Le morti bianche non vanno in vacanza

 Si muore di più sul lavoro o sulle strade che non a causa della criminalità o di episodi violenti. E mentre il governo schiera l’esercito a presidio delle nostre città – che sono, anche a detta di autorevoli esponenti della destra, tra le più sicure d’Europa – sul fronte ‘morti bianche’ pensa addirittura di tornare indietro e scartare il testo unico della salute e la sicurezza sul lavoro portato avanti dal governo Prodi.

Più di due vittime ogni giorno ma per Castelli i numeri sonog infiati!. Le agenzie del 6 agosto annunicano che un operaio nigeriano di 37 anni è morto in un incidente sul lavoro all’interno della ditta vitivinicola «San Gabriele» di Trebaseleghe (Padova). L’uomo si trovava sul tetto di un capannone quando, per motivi al vaglio dei carabinieri e dei tecnici dello Spisal è caduto da una altezza superiore ai 15 metri, morendo sul colpo. Muore anche un boscaiolo in Alto Adige. Due le vittime oggi per incidenti sul lavoro.

Castelli: Sui morti sul lavoro serve un’operazione verità

 “Le statistiche sulle morti sul lavoro che periodicamente ci vengono trasmesse sono fasulle. Infatti soltanto in Italia esiste il paradosso per il quale si contano come morti sul lavoro, al fine di poter dare benefici assicurativi da parte dell’Inail, anche le morti che avvengono per incidenti stradali capitati mentre si va al lavoro o mentre si torna a casa dopo il lavoro. Morti che evidentemente nulla hanno a che vedere con la sicurezza in fabbrica. Con ciò non si vuole assolutamente sottovalutare il problema, anzi occorre impegnarsi sempre di più. Tuttavia credo che un po’ di verità faccia bene a tutti. È il momento di smetterla di criminalizzare gli imprenditori italiani.

La risposta del Governo alla tragedia di Molfetta

 Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro, fissando come pena massima l’arresto fino a 18 mesi. Il decreto arriva a pochi giorni dalla tragedia dei cinque operai morti in un’autocisterna a Molfetta. Nel testo approvato dal Consiglio dei ministri ci sono nuove e più pesanti sanzioni per le imprese che non fanno rispettare le norme sulla sicurezza (uno dei punti, quest’ultimo, su cui il mondo imprenditoriale aveva chiesto approfondimenti e espresso perplessità).

Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, Luigi Scotti, spiegando che si tratta della sanzione che scatta quando l’impresa non aumenta la valutazione di rischio per attività in contesti pericolosi.

Scontro Governo-Confindustria sui provvedimenti per la sicurezza sul lavoro

 L’assurda morte dei cinque lavoratori di Molfetta non poteva non riaccendere lo scontro sul decreto legge sulla sicurezza del lavoro. Secondo Romano Prodi giovedì il Consiglio dei ministri varerà il nuovo Testo Unico. La decisione è slittata anche a causa dello scontro in atto con la Confindustria sul delicato capitolo delle sanzioni. L’inasprimento delle pene, dice il direttore generale Maurizio Beretta, è ingiustificato.

“Sul capitolo delle sanzioni ci sono state delle resistenze da parte di Confindustria”, ha detto il ministro Cesare Damiano dice poco prima di incontrare le parti sociali proprio per sciogliere questo nodo. Fino a due anni in cella. Questo è il massimo che potrebbe rischiare un imprenditore con le nuove regole. Troppo per gli industriali: “Ma c’è ancora tempo – riconosce Beretta – e speriamo che prevalga la voglia di costruire qualcosa di davvero utile alla sicurezza”.

La trattativa è in corso: ministro del Lavoro, della Giustizia, della Salute e parti sociali sono all’opera e quindi non è escluso che si possa arrivare a una mediazione accettabile e accettata da tutti i protagonisti. Ma gli industriali sembrano isolati. Andare avanti, senza ‘se e senza ma’, non è solo la posizione della sinistra dell’ex Unione: anche Cei dalle pagine di Avvenire avverte che il tempo è scaduto. La nuova legislazione va approvata in fretta, anche “a costo di qualche forzatura – afferma il giornale cattolico in un editoriale in prima pagina – e di un possibile eccesso nell’impianto sanzionatorio, come teme la Confindustria”.

Prodi: “Norme sulla sicurezza nel lavoro in tempi rapidissimi”

 Dopo la tragedia sul lavoro avvenuta a Molfetta il Presidente del Consiglio ribadisce la volontà del Governo di chiudere al più presto il quadro normativo del Testo Unico. Il Ministro Damiano insiste sulla necessità di una svolta culturale:”Le leggi non bastano, occorre un’assunzione collettiva di responsabilità”.
”A nome mio e del Governo ribadisco l’impegno per spezzare questa tragica catena di morte”. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio Romano Prodi subito dopo avere appreso dell’incidente sul lavoro avvenuto a Molfetta e costato la vita a diversi operai.

Nel messaggio di cordoglio inviato ai famigliari delle vittime, il premier ha ricordato come proprio in questi giorni siano stati messi a punto ulteriori provvedimenti in materia di sicurezza, destinati ora al vaglio delle parti sociali: “Con l’adozione di questi atti – ha spiegato Prodi- il Governo sarà in grado di completare in tempi rapidissimi il quadro normativo della sicurezza sui luoghi di lavoro”.

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