Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia: “Lo Stato non può sottrarsi, neppure in parte, al dovere di integrare i bilanci comunali, privati dell’ introito dell’ Ici della prima casa” Assoedilizia, in relazione al bilancio del Comune di Milano che presenta il problema della mancata copertura in via compensativa integrale dell’ Ici da parte dello Stato, a seguito della esenzione dall’ imposta prevista per le abitazioni principali in proprietà, esprime preoccupazione che ciò possa dar luogo ad un inasprimento della pressione fiscale sugli immobili ancora soggetti ad Ici.
gettito fiscale
Il Governo esclude la Cedolare secca sugli affitti. Assoedilizia: grave errore di politica economica
Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici
La mancata introduzione della cedolare secca sui redditi da locazione è un grave errore di politica economica in cui incorre il Governo; soprattutto in questo momento di seria crisi economica.
Questa misura, applicata a tutti i contratti di locazione, potrebbe concorrere a far emergere il sommerso del settore; ma, soprattutto, in prospettiva, sposterebbe dall’ area della esenzione fiscale a quella della tassazione una rilevante massa di abitazioni e produrrebbe un incremento del PIL dell’ ordine dell’ 1-1,5 % .
Si è parlato tanto di cedolare secca e si è detto che il peso per le casse pubbliche è superiore ai vantaggi derivanti dal recupero Irpef, conseguente all’ emersione del nero nel comparto della locazione. Ma la questione è assai più complessa perché si tratta di un problema non solo di Irpef diretta, ma di complessivo effetto propulsivo nei confronti della nostra economia e del gettito fiscale.
Economia. Nuovo record del debito pubblico italiano, in calo le entrate tributarie
Questa la situazione del nostro paese indicata dalla Banca d’ Italia. Il deficit è salito in valore assoluto a 1.750,4 miliardi di euro, aumenta soprattutto quello delle Regioni. Il gettito fiscale, invece, perde 3,9 miliardi. I consumatori: “83.000 euro sulle spalle di ogni famiglia”.
Ad aprile il debito pubblico è salito in valore assoluto a 1.750,4 miliardi di euro. Una forte accelerazione si sta registrando, in realtà, dall’ inizio del 2009: il tradizionale trend crescente dei primi mesi ha visto quest’ anno lo stock del debito salire del 5,3% rispetto ai 1.662,6 miliardi registrati alla fine del 2008. Il balzo maggiore si era registrato tra febbraio e marzo (quando si è passati da 1.707,1 a 1.741 miliardi), ma aprile ha comunque segnato una crescita di ulteriori 9 miliardi (+0,5% rispetto al mese precedente).
La dinamica crescente è dovuta soprattutto ai conti delle amministrazioni centrali, ma anche le amministrazioni locali hanno visto lievitare il proprio debito. A livello centrale il debito è salito da 1.637,8 a 1.647,1 miliardi mentre le amministrazioni locali hanno contribuito con un miliardo, passando da 128,6 a 129,6 miliardi. Dopo aver segnato un calo a marzo, dunque, le amministrazioni locali tornano a perdere denaro.
A salire è in particolare il debito pubblico delle Regioni, che passa dai 41,6 miliardi di marzo ai 42,6 miliardi di aprile. Cresce anche il debito dei comuni, seppure in maniera contenuta, e sale da 48,2 a 48,7 miliardi mentre sostanzialmente stabile è quello delle province che si attesta attorno ai 9,2 miliardi.
La grande crisi. Verso il G20
Ristabilire la fiducia dei cittadini e dei mercati attraverso segnali forti e misure concrete, senza cadere nella trappola del protezionismo: questi gli obiettivi politici che il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti sosterranno a Berlino nel vertice dei principali Paesi europei dedicato alla crisi in vista del G20 di Londra. “Contro la crisi serve un approccio coordinato, l’ Italia è solida» dice Berlusconi. In un’ intervista al quotidiano tedesco Bild, Berlusconi ha affermato che per l’ Italia sarà più facile uscire dalla crisi, grazie alla “propensione degli italiani al risparmio”. “Abbiamo un elevato debito pubblico, ma un debito privato più basso di quello di altri Paesi del G8 – ha spiegato il premier.
Questa, oltre alla solidità del nostro sistema bancario, è una delle ragioni per le quali il Fondo monetario internazionale prevede per noi un’ uscita dalla crisi più facile rispetto ad altri Paesi”. Per il premier “un approccio coordinato alla crisi è la chiave della ripresa”. “A una sfida globale vanno date risposte globali. Ecco perché ci stiamo muovendo in modo sinergico e perché nessuno può pensare di attaccarsi alla ruota dell’ altro. Ciascuno deve fare la sua parte”.