Piano Casa – Mutui a tasso zero per le famiglie – Inizio lavori entro 6 mesi

 Il presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi ha invitato i Sindaci lombardi a favorire l’ attuazione del piano casa che sta languendo.

Dichiarazione del presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici: “Le famiglie, in questo momento di crisi economica, sono molto prudenti nel fare nuove spese e mostrano di essere restie ad impegnare, nei lavori edilizi in attuazione del piano casa, i risparmi tenuti in banca. E d’ altronde lo stesso termine di scadenza, previsto dalle leggi regionali, per le agevolazioni e per le deroghe agli strumenti di pianificazione territoriale (18 mesi dalle delibere comunali attuative), permette agli eventuali interessati di “stare alla finestra“, cioè di vedere come si mettono le cose prima di decidere, fino ai primi mesi del 2011.

Cernobbio Villa d’ Este. Workshop Ambrosetti sull’ Economia. Autunno caldo per le locazioni. Previsioni di Achille Colombo Clerici, Presidente Assoedilizia

 Il Presidente di Assoedilizia, a commento di un’ analisi del “Centro Studi Cittadino e Fisco” di Assoedilizia, esamina alcuni fattori incidenti sull’ andamento del comparto: la crisi generale dell’ economia, con il rallentamento del dinamismo della domanda – offerta di locazione, le difficoltà economiche di molte famiglie di lavoratori – inquilini, il blocco delle immigrazioni sia interne sia dall’ estero, il calo dei tassi di interesse sui mutui, il consistente turn – over degli inquilini, la progressiva riduzione del fondo sociale affitti, la mancata introduzione della cedolare secca.

Rispondendo innanzitutto ai dati forniti dai centri studi specializzati, secondo i quali nel decennio 1999 – 2008 i canoni di locazione abitativa in Italia sono aumentati mediamente del 60 – 70%, Assoedilizia precisa che nello stesso periodo l’ inflazione è stata del 38%: gli incrementi reali si riducono quindi al 20 – 30%, due o tre punti all’ anno; inferiori all’ incremento registrato da molti servizi e gravati oltretutto da un progressivo aumento della pressione fiscale.

Fra le cause principali della crisi del settore delle locazioni, la perdita o il cambiamento del posto di lavoro, la riduzione delle entrate assieme ad altri fattori creano difficoltà ai conduttori nel pagare l’ affitto con conseguente incremento degli sfratti per morosità, che oggi rappresentano il 70 – 80% del totale.

Per contro il fondo governativo di sostegno affitti per le famiglie in difficoltà si è dimezzato dal 2001.

Ma a ridurre la domanda di case in locazione residenziale e ad accentuare la rotazione degli inquilini concorrono altri fattori: i tassi dei mutui che hanno raggiunto livelli minimi e resteranno tali presumibilmente per lungo tempo e i valori di mercato degli immobili in discesa inducono chi cerca casa a puntare sull’ acquisto.

Maxiaccordo tra Banca Intesa e Confindustria. L’ istituto di credito mette a disposizione delle Pmi italiane 5 miliardi

 Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa – Sanpaolo, e Giuseppe Morandini, vicepresidente di Confindustria e presidente della piccola industria, firmano un accordo che mette a disposizione delle Pmi italiane un plafond da 5 miliardi di euro, consentendo a ciascuna di accedere a finanziamenti fino a 5 milioni.

In tempi di polemica continua sul ruolo del credito nel sostegno all’ economia, Passera sceglie così la strada più diretta per spiegare che il credit crunch riguarda solo una minoranza di aziende e per parlare direttamente alle imprese. Il numero uno di Intesa – Sanpaolo assicura che la massa di crediti concessi dal sistema bancario in Italia è ancora superiore a quella di un anno fa e che grazie al calo dei tassi le condizioni sono migliorate. A disposizione, poi, il suo gruppo ha 61 miliardi di fidi concessi e non ancora utilizzati, 30 miliardi di nuovi fidi disponibili se verranno richiesti, e la prospettiva nei prossimi tre anni di erogare 50 – 60 miliardi a medio – lungo termine.

Per quel che riguarda i 5 miliardi di mezzi oggetto dell’ accordo, serviranno a mantenere l’ afflusso di credito al sistema produttivo attraverso due canali. Il primo sarà costituito da “interventi sulla liquidità delle imprese, per permettere di superare la fase più difficile della crisi”, attraverso il sostegno al capitale circolante o il rinvio delle rate – ma solo per la quota capitale – di mutui e leasing di dodici mesi. Seconda strada, gli interventi di “rafforzamento patrimoniale”, con finanziamenti a medio e lungo termine che accompagnano anche lo sforzo dei soci che effettuano un aumento di capitale.

Pesa la congiuntura economica, ma pesano anche le regole che adesso si trasformano in catene. È il caso dei criteri di Basilea 2, che legano le concessioni di credito a una rating interno assegnato dagli istituti ai loro clienti. Ora, mette in guardia Passera, si evidenziano problemi da correggere. A partire dall’ aspetto prociclico di Basilea 2, che quando le cose vanno bene impedisce di mettere fieno in cascina e quando vanno male non consente di usare risorse.

Economia. Wall Street, il piano di Obama

 La riforma più ambiziosa dai tempi della Grande Depressione. Così è stato definito dagli esperti il progetto di riordino del sistema di regolamentazione e controllo del settore finanziario che il presidente Barack Obama annuncia mercoledì, con l’ obiettivo di evitare il ripetersi di una crisi come quella in atto.

Vigilanza sui livelli di liquidità e capitali delle banche e regolamentazione di tutti i grandi operatori, fondi speculativi compresi, sono i pilastri della riforma che prevede un riallineamento dei poteri tra le diverse agenzie governative che dettano le regole di condotta per banche, istituti di credito, società di gestione del risparmio ma anche alle attività di carte di credito, prestiti, mutui e fondi d’ investimento.

Il progetto è destinato ad avviare un grande dibattito in seno al Congresso diviso tra favorevoli e chi considera i provvedimenti della Casa Bianca troppo deboli o troppo intrusivi per un sistema di libero mercato come quello americano.

“Da un punto di vista macroeconomico la riforma ci appare appropriata”, spiega Tim Ryan, numero uno della Securities Industry and Financial Markets Association, tra le principali associazioni del settore. Obiettivo dell’ amministrazione è colmare le lacune emerse nell’ attuale sistema finanziario, quattro elementi di debolezza che hanno contribuito a scatenare il terremoto di Wall Street.

Mutui. L’ Euribor crolla? Sale lo spread. Il tasso scende, ma la rata è ferma

 Il calcolo si fa in un attimo: centomila euro in vent’ anni. A tasso fisso paga il 5,90%, cioè l’ Eurirs a 20 anni più uno spread del 2%. All’ Unicredit di Torino, filiale di via Madama Cristina, non vanno oltre le condizioni generali. “Poi si può trattare, si può vedere: ma per entrare nel dettaglio bisogna valutare la sua busta paga e l’ immobile che desidera acquistare”.

A fine agosto 2008, con il tasso di riferimento Bce al 4,25% lo stesso mutuo costava il 5,94% (spread 0,89%). I conti si fanno presto: i prezzi salgono in fretta e scendono con il contagocce. Per il mutuo citato, ad agosto la rata era 713 euro. Oggi sarebbe 711. Due euro di differenza, 24 l’ anno: non molto a fronte del tasso Bce sceso all’ 1%.

“Ma – spiegano in banca – la decisione è stata presa solo giovedì scorso, i risparmi verranno più avanti”. Sarà: a gennaio il tasso Bce era al 2%, per comperare casa aspetteremo che vada sottozero. Altro tentativo: Ing Direct, la banca della zucca. La settimana scorsa 100 mila euro costavano il 5,70%. Anche qui, Eurirs più lo spread (1,75%). Ad agosto, l’ interesse era al 5,92%, lo spread allo 0,85%. Le rate? Oggi 699 euro, nove mesi fa 712. Forse anche qui si può vedere e valutare, ma la banca è elettronica. La schermata internet non interloquisce, fa solo finta: incolonna le cifre e arrivederci.

Più generosa Intesa Sanpaolo. Centomila euro costano – valore di partenza, perché poi le condizioni si vedono caso per caso – il 5,35%, 679 euro al mese. Ad agosto l’ interesse era al 6,10%, rata a 719 euro. Il risparmio si fa palpabile, 40 euro al mese, ma dai prospetti è sparita l’ indicazione dello spread: il tasso è fissato dalla banca.

Filiale che vai, prezzo che trovi
Se si è colti da un principio di capogiro si può provare a tornare alla fonte. E consultando le statistiche periodiche pubblicate da Banca d’ Italia si trova, messa nero su bianco, la sorpresa. Il tasso medio applicato ai mutui con una durata superiore a 10 anni a febbraio è salito: 5,13% rispetto al 5,10% di gennaio. Ai primi di gennaio il tasso Bce era sceso al 2 (dal 2,5 stabilito a dicembre). Ai primi di marzo l’ indice della Banca centrale europea è sceso ancora, all’ 1,5%, e finalmente qualcosa s’ è mosso: ieri Bankitalia ha registrato che l’ indice medio è sceso al 5,01%.

Tremonti (Pdl): Ridurremo l’aliquota solo alle banche che concederanno mutui più umani

 “Se vinceremo non saro’ un ministro dell’Economia struzzo: non faro’ finta che vada tutto bene”. Lo ha affermato Giulio Tremonti che in un’intervista esclusiva a Tgcom, il tg online di Mediaset diretto da Paolo Liguori, ha anticipato alcuni dei provvedimenti che prendera’
qualora entrasse nell’esecutivo. “Non mettero’ le mani nelle tasche dei cittadini. Anzi, per quanto sara’ possibile, cerchero’ di mettere nelle loro tasche un po’ di soldi. Inoltre detassero’ gli straordinari per collegare la produttivita’ a un po’ di soldi in piu’ per i lavoratori. Togliero’ l’Ici sulla prima casa e affrontero’ il problema dei mutui”.

E, proprio sulla questione dei mutui, Tremonti ha attaccato Prodi:
“Ha fatto un regalo alle banche riducendo l’aliquota dal 33 al 27,5 per cento. Infatti i banchieri voteranno Veltroni. Noi siamo dalla parte dei risparmiatori; per questo ridurremo l’aliquota solo alle banche che daranno alle famiglie italiane mutui piu’ umani, e sotto il controllo dei consumatori”.

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