Sindacato contrario a sottostima inflazione

La Cisl ribadisce la propria contrarietà alla scelta del Governo di prevedere nel Dpef un tasso d’inflazione programmata all’1,7%. “In questo modo si rischia di mettere a repentaglio le condizioni favorevoli alla trattativa sul rinnovo del modello contrattuale” ha osservato il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni commentanto i propositi del Governo. “Con una inflazione programmata così bassa -ha proseguito- di fatto si indebolisce la possibilita’ di rafforzare proprio il secondo livello di contrattazione. Occorre perciò trovare una strada diversa se si vogliono davvero tutelare i redditi dall’inflazione”.
A ribardire le critiche sulle scelte governative è intervenuto anche il Segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini affermando che: “I lavoratori non devono piu’ pagare una sottostima dell’inflazione: non e’ possibile che il tasso di inflazione programmato, oggi all’1,7 per cento e sul quale si basa la contrattazione, sia a meno della meta’ dell’inflazione dichiarata dall’Istat al 3,7 per cento”.

Istat: Redditi degli italiani scesi sotto la media Ue

 Il calo della produttività ha trascinato al ribasso anche i redditi degli italiani, un tempo più ricchi della media europea, che sono scesi in sette anni sotto il livello medio, colpiti da un generale impoverimento. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat.

La crisi di produttività dell’economia “non solo ha frenato la crescita del reddito degli italiani ma, dato che gli altri Paesi europei nel frattempo hanno continuato a crescere a ritmi più elevati, ha provocato un netto ridimensionamento del suo posizionamento a livello internazionale”, sottolinea l’Istituto. A causa dell’insufficiente dinamica della produttività, infatti, l’Italia ha subito tra il 2000 e il 2006 un grave quanto unico impoverimento complessivo rispetto ai Paesi dell’Ue: “il valore del reddito per abitante che nel 2000, misurato in parità di potere d’acquisto, era di 4 punti percentuali superiore alla media dell’Ue-15, è caduto nel 2006 a un valore di 8 punti inferiore alla media”. Eurostat stima inoltre che nel 2007 si sia perso un altro punto percentuale.

“In altri termini, l’impoverimento medio degli italiani rispetto all’insieme degli abitanti dell’Ue-15 si può oggi quantificare in circa 13 punti percentuali”.

Pil: crescita “a sorpresa” nel primo trimestre

 Secondo i dati Istat, nel primo trimestre 2008 il prodotto interno lordo dell’Italia e’ cresciuto dello 0,4% rispetto all’ultimo trimestre del 2007. La crescita tendenziale, ovvero rispetto al primo trimestre 2007, e’ dello 0,2%. Si tratta della stima preliminare. Il dato il dato e’ leggermente migliore delle previsioni degli analisti. Il dato e’ migliore delle previsioni degli analisti. Nell’ultimo trimestre del 2007 l’istituto aveva rilevato un decremento congiunturale dello 0,4% per un aumento dello 0,1% su base annua. Il primo trimestre del 2008 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente ed una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre 2007. Nel confronto internazionale, aggiunge l’Istat, nel primo trimestre 2008 il Pil è cresciuto su base trimestrale dell’1,5% in Germania, dello 0,6% in Francia, dello 0,4% nel Regno unito e dello 0,1% negli Stati uniti. Su base annua la Germania ha registrato una crescita del 2,6%, gli Stati uniti e il Regno unito del 2,5% e la Francia del 2,2%. Nel complesso, i paesi dell’area euro sono cresciuti dello 0,7% su base trimestrale e del 2,2% su base annua. Il quarto trimestre del 2007 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2007 e due giornate in più rispetto al quarto trimestre del 2006.

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