Alitalia: Ligresti “apre” la cordata italiana

 Dopo il prestito ponte da 300 milioni “elargito” dal governo Prodi ad Alitalia sembra prendere corpo la famosa cordata italiana evocata da Berlusconi in campagna elettorale. Lo schema a cui sta lavorando da qualche settimana Bruno Ermolli, il consulente incaricato dal Cavaliere di sondare alcuni investitori per un eventuale intervento in Alitalia, in realtà è molto semplice. Le risorse complessive da mettere in campo sono stimate tra 700 milioni e un miliardo di euro da suddividersi in tre diverse categorie di investitori. Un terzo dovrebbe spettare a Carlo Toto, il patron di AirOne che potrebbe conferire la sua compagnia aerea, dotata di preziose opzioni su nuovi aerei, in cambio di una partecipazione azionaria importante ma non maggioritaria; un altro terzo delle risorse verrebbe versato dalle banche e l’ultimo terzo da una cordata di imprenditori privati. Una volta costituito questo “nocciolone” di investitori tutti battenti bandiera italiana si avrebbe la base sufficiente per negoziare una partnership con una importante compagnia straniera, da posizioni di forza e senza essere costretti ad accettare proposte irricevibili come quella sollecitata ad Air France-Klm. Tra questi investitori ci sarà sicuramente Salvatore Ligresti, uscito ieri allo scoperto dopo le ultime indiscrezioni, ma è possibile che anche la Pirelli di Marco Tronchetti Provera possa mettere una piccola quota giustificando l’intervento con la necessaria salvaguardia di Malpensa. Ma anche finanzieri di lungo corso come Francesco Micheli potrebbero non tirarsi indietro di fronte alla possibilità di mantenere Alitalia in mani italiane e magari fare anche un buon affare.

Alitalia: in attesa del futuro arriva un po’ d’ossigeno

 Il nuovo governo intende decidere in tempi brevi quale strada intraprendere per dare un futuro ad Alitalia. Il bivio mostra da un lato un’alleanza internazionale con Air France-Klm e da un altro, come soluzione transitoria, il risanamento attraverso una cordata italiana, con AirOne come partner industriale, per rimandare le nozze con un vettore internazionale a tempi e condizioni migliori. In via XX Settembre, intanto,si studia la struttura e il nome da dare all’iniezione di liquidità, che sarà fatta a condizioni di mercato, come richiesto da Bruxelles, in modo da non incorrere in una sanzione, visto che Alitalia non può usufruire di aiuti di Stato sino al 2011. Forse non si chiamerà prestito ponte, ma qualunque sia la dizione giustificherà la necessità di garantire il diritto alla circolazione dei cittadini. Una decisione bipartisan, quella di garantire la continuità aziendale, emersa durante un incontro a palazzo Chigi, tre giorni fa, fra Enrico e Gianni Letta che torneranno ad incontrarsi in settimana molto probabilmente anche per annunciare ufficialmente il provvedimento.

Intesa bipartisan per Alitalia

 L’epoca dello scontro totale su Alitalia sembra archiviata e il nuovo obiettivo del Governo Prodi e del premier in pectore, Silvio Berlusconi, è quello di trovare una soluzione bipartisan per garantire la continuità aziendale e poter così chiudere il dossier privatizzazione in tempi brevi. E’ questo il primo risultato che hanno messo a segno i due ambasciatori, Gianni ed Enrico Letta, in un incontro a Palazzo Chigi al quale hanno preso parte anche il super consulente del Cavaliere, Bruno Ermolli (che cura la costruzione della cordata italiana), il sottosegretario al Tesoro Massimo Tononi e il direttore generale Vittorio Grilli.

Chiara la richiesta del Pdl al governo uscente: evitare il collasso prima dell’insediamento del nuovo Esecutivo. Trovare la soluzione per far superare ad Alitalia la metà di maggio senza finire in Tribunale non è comunque cosa facile: una linea di credito o un’iniezione di liquidità sono le due strade possibili. Ma certo non sono facili da percorrere. Ragion per cui il governo Prodi avrebbe fissato i propri paletti: scongiurare il commissariamento è possibile, a patto che dal Pdl arrivi una chiara e pubblica assunzione di responsabilità su questo punto.

Air France-Klm è l’unica soluzione per Alitalia. Per Letta è possibile riaprire con Spinetta

“La liquidità nelle casse di Alitalia sta terminando. La proposta di Air France-Klm è l’unica proposta sul tavolo, la nostra compagnia di bandiera non può rimanere in piedi da sola. Inoltre, come ricordato dal commissario europeo alla concorrenza, l’immissione di nuovi fondi pubblici è impossibile”. Si è espresso in questi termini il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, all’inizio del colloquio a Palazzo Chigi tra Governo e le nove sigle sindacali presenti in Alitalia. Alla riunione hanno aprtecipato anche il ministro del Trasporti, Alessandro Bianchi, quello dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, e il sottosegretario all’economia Massimo Tononi.

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