Ho visitato l’ Italia diverse volte negli anni passati ed ho un caro ricordo sia dei luoghi che ho visto sia delle persone che ho incontrato. Ricordo bene la mia ultima visita ufficiale qui cinque anni fa, durante la quale ho partecipato ad una serie di eventi per promuovere il movimento “Slow Food” che ha fatto molto per sostenere le risorse locali e la produzione di prodotti alimentari sostenibili.
Senza alcun dubbio in questi giorni, prima in Italia e durante il mio incontro con il Papa al Vaticano ed in seguito in Germania riprenderò il tema della sostenibilità ambientale, sottolineando la problematica del cambiamento climatico ed il bisogno da parte di tutti di raggiungere una maggiore sostenibilità a livello globale se vogliamo proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.
Basta riflettere sull’ aumento della regolarità di alluvioni a Venezia o di cambiamenti nei tempi dello scioglimento delle nevi in montagna (che provocano il rilascio di flussi d’ acqua) per vedere gli effetti dei cambiamenti climatici. E la situazione non farà altro che peggiorare se non si agisce subito.
Credo fermamente che la risposta che diamo alla sfida che ci troviamo ad affrontare definirà la nostra era. Nello stesso modo in cui il Rinascimento ha definito per molti di noi in Europa un risveglio dell’ identità culturale ed intellettuale alla fine del periodo medievale, le nostre azioni di oggi potrebbero essere ricordate come il rinascimento del nostro modo di vivere, come l’ inizio di una nuova epoca con una gestione efficiente dei nostri Paesi. Se ciò suona come un’ ambizione troppo grande, dobbiamo riflettere brevemente sulla scienza dei cambiamenti climatici per iniziare a vedere quello che succederà se non agiamo subito.
In molti tra coloro che sostengono che questa scienza è sbagliata dovrebbero approfondire la loro conoscenza: basta infatti visitare la sede dell’ Istituto Statistico Britannico sull’ Antartico a Cambridge e chiedere di poter vedere i campioni di ghiaccio estratti da 3 chilometri di profondità che raccolgono il livello di presenza di diossido di carbonio degli ultimi mille anni circa, per vedere con i propri occhi. Il grafico oscilla in modo regolare e stabile tra periodo glaciale ed interglaciale fino alla metà del XVIII secolo, proprio quando iniziò la rivoluzione industriale, ed inizia poi ad accelerare in misura di parti di CO2 per milione fino alla nostra era che è il punto in cui il grafico indica la gravità della situazione.