PDL: Fini, 13 aprile nuova festa della liberazione. Uniti si cambia l’Italia

 Manifestazione elettorale a Milano con Berlusconi: “Alleanza nazionale non mette da parte la sua storia”
“Potremo intestare al Pdl di aver dato vita il 13 aprile ad una nuova stagione ma di liberazione”. Questo uno dei passaggi più significativi dell’intervento di Gianfranco Fini nel corso della manifestazione elettorale al Palalido di Milano con il candidato premier del Pdl Silvio Berlusconi. “Facciamo del 13 aprile la nuova festa della liberazione dall’utopia, dagli inganni e dai fallimenti della sinistra – continua Fini – e certamente ci sono le condizioni perché tutto ciò accada e non perché lo dicono i sondaggi, ma perché gli italiani sanno fare il paragone di come stanno oggi e come stavano prima”. Alleanza Nazionale, spiega, “mette da parte il simbolo, ma non la sua storia. Abbiamo deciso di guardare al futuro”. Fini parla di “rivoluzione conservatrice che ci impegniamo a realizzare quando torneremo al governo”. “L’Italia – prosegue – ha la possibilità di dar vita alla rivoluzione dei meriti. Quello che ci chiedono, dal Nord al Sud, è una società in cui va avanti chi è bravo, chi si impegna”.

Fini: “I delinquenti siano condannati a lavorare”

 Il presidente di An, Gianfranco Fini, nel corso del suo intervento a Firenze alla Fortezza da Basso nella seconda giornata dei ‘gazebo days’, si concentra sui temi della sicurezza e della legalità e avanza l’idea di introdurre un deterrente per i delinquenti: “Molte volte chi delinque non ha paura del carcere ma ha paura di essere condannato a lavorare. Avanzo qui una proposta prima che Veltroni la faccia sua come ha già fatto con altre, e cioè non di condannarli ai lavori forzati, come qualcuno scriverà domani, né di mettere i delinquenti con la palla al piede come avviene in Alabama. La mia proposta è quella di condannarli a lavorare tanti giorni e tante ore finché non hanno pagato il debito con lo Stato”. Fini sottolinea inoltre la necessità della certezza della pena e accusa la sinistra di aver dato vita a una legislatura che invece di porre l’attenzione “sul diritto sacrosanto della vittima si è concentrata piuttosto sui diritti dei colpevoli”.

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