Federalismo, accordo nella maggioranza

 “È andata bene”, dice Umberto Bossi uscendo da casa Berlusconi alle undici ieri sera. E poi un “sì” con un cenno del capo che lascia pochi dubbi a chi gli chiede se è stato trovato l’accordo sul federalismo fiscale. C’è voluta una cena al termine di una lunga giornata di incontri e tessiture per trovare la quadratura nel governo sul testo della riforma. “Via libera preliminare”, dovrebbe essere questa la formula con la quale il Consiglio dei ministri di oggi licenzierà il Federalismo.

Federalismo: Frenata PdL, stasera il vertice

Per tutto il pomeriggio di ieri si è vociferato che un incontro tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, con all’ordine del giorno i tempi di attuazione del federalismo fiscale, si sarebbe svolto in serata. Poi è arrivato l’annuncio che l’appuntamento era rinviato a oggi.
Il premier e il ministro per le Riforme si incontreranno questa sera, dopo il ritorno di Berlusconi da Londra. A far innervosire Bossi è stato l’annuncio che la maggioranza non ritiene opportuno accelerare il via libera al disegno di legge sul federalismo fiscale. Nel Consiglio dei ministri di domani il tema non appare all’ordine del giorno, a differenza dei provvedimenti sull’emergenza carceraria.

Gli amministratori avvertono: Sul federalismo, il governo parli chiaro o non ci stiamo

“Se mi chiedete se sono favorevole al federalismo fiscale, la mia risposta è sì. Se mi chiedete se i tempi siano maturi per farlo, la mia risposta è che siamo in ritardo. Se mi chiedete se riusciremo a fare il federalismo fiscale, la mia risposta è che a queste condizioni è praticamente impossibile”. Queste parole sono del sindaco di Bologna Sergio Cofferati, che, nel corso di un dibattito tra amministratori locali tenutosi alla Festa Democratica di Firenze, a cui hanno preso parte anche il presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, non nasconde tutte le sue perplessità riguardo alle modalità con le quali il governo ha deciso di affrontare il delicato tema del federalismo fiscale.

Calderoli: ecco come funzionerà il federalismo fsicale

 Il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, spiega come saranno le tasse con il federalismo fiscale: “Il mio modello – illustra intervistato da Libero – prevede, per esempio, che i Comuni oltre una certa dimensione potranno gestire i tributi stabiliti dallo Stato o dalle Regioni con una flessibilità che va da zero a 100: quel Comune potrà decidere se e come metterlo. Chi vive ad Avellino potrà confrontare cosa fa il Comune di Nembro (provincia di Bergamo) e vedere se paga di più o di meno e che servizi riceve in cambio”. L’esponente del Carroccio nega che si crei una concorrenza tra enti locali: “Preferisco parlare di confronto: il Comune avrà diritto di decidere deduzioni, detrazioni ed esenzioni. Per esempio potra’ scegliere se mettere una tassa sul turismo. O decidere di esentare gli alberghi per promuovere il settore”. Nuove tasse? No, secondo Calderoli: “Io penso a cose nuove. Se abbiamo 10 tasse vorrei raggrupparle facendone una sola.

Federalismo, Bossi minaccia: fare presto o dovremo pensare a soluzioni molto più sbrigative

Malgrado il prossimo Consiglio dei ministri sia fissato per il 28 agosto, la Lega spinge perchè entro i primi quindici giorni di settembre il Consiglio dei ministri dia via libera al disegno di legge sul federalismo da discutere in Parlamento e definisca nel dettaglio le norme che riguarderanno in particolare il sistema fiscale del nuovo assetto dei rapporti tra Stato, Comuni, Regioni e Province.
Di tutto questo hanno discusso ieri sera a Lorenzago in una cena di lavoro Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Giulio Tremonti. Un primo accordo tra i tre ministri è ritenuto il primo passo decisivo per il varo della riforma che è da anni il cavallo di battaglia del Carroccio.
‘Speriamo che questa sia la volta buona, altrimenti dovremo pensare ad altre soluzioni molto più sbrigative. La volontà popolare di conquistare la libertà può avvenire anche attraverso i mezzi che sa usare il popolo’, ha detto in modo sibillino Bossi, facendo intendere che la Lega potrebbe perdere la pazienza se non riceverà particolari rassicurazioni dai suoi alleati.

Calderoli: Sulla casa una sola tassa invece di dodici

 “Tutta questa polemica sull’Ici è la classica chiacchiera agostana”. Parlando attraverso le colonne de La Padania e de Il Tempo, il ministro per la Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli chiarisce la posizione della Lega Nord a proposito della reintroduzione dell’Ici di cui ha parlato il collega ministro delle Riforme e segretario federale, Umberto Bossi. “Questa tassa va rivista – spiega il coordinatore delle segreterie nazionali del Carroccio – verrà calata in quello che è il federalismo fiscale. La proposta che porterò, infatti, non sarà una semplice reintroduzione dell’Ici, ma prevederà la soppressione delle oltre dieci tasse relative alla casa e la loro sostituzione con un tributo unico, proprio a vantaggio dei Comuni”.

Bossi: Rimetterò l’Ici. Attacchi da maggioranza e opposizione

 Il ministro delle Riforme Umberto Bossi è intenzionato a reintrodurre l’imposta sulla prima casa; Bossi non ha ancora parlato nè con Giulio Tremonti né con Silvio Berlusconi dell’ipotesi, ma della sua idea è assolutamente sicuro. “Bisogna passare da un sistema di finanza derivata, in cui è lo Stato a dare i fondi agli enti locali, a una forma di autonomia finanziaria, in cui loro stessi prendono direttamente le tasse” – ha detto il ministro delle Riforme Umberto Bossi, parlando venerdì a Ponte di Legno – “Rimetterò l’ICI, perché è un tipo di prelievo che rimane dove viene pagato. E i cittadini vedono di buon grado un sistema di tassazione in base al quale i soldi rimangono ai comuni, perché si vede che fine fanno, in strade, aiuole, ecc”.

La maggioranza smentisce il senatur. Silvio Berlusconi ancora non commenta, ma proprio ieri, in un’intervista a Il Giornale, il premier vantava tra i principali traguardi raggiunti dall’esecutivo proprio l’abolizione dell’Ici.

Approvata la relazione del reggente di Alleanza nazionale per la confluenza nel PdL

 L’Assemblea nazionale di An, riunitasi oggi a Roma, ha approvato la relazione del reggente del partito Ignazio La Russa contenente la tabella di marcia, in termini cronologici ma anche organizzativi, del percorso del partito verso il congresso fondativo del Pdl.

“La classe dirigente di An sarà la prima a capire le potenzialità del Pdl, non come scontro tra componenti, ma semmai come confronto culturale. Non avremo paura di navigare nel mare più ampio, nell’oceano che abbiamo davanti”, consapevoli che “la sfida sarà sui valori”. Questo uno dei passaggi della relazione del reggente di An e ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante l’assemblea nazionale del partito.
“Se avessimo scelto solo la visibilità, se avessimo voluto, avremmo creato momenti di tensione”, dice La Russa che cita “ad esempio il fatto che le ronde non le fanno i cittadini ma i soldati: alla fine sarà così”. Oppure “avremmo pompato sulla decisione di prendere le impronte per tutti: è un emendamento che abbiamo suggerito noi, noi abbiamo dato la soluzione”.

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