Fondi per 693 milioni per il rinnovo dei contratti pubblici nel 2010, l’ estensione delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni anche nel 2012, una norma per evitare un buco da 3 miliardi sulle pensioni agricole. E poi la formula di rito in base alla quale le maggiori risorse che dovessero emergere dai conti pubblici saranno utilizzate per abbattere le tasse su lavoratori e dipendenti con famiglie numerose e a basso reddito.
Una Finanziaria leggera – tre articoli e tante tabelle – quella approdata ieri al Consiglio dei Ministri. La relazione introduttiva del governo ha spiegato che la manovra è indirizzata a stimolare la crescita mantenendo la stabilità dei conti pubblici e che «contestualmente al miglioramento delle prospettive di crescita sarà ripreso il percorso di risanamento della finanza pubblica». Così, anche se il deficit 2010 sarà al 5% si ridurrà progressivamente fino al 2,2 per cento del 2013.
Arrivano subito le prime critiche dell’ opposizione. «Sembra che a non far nulla si venga premiati. Siamo di fronte ad una finanziaria light, che non farà nulla e che pare vada bene così». Severe le parole di Pierluigi Bersani, secondo il quale c’ è il rischio di un lungo periodo di stagnazione» e a soffrire di una crisi drammatica è il Mezzogiorno. Rapinare di risorse il Sud è stato un atto irresponsabile.
Marina Sereni, vicepresidente dei deputati PD, osserva che “le scarse anticipazioni che arrivano sui contenuti della legge Finanziaria, il fatto che le Regioni abbiano disertato il tavolo a Palazzo Chigi, che la Cgil ne abbia fortemente criticato l’ impianto e che Confindustria abbia fatto sapere quali sono le sue priorità, non ci fanno ben sperare”.