Un progetto del leader della Lega Nord: “Rendere il Po navigabile”

 È questo il progetto da 2,4 miliardi di euro che il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, cercherà di trasformare in realtà dopo decenni di inutili tentativi, il primo dei quali risale al 1917: rendere il Po di nuovo navigabile tutto l’ anno come negli anni Cinquanta e collegare via acqua Milano e Venezia per il trasporto delle merci.

“Portare le industrie della Lombardia al mare», come ha sintetizzato il ministro per le Riforme durante una sopralluogo nel comune alle porte di Milano dove dovrebbe sorgere il nuovo porto fluviale, sarà però un’ impresa difficile. Serviranno almeno sei anni di lavori e soprattutto un lunghissimo iter autorizzativo che coinvolgerà decine di amministrazioni locali affacciate lungo il Grande fiume”.

Il progetto, seguito dall’ Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) e dalla Regione Lombardia in collaborazione con il ministero alle Infrastrutture e ai Trasporti, prevede due grandi opere: la realizzazione di cinque dighe sul Po che rendano costante il livello dell’ acqua durante tutto l’ anno e l’ adattamento del canale delle Muzza (900 milioni di euro) per collegare Truccazzano (Milano) e Pizzighettone (Cremona) e raggiungere così il Grande fiume attraverso il canale navigabile già esistente.

Infrastrutture. Brebemi: sottoscritto l’ atto aggiuntivo via libera alla copertura finanziaria del progetto

 CAL S.p.A (Concessioni Autostradali Lombarde) e la Società di Progetto Brebemi S.p.A., rispettivamente concedente e concessionaria della nuova Autostrada Brescia – Bergamo – Milano, hanno sottoscritto l’ Atto Aggiuntivo alla Convezione Unica di Concessione necessario per poter adottare il nuovo Piano Economico Finanziario a garanzia della copertura finanziaria del progetto definitivo approvato da CIPE lo scorso 26 giugno.

Il nuovo atto convenzionale è stato definito avvalendosi dell’ assistenza giuridica dallo studio legale Ennio Magrì e Associati e sarà trasmesso nei prossimi giorni al Ministero delle Infrastrutture per l’approvazione di competenza.

“La firma di questo importante atto, che segue l’ approvazione del Progetto Definitivo da parte del CIPE avvenuta il 26 giugno e l’ avvio dei cantieri avvenuto il 22 luglio, costituisce un ulteriore, fondamentale passaggio per la realizzazione dell’ autostrada, in quanto rappresenta l’ impegno formale del concessionario al finanziamento dell’ opera sulla base del nuovo costo approvato dal CIPE”, ha dichiarato Antonio Rognoni, amministratore delegato di CAL.

“Il nuovo piano finanziario prevede, infatti, un costo di circa 1611 milioni di euro per 62 km di autostrada e quasi 37 km di nuove viabilità ad essa connesse; tale costo è completamente coperto da risorse private del concessionario Società di Progetto Brebemi S.p.A., il quale recupererà il proprio investimento nei 19,5 anni di durata della concessione”.

La Lega contraria ai fondi per il Sud: troppo “piagnone” per Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture

 Berlusconi ha fatto sapere che il governo si appresta a destinare più fondi al Sud, e la maggioranza continua ad agitarsi per la questione meridionale e la possibile nascita di nuovi movimenti politici con una specifica connotazione territoriale. La Lega è contraria e con il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli, accusa il Sud di essere troppo piagnone.

“Ben venga una Lega del Sud, ma non credo che i meridionali si possano lamentare. C’ è una questione: devono imparare anche loro a fare le opere come le facciamo noi”. Dal governo Matteoli afferma intanto di avere la coscienza tranquilla “perchè al Ministero delle infrastrutture abbiamo fatto la migliore operazione possibile”. Il ministro sottolinea che “non poco è stato fatto da questo governo per il Sud. Bastano i fatti per contestare queste affermazioni. Mi permetto di replicare che il Sud non è solo la Sicilia e che non si può ridurre tutto al ponte sullo Stretto”.

L’ Mpa di Lombardo saluta positivamente l’ annuncio di Berlusconi ma incalza l’ esecutivo: “Dopo le parole attendiamo che il governo passi ai fatti. Ci aspettiamo che provveda rapidamente al reintegro dei fondi Fas e all’ effettivo varo di un piano straordinario per il Sud”, afferma Arturo Iannaccone, parlamentare e responsabile nazionale del dipartimento welfare e sanità del Mpa.

“La creazione di un dicastero per il Mezzogiorno – aggiunge – costruirebbe un segnale importante e potrebbe consentire di coordinare meglio le misure che si andranno ad adottare a sostegno dell’ economia meridionale”. Ma l’ ipotesi di un ministero ad hoc non convince tutti iribelli.

Norme Tecniche di Costruzione: chiesta la cancellazione della proroga

 Dal 2003 ad oggi sono stati emanati tre testi normativi diversi con standard di sicurezza differenziati. Il terremoto in Abruzzo ha riportato l’ attenzione sulla normativa in materia di progettazione antisismica, facendo riemergere tutti i problemi di redazione delle norme e i ritardi nell’ applicazione.

Lo scorso 8 aprile la Commissione Ambiente della Camera ha approvato una Risoluzione (proposta il 1° aprile dai deputati Dussin della Lega Nord e Realacci del PD) che impegna il Governo ad anticipare l’ entrata in vigore delle NTC di cui al DM 14 gennaio 2008, abrogando la proroga al 30 giugno 2010 fissata dalla Legge n. 14 del 27 febbraio 2009, di conversione del DL n. 207 del 30 dicembre 2008 Milleproroghe. Il ritiro della proroga potrebbe essere inserito tra le misure per la semplificazione dell’ attività edilizia previste dal Piano Casa.

La storia infinita delle proroghe
Il riordino della normativa in Italia inizia nel 2003 con l’ Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 che – pochi mesi dopo il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia – fornisce i primi elementi in materia di classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. Si tratta di una disciplina transitoria in vista di un riordino organico della materia, necessario a colmare un vuoto normativo che si trascina ormai da molti anni. L’ ordinanza riclassifica le zone a rischio sismico, dopo quasi vent’ anni dalla precedente classificazione, anche in considerazione degli eventi calamitosi accaduti in diverse regioni italiane.

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