Indagine conoscitiva sul mercato immobiliare. Fiaip in Audizione presso la Camera dei Deputati

 Si è svolta di recente a Roma, presso la Commisione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati, l’ audizione dei rappresentanti di Fiaip, Fimaa, Anama, Ance e della Consulta nazionale interassociativa per l’ intermediazione immobiliare, oltre che di Confedilizia e Assoimmobiliare, nell’ ambito dell’ indagine conoscitiva sul mercato immobiliare.

Franco Arosio, presidente nazionale Fiaip, Paolo Bellini, presidente nazionale Anama e Santino Taverna della Fimaa, attuale coordinatore della Consulta nazionale dell’ intermediazione immobiliare, sono stati sentiti dai membri della Commissione VIII della Camera dei Deputati. I partecipanti hanno spiegato ai parlamentari le problematiche del settore immobiliare, che versa in stato di crisi, ed hanno illustrato chiare proposte di soluzione per il rilancio del settore, oltre a rispondere ha chi voleva capire meglio le esigenze dei players del mercato immobiliare.

Tra le varie proposte è emersa all’ unisono la cedolare secca al 20% come imposta sostitutiva per i redditi da locazione abitativa, rivendicata da Fiaip ormai da alcuni anni. Nei mesi scorsi infatti nel decreto anti crisi – grazie all’ azione della dirigenza Fiaip – l’ on. Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati, insieme ad altri parlamentari ha presentato un’ ordine del giorno accolto dal Governo in Aula per cercare di impegnare Palazzo Chigi sull’ imposta sostitutiva.

Berlusconi in una conferenza stampa a Palazzo Chigi: “L’Italia è prima nella ripresa, la Rai non mi può attaccare”

 Il presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, garantisce che l’ Italia sta lavorando al massimo per uscire dalla crisi e attacca la tv di Stato che, dice, “attacca il governo con i soldi di tutti. Siamo maggioranza, non vogliamo fare quello che ha fatto la sinistra quando era al Governo e la Rai continuava ad attaccare l’ allora opposizione. C’ è una sinistra che attacca l’ avversario, e una maggioranza democratica che non attacca la sinistra. Il mandato che vorrei per la Rai è che faccia il servizio pubblico”.

La risposta, a strettissimo giro di posta, arriva dal Pd. Nel “nostro paese abbiamo un baluardo di libertà, di pluralismo e di informazione credibile” dice Merlo in una nota. “Se i Tg della Rai, tutti compresi, devono obbligatoriamente tessere l’ elogio del governo e di chi sta in maggioranza, cessano le ragioni dell’ esistenza stessa”.

Ma il Berlusconi attacca anche Paolo Guzzanti, che aveva parlato di intercettazioni piccanti. “È infondato e vergognoso: non ci sono mai state telefonate, né intercettazioni, come può dimostrare la magistratura, c’ è solo la vergogna per chi mette in circolo certe cose». E sull’ intervista della figlia Barbara, che auspica più sobrietà per la politica, dice: “Suo papà non ha nulla di cui vergognarsi e di cui scusarsi, nemmeno con i propri familiari”.

Berlusconi nega che il Pdl abbia bisogno di un cambio ai vertici e promuove il primo anno del governo: “La maggioranza è coesa e forte. Il governo sarà un governo forte che durerà per i prossimi quattro anni. C’ è chi ha cercato di metterci in difficoltà, ma il presidente del Consiglio non ha scheletri nell’ armadio, non è ricattabile da nessuno e non si lascia demoralizzare da nessuno e da nulla”.

Elezioni 2009. Dopo il voto la battaglia referendaria. La decisione di Berlusconi

 Proprio in vista del prossimo appuntamento con le urne per il referendum, insieme ai ballottaggi locali ma pesanti, arriva la prima presa di posizione ufficiale di Silvio Berlusconi. Tanto ufficiale che è una nota di palazzo Chigi a sancire che il presidente del Consiglio ed Umberto Bossi “in vista dei prossimi ballottaggi per le elezioni amministrative, hanno condiviso la necessità di un comune e forte impegno del Popolo della Libertà e della Lega Nord a sostegno dei loro candidati, per completare l’ eccezionale successo della quasi totalità delle amministrazioni già conquistate al primo turno. A tal fine hanno garantito il loro personale coinvolgimento nelle ultime due settimane di campagna elettorale”.

Invece, prosegue la nota della Presidenza del Consiglio, Berlusconi “ha altresì ritenuto di esplicitare che la riforma della legge elettorale debba essere conseguente alle auspicate riforme del bicameralismo perfetto e che, pertanto, non appare oggi opportuno un sostegno diretto al referendum del 21 giugno”.

Paolo Bonaiuti conferma che “di fronte a risultati come questi, con province intere che vengono portate via alla sinistra soprattutto nel Nord, e con città come Firenze e Prato, quest’ ultima governata da 63 anni dalla sinistra, in cui si arriva a un ballottaggio che nessuno poteva prevedere, l’ umore di Berlusconi non può che essere eccellente”.

Il Pd attacca la decisione di Berlusconi. “Come volevasi dimostrare il premier molla il suo impegno sul referendum. Berlusconi ha una parola molto ondivaga, i suoi impegni della mattina non sono validi a sera. È evidente che dopo il risultato elettorale deve privilegiare l’ alleato Bossi del quale è sempre più ostaggio per assicurarsi l’ impegno per i ballottaggi” accusa il senatore del Pd Giorgio Tonini.

Abruzzo: la Ue per la ricostruzione e il rilancio delle pmi

 L’ Unione europea disponibilissima ad aiutare le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Una disponibilità che si potrà concretizzare riprogrammando i fondi europei e ridisegnare le strategie per accedere alle risorse finanziare che dovrebbero essere molto più consistenti dei 90 milioni minimi già assicurati da Bruxelles.

I primi segnali per aiutare l’ Abruzzo con il massimo delle risorse disponibili sono venuti ieri dalla commissaria europea agli Affari regionali, Danuta Hubner, in visita all’ Aquila accolta dal ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi, dal Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso e dal Governatore abruzzese, Gianni Chiodi.

L’ Unione europea ammetterà la più grande flessibilità sui fondi già stanziati e su quelli aggiuntivi del fondo di solidarietà, necessari per la ricostruzione e la ripresa delle attività produttive, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese che devono tornare a lavorare ed essere coinvolte nel processo di ricostruzione.

Sull’ ipotesi avanzata da più parti di riconoscere alla provincia de L’ Aquila la cosiddetta zona franca, la Hubner spiega di aver condiviso “la modifica al regolamento che permette gli aiuti di Stato e la Commissione Europea offrirà tutti i fondi europei di pertinenza per la Pmi”.

Nel sottolineare che entro dieci settimane dal sisma l’ Italia deve consegnare a Bruxelles tutti documenti per attivare gli aiuti, il ministro Ronchi ha annunciato che le scadenze verranno sicuramente rispettate dall’ Italia proprio per evitare di perdere molti fondi come spesso è capitato in passato per l’ incompletezza delle documentazioni.

Il Consiglio dei ministri autorizza a porre la fiducia sul ddl sicurezza

 “Il ddl sicurezza prima si approva e meglio è. Chiederemo di votarlo il prima possibile”. È quanto ha detto il ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, al termine del Consiglio dei ministri che ha autorizzato a porre la questione di fiducia sul provvedimento in aula alla Camera.

“Abbiamo presentato 3 emendamenti e chiediamo di votarli subito. I tre emendamenti raggruppano tre grandi capitoli: contrasto all’ immigrazione clandestina, lotta alla criminalità organizzata, sicurezza pubblica”. Afferma Roberto Maroni in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il prolungamento del trattenimento degli immigrati nei Cie previsto dal ddl è fino a 6 mesi: “Abbiamo posto la fiducia per evitare una terza bocciatura” su questo punto.

La richiesta, avanzata dal presidente della Camera Gianfranco Fini, di eliminare la norma sui “presidi – spia” è stata accolta, ma le modifiche decise in un’ interminabile riunione di maggioranza per alleggerire il testo, evidentemente non sono bastate a garantire la compattezza del centrodestra.

“Una ferita molto grave alla Costituzione”. Lo afferma Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera, commentando a Montecitorio l’ intenzione del governo di porre la fiducia sul ddl sicurezza. “Non ne ho le prove – spiega Soro – ma si sarebbe verificato uno scambio nella maggioranza per favorire questo brutto disegno di legge sulla sicurezza per un altro sulle intercettazioni. Se si verificasse sarebbe una doppia sfiducia nei confronti del Parlamento e una ferita molto grave alla Costituzione”.

“La fiducia sul ddl è un’ eventualità non auspicabile e incomprensibile. Sarebbe la prima volta che si pone il voto di fiducia su materie che riguardano i diritti delle persone per i quali l’ ordinamento italiano prevede il voto segreto”. Ha aggiunto Antonello Soro sottolineando che “si tratta di fatto di una sfiducia nei confronti dei parlamentari della maggioranza e del modello proposto da Berlusconi cioè affidare le decisioni di voto ai capigruppo”.

Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo

 Silvio Berlusconi è pronto a promuovere Michela Vittoria Brambilla a ministro del Turismo. Il premier lo ha confermato durante il Consiglio dei ministri del 30 aprile, che ha nominato Stefano Saglia sottosegretario allo Sviluppo Economico al posto di Ugo Martinat, scomparso di recente.
“Presto – ha detto il capo del governo – sarà nominato un ministro e tre vice ministri. Non solo Brambilla, dunque. Promozioni in vista, infatti, anche per tre attuali sottosegretari, uno per ogni “anima” della maggioranza: il leghista Roberto Castelli (Infrastrutture), Adolfo Urso e Paolo Romani (Sviluppo Economico) che assumeranno rispettivamente la delega al Commercio Estero e alle Comunicazioni.

Nomi che peraltro sono stati resi noti, al termine del Consiglio, dal ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. Ma è sul salto della rossa presidentessa dei Circoli della Libertà che è scoppiato il caso politico – diplomatico. Perché, come da Costituzione, la nomina dei ministri spetta al presidente della Repubblica su indicazione di quello del Consiglio.

Edilizia. Fumata nera: stop dalle Regioni al piano casa

 No al decreto, il provvedimento slitta ora alla prossima settimana. Quindi nessun decreto e nessuna forzatura contro le Regioni. Il testo del piano casa voluto – e poi disconosciuto – da Silvio Berlusconi finisce definitivamente nel cassetto. La forte opposizione dei governatori, soprattutto quelli targati Pd, lo hanno convinto a soprassedere. Da ieri mattina, e fino a martedì, il ministro delle Regioni Raffaele Fitto lavorerà con i presidenti per mettere a punto un testo condiviso. Sarà una legge quadro, e non permetterà aumenti generalizzati dei volumi. “Vogliamo lavorare in sintonia con gli enti locali”, dice Berlusconi alla fine del vertice.

Casa, slitta il piano del governo. No delle Regioni all’ ipotesi decreto

 Silvio Berlusconi ha presentato ieri il piano casa alle Regioni. Il presidente del Consiglio ha sottolineato gli effetti del progetto: se solo il 10% delle famiglie proprietarie di mono o bifamiliari facesse lavori di ampliamento, si attiverebbero dai 50 – 60 miliardi di giro di affari. Ma lo scontro politico sul progetto non si placa. Dopo il no delle Regioni all’ ipotesi decreto slitta il piano del governo.

De Bortoli rinuncia alla presidenza Rai

 Il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli, ha annunciato la rinuncia all’ incarico con una nota in cui spiega: “Ringrazio Dario Franceschini e Gianni Letta per l’ offerta di presiedere la Rai, azienda patrimonio del Paese. Un incarico di grande prestigio per il quale mi ero reso disponibile. Dopo attenta riflessione ho però deciso di restare dove sono: a fare solo il giornalista”. Il Partito Democratico ha proposto la candidatura di Claudio Petruccioli, ma il governo, tramite il sottosegretario Gianni Letta, ha detto no, annunciano i democratici in una nota. “Se c’è un veto di Palazzo Chigi su Petruccioli, deve venire fuori. Non possiamo accollarci noi questa responsabilità», è stato il ragionamento dei vertici democratici, che hanno appreso con un certo fastidio le dichiarazioni di Silvio Berlusconi, secondo cui ora il nome lo devono fare “i signori della sinistra”.

Voglia di ricucitura tra istituzioni e gerarchie vaticane

 C’ è una gran voglia di ricucire, fra i vertici dello Stato. Il tentativo di ridimensionare le tensioni istituzionali sul caso di Eluana Englaro ieri è diventato esplicito: fra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi; e fra il Quirinale e la Santa Sede. È emersa una volontà comune di diplomatizzare lo strappo consumatosi con la morte della donna in coma da diciassette anni. Il primo segnale è arrivato martedì, nel colloquio al Quirinale fra il presidente della Repubblica ed il premier, accompagnato dal sottosegretario a palazzo Chigi, Gianni Letta. La nomina di Paolo Grossi come giudice costituzionale ha rappresentato un primo gesto di concordia ritrovata. Ma non solo con Berlusconi. La scelta di Grossi, stimato anche in Vaticano, viene letta come un indizio di tregua: sebbene preparata da tempo. E ieri è arrivato il secondo passo, in una cornice che favoriva e quasi obbligava alla concordia: la cerimonia per l’ 80˚ dei Patti lateranensi. Poteva rivelarsi un’ occasione di imbarazzo; invece, è servita a ridurre le distanze e limitare i malintesi.

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