, ma il tentativo di rilancio dell’impresa», ha chiarito Roberto Colaninno, presidente di Cai. «Senza consenso di tutti, giovedì ritiro la mia offerta. La proposta può essere accettata o no, ma non stiamo comprando un gioiello bensì un’azienda in dissesto. Se si fa l’affare bene, altrimenti amici come prima».

Alitalia, entro poche ore si decide

Il confronto con i sindacati sul piano di salvataggio per Alitalia proseguirà con incontri informali nella mattina di domenica, per poi arrivare alla convocazione di un tavolo formale, attesa per la sera, per una trattativa finale. Lo hanno riferito i sindacati lasciando Palazzo Chigi al termine della ricognizione nella notte da parte del governo per sondare la possibilità di riannodare i fili del negoziato fra sindacati e Cai.
E’ l’annuncio nella notte che la trattativa di fatto si riapre dopo una giornata al cardiopalma, che ha toccato il culmine con la allarmante comunicazione del commissario Augusto Fantozzi: “Potrebbero non darci più le forniture di carburante, ci potrebbero esser voli a rischio già da lunedì”.

Bonanni (CISL) a Maroni: Su voto e diritti di cittadinanza, il Governo apra confronto con parti sociali

 La Cisl sollecita il Governo ed in particolare il Ministro dell’Interno, Maroni, a fissare un incontro con CGIL, CISL e UIL, come richiesto dai sindacati unitariamente, per affrontare subito tutte le questioni legate all’immigrazione. Lo sottolinea in una dichiarazione il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
“E’ giusto affrontare con la dovuta fermezza le questioni della sicurezza nel nostro paese. Ma il tema dell’immigrazione non può essere visto solo dal versante dell’ordine pubblico. L’Italia è stato un paese di emigranti e come tale deve risolvere, con uno spirito solidale, il tema dei diritti di cittadinanza nei confronti degli stranieri che lavorano onestamente e pagano le tasse in Italia. Il Governo deve aprire un confronto con le parti sociali affinché si attuino percorsi per il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali degli immigrati, come il riconoscimento della cittadinanza ai figli nati nel territorio italiano ed il diritto al voto amministrativo, ponendo particolare attenzione al sostegno di progetti nella scuola e nel territorio orientati al superamento delle diversità ed all’eliminazione degli atteggiamenti razzisti che purtroppo quotidianamente si perpetrano nei confronti degli immigrati la cui maggioranza vive e lavora onestamente nel nostro Paese.

Inflazione programmata all’1,7%, no dei sindacati

 “Con un tasso così basso di inflazione programmata, il governo sceglie di tagliare i salari dei lavoratori”. Non poteva essere più esplicito, nell’attacco sferrato al documento di programmazione economica e finanziaria il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, intervenuto durante la giornata conclusiva della festa nazionale della Cisl, svoltasi a Levico Terme. “un salario di 25mila euro perderebbe mille euro nel prossimo biennio. Se al terzo anno dovesse continuare così, si raggiungerebbe una cifra vicina ai 1500 euro”.

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