Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, di comune accordo, archiviano il processo breve

 E intanto la legge sul processo breve passerà alla Commissione giustizia della Camera, dove, si dice, subirà delle modifiche, forse senza la norma ad personam, e tornerà in Senato. In sintesi, non se ne farà più nulla. Ovvero la legge già timbrata da un ramo del Parlamento potrebbe venir fuori se Berlusconi dovesse ritrovarsi completamente indifeso, davanti ai giudici milanesi, contro le condanne incombenti. Si dubita tuttavia che Silvio Berlusconi ricorrerebbe a questa escamotage, poiché si renderebbe conto dello sconvolgimento enorme per l’ intero sistema della giustizia. L’ intesa tra Berlusconi e Fini punta sul legittimo impedimento.

Giustizia. È polemica

 Mentre al Senato si procede alle votazioni sul disegno di legge che istituisce il processo breve, il Consiglio superiore della magistratura insiste sulle frasi pronunciate da Berlusconi, il quale ha paragonato l’ aggressione di alcuni giudici nei suoi confronti a quella fisica subita un mese fa in piazza Duomo. La prima commissione del Csm ha aperto un fascicolo per accuse rivolte in precedenza da Berlusconi ai magistrati. Il coordinatore Pdl Sandro Bondi definisce l’ intervento del Csm “una vera e propria aberrazione della concezione del diritto e della democrazia e rappresenta una grave intimidazione”.

Riforme. Napolitano e Fini esortano alla coesione nazionale

 Il presidente della Repubblica interviene a Castel Capuano a Napoli alla cerimonia in occasione del 50.mo anniversario della scomparsa di Enrico De Nicola, l’ uomo delle “due, ardue transizioni: quella dalla monarchia alla repubblica e quella dalla nascita della repubblica alla sua costituzionalizzazione”. De Nicola è un esempio da seguire, come presidente della Camera e come capo dello Stato, dice Napolitano.

Incontro Fini – Berlusconi dopo l’ Epifania?

 Il presidente della Camera aveva chiesto a Berlusconi un incontro per alcuni chiarimenti a cominciare dalla necessità di rinegoziare il patto fondativo del Pdl. In realtà Fini non si sente rappresentato da nessuno dei tre coordinatori del partito. Sembra fallita la logica spartitoria 70 – 30 su cui si fondava la fusione Fi – An.

Tremonti invita ad un confronto costruttivo. Anche Bossi apre all’ opposizione per riforme condivise

 Il ministro dell’ Economia Tremonti è per un dialogo governo – Pd. D’ Alema, dal canto suo, dichiara che “è l’ora di mettersi in gioco”. D’ accordo Bossi. Il presidente del Senato Schifani invita a sostenere i “segnali incoraggianti” dell’ opposizione. Era stato il ministro dell’ Economia a lanciare l’ invito ad un confronto costruttivo. Giulio Tremonti, infatti, propone all’ opposizione riforme “da fare in Parlamento o in alternativa con l’ elezione di un “corpus” politico ad hoc”.

Il presidente della Camera: “Le parole di Napolitano sono una stella polare”

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante la cerimonia di scambio di auguri natalizi con la stampa parlamentare, ha lanciato un appello: “Nell’ attuale infuocato clima politico tutti dovrebbero ricordare le parole di Giorgio Napolitano. Credo che non sia il caso di aggiungere nulla di più a quello che è stato detto, in modo meditato e ripetuto, dalla suprema magistratura repubblicana che è il capo dello Stato. Sarebbe sufficiente che questo fosse l’ orientamento di tutte le forze politiche. Sarebbe un significativo passo avanti”.

Scontro tra il Presidente della Camera e il ministro dell’ Economia Tremonti

 Dura la presa di posizione di Fini alla scelta di porre la fiducia sulla Finanziaria: “deprecabile” ha definito la mossa del governo. “Credo – afferma Fini – che si possa dire che da parte delle opposizioni si sia registrato un atteggiamento non ostruzionistico. Pertanto, porre la questione di fiducia è una prerogativa legittima dell’ Esecutivo, ma poteva essere evitata dal momento che anche sul fronte del calendario vi erano tutte le garanzie che i tempi fossero rispettati”.

Berlusconi – Fini: è scontro. Durante la puntata di Ballarò Fini replica: “Il Premier non c’ entra con la mafia. Ma non cambio opinione su ciò che ho già detto”.

 In un momento delicatissimo della sua vita politica, Silvio Berlusconi si dibatte tra la voglia di far esplodere la rabbia, soprattutto per il tono confidenziale usato dal presidente della Camera Gianfranco Fini nel criticarlo con un procuratore della Repubblica, e la consapevolezza di dover andare avanti, tenendo ferma la barra del governo e della maggioranza.

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