Roberto Maroni: “Più soldi per la sicurezza”. Ma Bossi lo stoppa

 Il ministro dell’ Interno Maroni, intervenuto ieri a un convegno del sindacato di Polizia Sp, lancia un secco ultimatum al governo chiedendo al ministro Tremonti più fondi per la sicurezza. Sul tema delle risorse al comparto sicurezza “non possono esserci vincoli di maggioranza. Servono più soldi e la Lega è pronta a votare con l’ opposizione”.

Sicurezza. Roberto Maroni: “L’ 8 agosto si parte con le ronde”

 Il ministro dell’ Interno firmerà in settimana il decreto attuativo per le ronde. Lo ha annunciato lui stesso in un’ intervista al quotidiano della Lega nord, la Padania, puntualizzando che saranno regole precise e severe e che sarà il primo cittadino a decidere se e dove si faranno. Dopodiché si avvia tutta una procedura di garanzia che impegna la Prefettura. Per i cittadini che si mettono a disposizione per partecipare alle ronde sono previsti un periodo di formazione e controlli molto accurati.

Rispondendo a una domanda sugli scontri di Massa tra cittadini di destra e di sinistra, il ministro dice che l’ episodio di Massa non c’ entrava nulla con le ronde, ma si è trattato solo di un episodio di delinquenza politica. E con le nuove regole, aggiunge, dare vita a ronde politicizzate non sarà più consentito.

Con il nostro modello, il modello Verona, il sindaco valuta, decide se vuole o meno le ronde e nel caso stipula convezioni con delle associazioni. Poi interviene la Prefettura, che si limiterà a fare controlli su chi partecipa. “Mi sembra che tutto questo basti a evitare che sulle strade ci finiscano dei matti. Cosa che può succedere oggi, ma che dall’ 8 agosto non potrà più accadere. Così come non sarà più consentito che si costruiscano ronde politicizzate”.

Il presidente della Camera boccia la norma contenuta nel ddl sicurezza: “Pone problemi di costituzionalità”

 Una lettera di due pagine al ministro dell’ Interno, Roberto Maroni, inviata alla vigilia del ponte del primo maggio. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, il 30 aprile, si è rivolto al titolare del Viminale per segnalare eventuali “problemi di costituzionalità” di una norma, contenuta nel ddl sicurezza, che di fatto impedirebbe l’ iscrizione alla scuola dell’ obbligo dei bambini stranieri, se figli di genitori clandestini. Il ddl sicurezza, dunque, torna a smuovere il centrodestra e, dopo ronde e medici, la norma contesta, questa volta è quella ribattezzata dall’ opposizione dei “presidi – spia”.

“A prescindere dal giudizio su tale eventualità (a mio avviso negativo) che appartiene al dibattito politico, ti faccio presente – si legge nella lettera inviata dal presidente della Camera al ministro dell’ Interno – che si porrebbero problemi di costituzionalità e che da un attento esame della principale legislazione europea in materia di istruzione degli stranieri, non si evince alcuna normativa volta a discriminare l’ esercizio del diritto allo studio da parte di minori stranieri”.

La norma oggetto dell’ attenzione del presidente della Camera è il primo comma, lettera f, dell’ articolo 45 del disegno di legge che sarà di nuovo all’ esame dell’assemblea di Montecitorio. “Ti faccio presente – si legge ancora nella lettera – che la disposizione se, da un lato consente agli stranieri, anche se privi di permesso di soggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie” previste dal testo unico sull’ immigrazione, dall’ altro, “pone a questi ultimi dei limiti in ordine all’ accesso ai pubblici servizi, anche nel caso in cui i medesimi servizi rivestano carattere essenziale”.

Maroni: Nel mio vocabolario non esiste la parola sanatoria

 “Nel vocabolario del ministro dell’Interno non esiste la parola sanatoria, esisono le parole “constrasto all’immigrazione clandestina” e “sicurezza per i cittadinì”. Questa la replica del ministro dell’Interno Roberto Maroni rispetto ai dati pubblicati sull’immigrazione clandestina in Italia ed anche alla questione dei 600mila immigrati rimasti fuori dall’ultima regolarizzazione. “Stiamo lavorando, vedremo. Conosco la questione, stiamo valutando. La priorità – osserva l’esponente della Lega Nord – è garantire la maggior sicurezza ai cittadini.

Amato: In occasione della notte elettorale, il ministero dell’Interno sarà una casa di vetro

In occasione della notte elettorale il ministero dell’Interno sarà una ‘casa di vetro’, nella quale si lavorerà in base al principio di legalità, come sempre è stato fatto. Questo il punto fermo che il titolare del Viminale ha tenuto a ribadire e sottolineare a più riprese nel corso dell’incontro con i giornalisti avente ad oggetto la diffusione dei dati elettorali.

Il ministro Giuliano Amato ha annunciato poi l’invito rivolto agli ex ministri dell’Interno Maroni, Scajola, Pisanu e Bianco a trascorrere insieme a lui la “notte delle elezioni”.
«Mi rendo conto, – ha aggiunto il ministro – ed il passato ce l’ha dimostrato, che la notte elettorale è una notte del tutto particolare in cui si immaginano cose al di là del realizzabile. Ma il Viminale ha sempre praticato il suo lavoro in maniera corretta oggi come nel caso di chi mi ha preceduto. Qui non ci sono cassetti segreti per muovere le leve elettorali».

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