Il governatore della Banca d’ Italia e presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa, quale presidente dell’ Fsb, al termine del vertice dei ministri economici e dei banchieri centrali del G20, ha ammesso che la situazione economica sta migliorando gradualmente, ma ha invitato alla vigilanza e alla prudenza.
mario draghi
Crisi: Tremonti contesta Draghi
«Per fortuna c’era il Financial Stability Forum, e figuratevi se non c’era; i ragazzi hanno fatto un grande lavoro…». Giulio Tremonti è convinto che il susseguirsi dei crac e degli scandali finanziari sia figlio del «fallimento dei regolatori» e, nel dirlo, chiama indirettamente in causa il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che del Fsf è presidente. Ora che si sta reimpostando il quadro internazionale, il ministro dell’Economia ritiene «demenziale stare ad ascoltare le lezioni di chi non ha capito nulla o ha capito troppo» su quanto è accaduto. Era un problema sollevato anche dalla Regina Elisabetta in un discorso alla London School of Ecomomics, ricorda con ironia, quando chiese: «Come mai nessuno se ne era accorto?».
Succede tutto poco dopo le otto della sera, quando l’uomo di via XX Settembre arriva in giustificato ritardo alla riunione informale straordinaria dei ministri Ecofin convocata a Parigi dalla presidenza francese. Draghi è già in sala da un pezzo, per la prima volta un numero uno del Fsf (l’organismo di supervisione globale del quale fanno parte governi e autorità di vigilanza) è stato invitato a spiegare le terapie delle turbolenze che hanno messo al tappeto l’economia planetaria. Tremonti si ferma coi giornalisti e lancia il sasso in quello che sino ad allora era stato uno stagno. Più tardi dirà «stavo scherzando», ma la freddezza con cui Draghi prende le distanze dalle sue parole – «il Governatore non commenta queste cose» e «non replico alle battute» – offre la misura della temperatura fra i due. S’inizia con le code della frode Madoff, caso lampante in cui «la massa raccolta coincide con la refurtiva».
Draghi: Stagnazione fino al 2009. Le banche siano più attente alle famiglie
Non è rosea la previsione di Mario Draghi sulla durata della crisi economica che investe l’Italia. Per il governatore di Bankitalia, intervenuto durante la 84° Giornata mondiale del Risparmio, “la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del prossimo anno».
Draghi promuove le misure anticrisi e chiede una risposta forte al sistema, soprattutto sul piano della politica economica. La premessa da cui parte è che “sulla base dell’evoluzione della domanda mondiale oggi prevista dai principali organismi internazionali, la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del prossimo anno”.
Sarà dunque necessaria una pronta reazione da parte del il sistema bancario e del governo italiano. “Occorre innanzitutto evitare che la crisi si traduca in una severa contrazione dei flussi di credito all’economia reale; in secondo luogo, è necessario attivare efficaci politiche di sostegno che contrastino le tendenze recessive in atto”.
Italia, è allarme recessione. Draghi: Colpite le famiglie
Per l’Italia è allarme recessione. Quello che si temeva per il nostro Paese, viene confermato dalle ultime stime del Fondo Monetario Internazionale. E certificato anche dalle parole del governatore di Bankitalia Mario Draghi che rileva «segnali negativi per i prossimi trimestri». Nello stesso giorno in cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annuncia un «tavolo, a Palazzo Chigi, con banche e imprenditori», Bankitalia e Fmi lanciano l’allarme sullo stato di salute dell’economia italiana, sulla scia della crisi dei mutui.
«CALANO I CONSUMI» – «Dopo il calo del Pil nel secondo trimestre i più recenti indicatori confermano segnali negativi per i prossimi trimestri». È questo l’allarme lanciato da Mario Draghi, in audizione in Senato.
Draghi: L’Italia può tornare a crescere, ma le tasse vanno ridotte
Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi fa l’ analisi dello stato di salute dell’economia e dei conti pubblici e spiega che la debolezza dell’economia internazionale proseguirà “almeno per l’anno in corso” ma il Paese “ha desiderio, ambizione, risorse per tornare a crescere”.
Una crescita senza la quale sarà difficile migliorare i risultati dei conti pubblici che quest’anno “si prospettano meno favorevoli”.
E i protagonisti della rinascita italiana dovranno essere i giovani, aggiunge Draghi, “oggi mortificati da un’istruzione inadeguata, da un mercato del lavoro che li discrimina a favore dei più anziani, da un’organizzazione produttiva che troppo spesso non premia il merito e non valorizza le capacità”.
Quindi, indica cause e ricette: innanzitutto il contenimento della spesa che va ridotta rispetto al pil e i criteri da seguire sono “efficienza e crescita” senza i quali il risanamento dei conti pubblici viene reso più difficile, ma anche un fisco troppo pesante – 3 punti sopra la media europea, molto di più rispetto ad altri Paesi come Usa e Giappone – per il quale è necessario un piano per la “pluriennale riduzione di alcune importanti aliquote d’imposta” che “migliorerebbe le aspettative di famiglie e imprese”.