Luca Zaia: “Sarò il manager del Veneto”. Intervista rilasciata a Il Mattino – 28 dicembre 2009

 Luca Zaia, ministro dell’ Agricoltura e candidato della Lega Nord e del Pdl alla presidenza della giunta regionale del Veneto, primo governatore della Lega, racconta la sua candidatura e si presenta come manager: “Il problema è l’ obiettivo: il manager ragiona per obiettivi da raggiungere”

Passato bene il Natale, signor ministro e candidato presidente del Veneto Luca Zaia?
“Sì. Un Natale tranquillo, con i miei genitori e quelli di mia moglie”.

Quanta gente ha fatto la coda sotto casa sua, con la scusa degli auguri?
“Nessuno”

Balle.
“Noi abbiamo una vita normalissima. Pranzo in famiglia, nient’ altro. Personalmente odio le spettacolarizzazioni. Lo voglio dire anche a chi non mi conosce”.

Com’ è andata la vicenda della sua candidatura?
“Innanzitutto tengo a precisare che non c’ è stata alcuna disputa con Flavio Tosi. Io sono sempre molto fatalista: sono diventato ministro senza neanche saperlo…”.

Non dirò che la cosa si è ripetuta.
“Me ne avevano parlato, ovvio, ma sfido chiunque a trovare una persona che abbia ricevuto una mia telefonata con la richiesta di interessamento o di aiuto”.

Non dica che l’ ha saputo dalla telefonata di Tosi.
“Sì, invece”.

Dino Boffo, direttore di Avvenire, ha dato le dimissioni. Pubblichiamo la lettera integrale

 Da sette giorni la mia persona è al centro di una bufera di proporzioni gigantesche che ha invaso giornali, televisioni, radio, web, e che non accenna a smorzarsi, anzi. La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni, sono state violentate con una volontà dissacratoria che non immaginavo potesse esistere. L’ attacco smisurato, capzioso, irritualmente feroce che è stato sferrato contro di me dal quotidiano Il Giornale guidato da Feltri e Sallusti, e subito spalleggiato da Libero e dal Tempo, non ha alcuna plausibile, ragionevole, civile motivazione: un opaco blocco di potere laicista si è mosso contro chi il potere, come loro lo intendono, non ce l’ ha oggi e non l’ avrà domani.

Qualcuno, un giorno, dovrà pur spiegare perchè ad un quotidiano, Avvenire, che ha fatto dell’ autonomia culturale e politica la propria divisa, che ha sempre riservato alle istituzioni civili l’ atteggiamento di dialogo e di attenta verifica che è loro dovuto, che ha doverosamente cercato di onorare i diritti di tutti e sempre rispettato il responso elettorale espresso dai cittadini, non mettendo in campo mai pregiudizi negativi, neppure nei confronti dei governi presieduti dall’ onorevole Berlusconi, dovrà spiegare, dicevo, perchè a un libero cronista, è stato riservato questo inaudito trattamento.

E domando: se si fa così con i giornalisti indipendenti, onesti, e per quanto possibile, nella dialettica del giudizio, collaborativi, quale futuro di libertà e di responsabilità ci potrà mai essere per la nostra informazione? Quando si andranno a rileggere i due editoriali firmati da due miei colleghi, il pro e contro di altri due di essi, e le mie tre risposte ad altrettante lettere che Avvenire ha dedicato durante l’ estate alle vicende personali di Silvio Berlusconi, apparirà ancora più chiaramente l’ irragionevolezza e l’ autolesionismo di questo attacco sconsiderato e barbarico.

Grazie a Dio, nonostante le polemiche, e per l’ onestà intellettuale prima del ministro Maroni e poi dei magistrati di Terni, si è chiarito che lo scandalo sessuale inizialmente sventagliato contro di me, e propagandato come fosse verità affermata, era una colossale montatura romanzata e diabolicamente congegnata. Fin dall’ inizio si era trattato d’ altro. Questa risultanza è ciò che mi dà più pace, il resto verrà, io non ho alcun dubbio.

E tuttavia le scelte redazionali che da giorni taluno continua accanitamente a perseguire nei vari notiziari dicono a me, uomo di media, che la bufera è lungi dall’ attenuarsi e che la pervicace volontà del sopraffattore è di darsi ragione anche contro la ragione. Un dirigente politico lunedì sera osava dichiarare che qualcuno vuole intimorire Feltri; era lo stesso che nei giorni precedenti aveva incredibilmente affermato che l’ aggredito era proprio il direttore del Giornale, e tutto questo per chiamare a raccolta uomini e mezzi in una battaglia che evidentemente si vuole ad oltranza.

E mentre sento sparare i colpi sopra la mia testa mi chiedo: io che c’ entro con tutto questo? In una guerra tra gruppi editoriali, tra posizioni di potere cristallizzate e prepotenti ambizioni in incubazione, io, ancora, che c’ entro? Perchè devo vedere disegnate geografie ecclesiastiche che si fronteggerebbero addirittura all’ombra di questa mia piccola vicenda?

Maroni: Operativo dal 4 agosto il ‘Piano d’impiego del personale delle Forze Armate’

 «Domani riunirò il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, quindi mi incontrerò con il ministro La Russa per firmare il decreto che destina 3 mila militari nelle città, da lunedì 4 agosto». E’ stato lo stesso ministro dell’Interno Roberto Maroni, ad annunciare, nel corso della sua visita a Brescia, che domani alle 11 al Viminale sarà firmato il decreto per l’adozione del “Piano d’impiego del personale delle Forze Armate”, previsto dal Decreto legge n. 92/2008 approvato giovedì scorso.

Maroni, che si è recato a Brescia per la firma del Patto per la Sicurezza, in mattinata era stato in questura a Milano, dove aveva incontrato il capo della polizia, il prefetto e il questore con i quali aveva discusso proprio le modalità di dislocamento dei militari nel capoluogo lombardo.

«Il patto per la sicurezza di Brescia è una novità federalista» ha dichiararto il ministro dell’Interno, sottolineando che la novità consiste nella facoltà che anche altri comuni della provincia potranno aderire al patto.

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