Bersani (Pd): Alitalia, il regalo di Berlusconi ad Air France

 Pier Luigi Bersani, ministro dell’economia nel Governo ombra del PD, ospite del meeting a Rimini di Comunione e Liberazione, all’indomani degli annunci propagandistici del Governo Berlusconi sul finto salvataggio di Alitalia, ridimensionata secondo il “Piano Fenice” ad una piccola compagnia aerea, niente a che vedere con il colosso di venti anni fa, ha il dente avvelenato e non perde l’occasione per mettere le cose in chiaro: “Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato il problema del caso Alitalia, non la soluzione”. Bersani si riferisce agli anni in cui il premier sempre con il suo governo, poteva salvarla realizzando piani migliori di quello attuale e invece, come ricorda a tutti i presenti e in particolare ai giornalisti, che certe cose dovrebbe scriverle, non ha fatto altro che contribuire alla sua svalutazione.

Federalismo ed economia, si accende Festa Democratica

 Fuochi d’artificio alla Festa Democratica di Firenze. Sul palco della Sala dibattiti Giorgio La Pira salgono due ministri ombra del PD, Pier Luigi Bersani e Sergio Chiamparino, e tre ministri del governo Berlusconi, Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Roberto Calderoli. Il tema del giorno non poteva che essere quello del federalismo fiscale. Ma il confronto non si è fermato a questo. Si è parlato di economia, di politiche sociale, di fisco, di evasione fiscale. Non sono mancati i momenti di duro scontro, ma nel complesso è stata un’utilissima occasione di confronto tra il Partito Democratico e alcuni dei più autorevoli esponenti dell’esecutivo.

Bersani (PD): Su Alitalia disprezzano il Parlamento

 La saga Alitalia sta assumendo le dimensioni della farsa. Sembra che al governo delle migliaia di famiglie che da mesi vivono con il fiato sospeso per le sorti della compagnia di bandiera non interessi proprio nulla. Dopo aver cinicamente bloccato in campagna elettorale l’unica soluzione concreta che aveva preso forma, costringendo di fatto Air France ad abbandonare ogni tipo di trattativa, oggi la situazione è più confusa che mai, nonostante i ripetuti annunci fatti da vari esponenti del governo.

La sostanza comunque è chiara: le “cordate” sventolate a marzo e aprile sono rimaste dei sogni irrealizzati e le soluzioni oggi percorribili sono molto più ridimensionate rispetto a quella di Air France, che prevedeva circa 2.000 –contro una cifra probabilmente triplicata, oggi si va dai 5.000 ai 7.000 esuberi – ed un piano di rilancio industriale. E quali sono le prospettive a oltre tre mesi dalle elezioni?

Bersani (PD): La manovra affievolisce la lotta all’evasione fiscale

 Si indebolisce la lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero. Tra i tanti punti di criticità della manovra del governo Berlusconi c’è anche l’allentamento della battaglia condotta con successo dal governo Prodi contro l’evasione e l’elusione fiscale e quella contro la diffusione del lavoro sommerso, insieme al precariato, una delle cause principali della lunga catena di morti bianche che continua ad attanagliare il nostro Paese.

Le cifre annunciate dallo stesso presidente del Consiglio sono una sorta di – forse involontaria – confessione di inadeguatezza, come fa notare il ministro dell’Economia del governo ombra del PD Pier Luigi Bersani: “Il calo dei consumi c’è, ma il 7% in meno di Iva, tenuto conto dell’inflazione al 4%, significherebbe oltre il 10% in meno di consumi, un dato assolutamente irrealistico. Si tratta dunque di evasione. Come avevamo previsto tira un’aria nuova quanto a fedeltà fiscale”.

Bersani (PD): Nella manovra economica nessuna risposta su salari e pensioni

 “Dalla Finanziaria è scomparsa la questione sociale: la difesa del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. C’è un mix di demagogia e misure compassionevoli. In realtà questo governo ha introdotto un meccanismo di concertazione corporativa con alcuni soggetti forti”. Non usa mezze parole il ministro ombra dell’Economia Pier Luigi Bersani per bocciare la manovra varata ieri dal governo Berlusconi.

Un piano triennale, dal 2009 al 2011, da 35 miliardi di euro e “circa cento articoli” per raggiungere nel 2011 “l’ineludibile obiettivo” del pareggio di bilancio. A presentarla così, affiancato dal premier, è stato il ministro del Tesoro Giulio Tremonti, vero padre ideatore della maxi-manovra che, si vanta Tremonti, “è stata approvata in 9 minuti e mezzo”.

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