Santanchè: Pronta a morire per la Destra e i suoi valori

 Sono pronta a morire per difendere la Fiamma e i suoi valori. A voler fare i moderati a tutti i costi si rischia di diventare modesti, e noi questo non lo vogliamo. Siamo un partito ‘incazzato’ e con la bava alla bocca, pronto a difendere gli interessi degli italiani senza guardare in faccia a nessuno”.

Così Daniela Santanchè, candidata premier de La Destra, ha salutato le persone accorse in piazza della Rotonda, a Roma, di fronte al Pantheon, per la chiusura della campagna elettorale del partito.

“Sono contenta di chiudere la mia campagna elettorale qui a Roma – ha aggiunto il candidato premier de La Destra – In Parlamento non vi tradirò, perché so cosa vuol dire essere traditi. Ci hanno proposto un’alleanza elettorale chiedendoci di eliminare il simbolo della fiamma tricolore e noi abbiamo orgogliosamente rifiutato”.

”Senza questo simbolo non ci sarebbero più 60 anni gloriosi di storia e di passione politica. Non ci vergogniamo del nostro passato, anzi ne andiamo fieri”. “Noi siamo quelli – ha proseguito la Santanchè – che sentono un brivido lungo la schiena quando ascoltano l’inno nazionale, e che si emozionano quando vedono una bandiera italiana. Per mettere una crocetta sul simbolo de La Destra nella cabina elettorale non ci vogliono persone con le palle di velluto, quelli li lasciamo altrove”.

Nella lettera di Veltroni a Berlusconi, quattro principi per l’Italia

 Caro Berlusconi,

mi rivolgo a lei perché penso si debba condividere, da italiani prima ancora che da candidati alla guida del Paese, una sincera preoccupazione, resa tale da recenti atti e dichiarazioni politiche. E perché credo sia giusto e doveroso assumere, di fronte al popolo italiano, a tutti i cittadini, un impegno di chiarezza su alcune grandi questioni di principio, questioni che chiamerei di lealtà repubblicana.

Non penso ovviamente agli aspetti legati ai nostri programmi di governo. Questi sono, e devono essere, distinti e alternativi, lasciati al libero confronto politico, come avviene nelle grandi democrazie. Saranno gli italiani a giudicare la bontà delle nostre proposte, la loro concretezza, la loro attuabilità. E chi guadagnerà un solo voto in più, è la mia convinzione che voglio ribadire ancora una volta, avrà il compito e l’onore di governare l’Italia, sulla base proprio del suo programma.

preload imagepreload image