Intercettazioni, coro di proteste

Continua la polemica sulle intercettazioni. Dopo le proteste lanciate dall’Associazione Nazionale Magistrati, anche all’interno della maggioranza ci sono dubbi sulle decisioni del premier Berlusconi. Ancora una volta a sollevare perplessità c’è l’opposizione. Una posizione appoggiata dal sindacato dei giornalisti, che si dice pronto ad ogni azione per contrastare il progetto del governo in nome del diritto all’informazione.

“Le intercettazioni sono uno strumento insostituibile per le indagini non solo contro la criminalità organizzata e il terrorismo, ma contro l’usura, la criminalità economica, il riciclaggio, gli omicidi, i sequestri, la pedofilia”, così il segretario del sindacato delle toghe, Giuseppe Cascini, intervistato da Sky Tg24. Ed ha precisato: “senza le intercettazioni telefoniche, l’azione di contrasto nei confronti del crimine diventa più debole e più difficile”.

Questa la dichiarazione della magistratura in merito all’intezione del governo Berlusconi di introdurre il veto alle intercettazioni telefoniche, a partire dal prossimo Consiglio dei ministri, escludendo quelle che riguardano la criminalità organizzata e il terrorismo.

Veltroni: Sulle intercettazioni, provvedimenti gravi e sbagliati che impediscono le indagini

 Bandire l’uso delle intercettazioni. Dopo il reato di immigrazione clandestina, per il premier Silvio Berlusconi è questa la priorità per l’Italia. Guerra quindi a chi ne fa ricorso, una guerra che coincide anche con il carcere. Il nuovo presidente del Consiglio ha detto chiaramente durante il congresso dei giovani imprenditori, tenutosi a Santa Margherita Ligure, che la vera urgenza è bandire l’uso delle intercettazioni nelle indagini dei magistrati e punire duramente che le fa e chi le pubblica, per questo ha anche annunciato che nel prossimo Consiglio dei ministri sarà varato un provvedimento che vieterà in maniera assoluta l’uso delle intercettazioni telefoniche, tranne che per quelle indagini su mafia, camorra, ndrangheta e terrorismo. Resteranno fuori dunque i reati finanziari e altre cose. E non è finita qui, perché Berlusconi ha anche fatto sapere che sarà prevista una pena di cinque anni per chi le ordina, cinque per chi le esegue e cinque per chi le pubblica. In poche parole un’altra legge ad personam e un vero attacco alla libertà di stampa. Difatti ha anche avvisato che gli editori che le pubblicheranno saranno previste “penalizzazioni finanziarie importanti”.

Berlusconi ai giovani imprenditori: Per pagare meno tasse, devono pagarle tutti

Il premier Silvio Berlusconi ribadisce, davanti alla platea dei giovani industriali, la propria linea in politica economica, ricordando la ormai celebre “equazione del benessere: meno tasse per le famiglie, il lavoro, le imprese vuol dire più consumi, più produzione, più posti di lavoro, più soldi nelle casse dell’erario. Il che consente di investire nelle infrastrutture e anche di ridare qualcosa a quella parte della società più emarginata”.
“Per pagare tutti meno tasse, bisogna che tutti le paghino e quindi dobbiamo continuare la lotta all’evasione fiscale”, ha detto il premier nel corso del suo intervento al convegno dei giovani imprenditori.
“Dobbiamo continuare la lotta all’evasione se è vero che ci sono 100 miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato”, ha spiegato, sottolineando come la riduzione della pressione fiscale rappresenti una delle priorità del governo.

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