Il decreto anticrisi riceve il primo ok del Parlamento: sconti alle imprese e scudo fiscale

 Via libera delle commissioni Bilancio e Finanza al decreto legge anticrisi e alle numerose novità introdotte nel corso dei lavori parlamentari. Al momento della votazione il Pd è però insorto e ha abbandonato i lavori. L’ Udc non ha partecipato alle votazioni mentre l’ Mpa ha votato contro.

Fra le misure principali che hanno incassato il primo ok del Parlamento, lo scudo fiscale, la mini riforma delle pensioni con innalzamento dell’ età pensionabile delle donne nel pubblico impiego e le misure in favore del mondo delle imprese. Il testo approda oggi all’ esame dell’Aula di Montecitorio ed è ormai scontato che il Governo decida di porre la questione di fiducia.

Le critiche dell’ opposizione si sono appuntate oltre che sul merito anche sul metodo e in particolare sulla scelta di fare un voto unico su un pacchetto che contiene le proposte emendative che hanno ottenuto parere favorevole dei relatori. Nelle commissioni Bilancio e Finanze insieme alle misure è stato votato anche il mandato al relatore.

Ieri mattina le commissioni hanno dato il via libera a un emendamento sulle compensazioni dei crediti fiscali che aumenta da 10.000 a 15.000 euro annui il tetto degli importi sui quali i contribuenti che intendono utilizzare in compensazione crediti relativi all’ Iva hanno l’ obbligo di richiedere l’ apposizione del visto di conformità. Al di sotto dei 15.00 euro avviene quindi in automatico.

Si continua invece a discutere della norma che regolarizza colf e badanti. Dopo una lunga discussione si sarebbe definitivamente chiarito che la soglia di reddito prevista dal testo per poter avviare le pratiche riguarda esclusivamente chi deve mettere in regola le colf. L’ emendamento, quindi, non dovrebbe cambiare nella sostanza, ma dovrebbero essere apportati soltanto degli aggiustamenti tecnici.

“Cronaca di una morte annunciata”, dice il presidente della Camera Gianfranco Fini, commentando l’ esito del referendum

 Il presidente della Camera legge nel risultato referendario un significato politico assai legato al momento politico attuale: “Sbaglieremmo se dicessimo che oggi non è accaduto nulla, che era tutto prevedibile, spiega Gianfranco Fini. Anzi, la scarsa partecipazione al referendum rappresenta un campanello d’ allarme, un segnale che gli italiani stanno lanciando alle classi dirigenti e che noi dobbiamo cogliere, per mettere in campo le contromisure necessarie per riappassionare gli italiani alla politica”. Di fronte alla dichiarazione, il coordinatore del Pdl Denis Verdini alza le spalle: è solo che “la materia della legge elettorale alla gente interessa poco”.

Il quorum, indispensabile per un quesito abrogativo, non è stato raggiunto, come in molti speravano o temevano e come accade da 14 anni. Mai l’ affluenza è stata così bassa. Per le tre schede da mettere nell’ urna è andata ai seggi una media di poco superiore al 23 per cento di italiani. E poco consola i referendari Mario Segni e Giovanni Guzzetta che, poi, di quella quota insufficiente di italiani oltre l’ 80 per cento si sia orientata per il .

E poiché si trattava di modificare l’ assegnazione del premio di maggioranza, alle liste e non alle coalizioni, il più entusiasta dell’ esito è Pier Ferdinando Casini, gli italiani hanno detto un secco no al bipartitismo.

Naturalmente, difficile che da un esito referendario a così bassa partecipazione si possa trarre come conseguenza una valutazione dei cittadini sull’ attuale legge elettorale, anche se qua e là, trasversalmente nei partiti, c’ è chi solleva il problema. Per ora, tutti sono all’ attacco dell’istituto referendario.

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini: “Rischia la politica ma non il governo”

 Il più dietrologo tra i ministri della Repubblica, senza dubbio Rotondi, a sorpresa vede il sereno. Confida fiducioso: “Questa vicenda deplorevole delle squillo secondo me non arriva a Ferragosto, resterà un temporale estivo”. Gasparri invece considera la procura del capoluogo pugliese come un covo di toghe rosse, Rotondi mette la mano sul fuoco, “questi pm sono gente seria che non si presta a manovre eversive…”.

E nonostante sbarchino su internet i video del Cavaliere mentre dice “ciao” all’ escort Patrizia, perfino un berlusconiano di ferro come Cicchitto scarta la teoria dei complotti giudiziari per stendere il premier. “Anche perché, dice, qui si sta parlando di una vicenda sanitaria pugliese che coinvolge un pezzo importante della sinistra, Berlusconi è solo il diversivo”.

Insomma, dopo il panico dei giorni passati, quando da un momento all’ altro sembrava che venisse giù il mondo, nel centrodestra si torna a respirare. L’ inchiesta? Porterà poco lontano è la nuova parola d’ ordine. I sismografi dell’ avvocato Ghedini non segnalavano al Capo scosse di particolare entità. La Lega? Al momento tiene. Anzi, Calderoli sfodera aggettivi superlativi per risultare più convincente, l’ alleanza è saldissima, a scricchiolare saranno semmai le ossa dell’ opposizione.

La Camera ha votato la fiducia al primo dei maxiemendamenti al ddl sicurezza

 Si prosegue ora con la discussione e il voto di fiducia sugli altri due maxiemendamenti. Nonostante la decisione fosse stata ampiamente annunciata la scorsa settimana, la reazione dell’ opposizione è stata forte e ha chiamato in causa il presidente della Camera, Gianfranco Fini, reo, secondo il Pd, di non aver riconosciuto l’ incostituzionalità del reato di immigrazione clandestina che il provvedimento introduce.

L’ opposizione contesta metodo e merito seguiti dalla maggioranza. Fuori dal Palazzo, Rifondazione Comunista annuncia una manifestazione di piazza a partire dalle 13. Le norme del ddl – osserva il capogruppo del Pd a Montecitorio, Antonello Soro – hanno profili evidenti di incostituzionalità. Con l’ introduzione del reato di clandestinità, medici e presidi saranno costretti a fare la spia. L’ Idv ha disertato il comitato ristretto della Commissione Giustizia, convocato di prima mattina, per ragioni politiche molto chiare.

Federico Palomba, vice presidente della Commissione Giustizia, in una lettera aperta alla Presidente della Camera, Giulia Bongiorno, per comunicarle la decisione, scrive: “Considero la riunione totalmente inutile ed offensiva perché volta semplicemente a far recepire all’ opposizione le imposizioni del Governo prodromiche alla questione di fiducia”. Arturo Parisi sottolinea che il reato di clandestinità non aiuta il contrasto all’ immigrazione irregolare.

Il Consiglio d’ Europa all’ Italia: “Stop alla politica di respingimento dei migranti”

 Anche il presidente della Camera Gianfranco Fini sottolinea la necessità di “verificare i requisiti per il diritto di asilo” prima di rimandare indietro i clandestini. La linea dura inaugurata in questi giorni dal Governo raccoglie le critiche delle istituzioni, mentre dall’ opposizione continuano ad arrivare le accuse di razzismo.

Anche le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi contro l’ Italia multietnica sollevano polemiche: ancora Fini, Dario Franceschini, Massimo D’ Alema, Pier Ferdinando le giudicano insensate e fuori dalla storia. Il presidente della Camera respinge letture semplicistiche e invita a riflettere sulla complessità del fenomeno migratorio: “Fermo restando che respingere l’ immigrato clandestino non viola il diritto internazionale, noi italiani come tutti gli altri Paesi abbiamo il dovere di verificare se fra coloro che vengono respinti ci sono alcuni che hanno diritto di chiedere asilo. Perché un conto è un immigrato clandestino, un altro conto chi gode della possibilità di chiedere asilo: due condizioni che non possono essere trattate allo stesso modo. E questo rende complicata la vicenda”.

Sullo stesso punto, insiste anche il commissario per i diritti umani del Consiglio d’ Europa, Thomas Hammarberg, secondo il quale “l’ iniziativa italiana viola il diritto di ogni essere umano di ottenere asilo politico”. E auspica che l’ Italia “non vada avanti con questa politica”, perché “gli stranieri che raggiungono l’ Italia devono avere una chance per ottenere asilo. Ora in Italia tutto questo diventa impossibile”.

Il commissario ha però speso anche qualche parola in favore del ministro dell’ Interno Roberto Maroni, chiedendo all’ Unione Europea di fare di più per sostenere i Paesi che devono fronteggiare gli sbarchi degli immigrati: “Credo che il ministro Maroni agisca in questo modo perché a Bruxelles ha trovato soltanto il silenzio dell’ Ue, invece anche l’Unione europea deve essere più responsabile e seria, mettendosi all’ ascolto di quei Paesi come l’ Italia o Malta che a nome di tutta l’ Unione devono affrontare questa sfida. Spero davvero che l’ Unione europea aiuti maggiormente l’ Italia”.

Il Consiglio dei ministri autorizza a porre la fiducia sul ddl sicurezza

 “Il ddl sicurezza prima si approva e meglio è. Chiederemo di votarlo il prima possibile”. È quanto ha detto il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, al termine del Consiglio dei ministri che ha autorizzato a porre la questione di fiducia sul provvedimento in aula alla Camera.

“Abbiamo presentato 3 emendamenti e chiediamo di votarli subito. I tre emendamenti raggruppano tre grandi capitoli: contrasto all’ immigrazione clandestina, lotta alla criminalità organizzata, sicurezza pubblica”. Afferma Roberto Maroni in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il prolungamento del trattenimento degli immigrati nei Cie previsto dal ddl è fino a 6 mesi: “Abbiamo posto la fiducia per evitare una terza bocciatura” su questo punto.

La richiesta, avanzata dal presidente della Camera Gianfranco Fini, di eliminare la norma sui “presidi – spia” è stata accolta, ma le modifiche decise in un’ interminabile riunione di maggioranza per alleggerire il testo, evidentemente non sono bastate a garantire la compattezza del centrodestra.

“Una ferita molto grave alla Costituzione”. Lo afferma Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera, commentando a Montecitorio l’ intenzione del governo di porre la fiducia sul ddl sicurezza. “Non ne ho le prove – spiega Soro – ma si sarebbe verificato uno scambio nella maggioranza per favorire questo brutto disegno di legge sulla sicurezza per un altro sulle intercettazioni. Se si verificasse sarebbe una doppia sfiducia nei confronti del Parlamento e una ferita molto grave alla Costituzione”.

“La fiducia sul ddl è un’ eventualità non auspicabile e incomprensibile. Sarebbe la prima volta che si pone il voto di fiducia su materie che riguardano i diritti delle persone per i quali l’ ordinamento italiano prevede il voto segreto”. Ha aggiunto Antonello Soro sottolineando che “si tratta di fatto di una sfiducia nei confronti dei parlamentari della maggioranza e del modello proposto da Berlusconi cioè affidare le decisioni di voto ai capigruppo”.

Ricostruzione Abruzzo. Un “contributo obbligatorio” per i contribuenti ad alto reddito?

 Sembra sia obbligatorio un contributo dei contribuenti ricchi per raccogliere i fondi necessari alla ricostruzione in Abruzzo. Tra le valutazioni tecniche avviate in vista della messa a punto del decreto legge con gli interventi per la raccolta delle risorse, si starebbe, infatti, valutando anche la possibile introduzione di un prelievo aggiuntivo per i contribuenti ad alto reddito.

Dopo l’ emergenza terremotati, sull’ Abruzzo incombe ora la paura di infiltrazione mafiose sugli investimenti per la ricostruzione. È doveroso vigilare dice il presidente della Camera Gianfranco Fini, dopo l’ allarme del procuratore Grasso. “Credo che in qualsiasi parte d’ Italia, e per certi aspetti d’ Europa e del mondo – ha detto Fini – dove ci sono enormi investimenti c’ è il rischio di infiltrazioni mafiose o malavitose. È doveroso vigilare e non ho dubbi che le istituzioni saranno all’ altezza”.

Riguardo all’ idea lanciata da Grasso per la creazione di una white list delle imprese che si oppongono alle infiltrazioni criminali, Fini ha poi detto: “Tutte le proposte meritano attenzione”. Il presidente della Camera ha anche difeso la scelta di tenere un Consiglio dei ministri in Abruzzo la prossima settimana: “È un’ iniziativa di significato simbolico per dimostrare alle popolazioni che nonostante sia finita l’ emergenza non cessa l’ attenzione”.

Camera dei deputati: addio “pianisti”, ora si vota con le impronte digitali

 Ieri alla Camera dei deputati ci sono state le prime votazioni con il nuovo meccanismo che utilizza le “minuzie” del polpastrello. Il battesimo del nuovo sistema di voto (voto elettronico) c’ è stato alle 18 quando l’ aula di Montecitorio è stata chiamata ad esprimersi con la mozione presentata dal deputato del Pd Matteo Mecacci sul rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche in Tibet. Poi è stata la volta di altre due mozioni: quella dell’ ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, sulle misure a favore dell’ efficienza e della funzionalità delle Forze armate, e quella del leader del Pd, Dario Franceschini, sulla situazione economico – finanziaria degli enti locali.

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