L’ 1 dicembre è entrato in vigore il Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’ Unione europea. L’ Italia (impegnata in un gossip da bordello che sconforta) non se n’ è quasi accorta. Eppure, è un Trattato che – ratificato a cuor leggero dal nostro Parlamento, senza alcun coinvolgimento dei cittadini, né diretto né indiretto – condizionerà fortemente il nostro futuro, la nostra autonomia, i nostri comportamenti. Il suo testo – stampato dalla Gazzetta ufficiale dell’ Unione europea – pesa Kg 1,980, è un groviglio pressoché inestricabile di norme, che ancor più ci consegna ai burocrati di Bruxelles. Oggi, del resto, l’ 80 per cento delle norme pubblicate sulla nostra Gazzetta è già di origine europea: col Trattato, diventeranno il 90 per cento.
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Bonn. Contro Silvio Berlusconi, Pieluigi Bersani e non solo…
Il discorso pronunciato da Berlusconi al congresso del partito popolare europeo a Bonn è un attacco congiunto ai giudici e alla sinistra colpevoli di aver abrogato le leggi studiate dal governo. Immediate le reazioni del segretario del Pd Pierluigi Bersani: “Penso che il Ppe abbia avuto modo di constatare direttamente che cosa è il rischio di populismo. Sono convinto che si preoccuperà perchè il centrodestra in Europa sa bene che cosa è una Costituzione e che cosa significa picconare la Costituzione. Il centrodestra in Europa sa bene a quali rischi può portare picconare la Costituzione. Credo si tratti di affermazioni gravissime che oggi faranno il giro di Europa e drammatizzeranno ancora di più il caso Italia”.
Berlino in festa vent’ anni dopo la caduta del Muro
Berlino ricorda con una grande festa la caduta del Muro che divideva la città e l’ Europa, ma anche due diverse visioni strategiche del mondo. Gli atti commemorativi del ventesimo aniversario della caduta del Muro, sono cominciati con una messa ecumenica nella chiesa di Gethsemane, alla quale hanno assitito tra gli altri il presidente Horst Kohler e la cancelliera, Angela Merkel.
La Merkel aveva inviato un messaggio ai tedeschi, ricordando però che “la riunificazione non è ancora compiuta, perchè all’ Est la disoccupazione rimane con un tasso doppio di quello dell’ Ovest e restano ancora differenze strutturali ed è su queste che bisogna mettere l’ accento, se si vuole arrivare a condizioni di vita uguali o paragonabili, senza creare gelosie tra le due parti della Germania”.
Poco dopo la messa, il sindaco – governatore di Berlino, Klaus Wowereit, ha visitato la cappella della Riconciliazione, non lontano dall’ antica postazione di frontiera della Bernauer Strasse, dove sono state accese decine di candele in memoria di quelli che persero la vita nel tentativo di attraversare il Muro per scappare in Occidente.
I burocrati di Bruxelles comanderanno ancora di più
Con l’ approvazione del Trattato di Lisbona, i burocrati di Bruxelles (quelli che, qualche tempo fa, hanno persino cercato di imporci che le banche possano finanziare l’ acquisto della casa solo fino ad un massimo del 40 per cento del valore dell’ immobile) conteranno ancora di più. L’ Italia è travolta (e distratta) da un gossip da bordello, e pochi italiani lo sanno (anche perché noi – nel luglio dell’anno scorso – non siamo neanche stati chiamati a votare, ha fatto tutto il Parlamento). Ma è così, inesorabilmente.
La storia ci insegna che ogni burocrazia è vieppiù presa da delirii di onnipotenza, e che produce norme a raffica per giustificare se stessa e i propri costi. Così è regolarmente capitato anche in Europa, con ridicole direttive che pretendono di regolare la nostra vita in ogni minuto particolare.
La storia ci insegna, anche, che ogni burocrazia tende a produrre regole sempre più complicate per giustificare la propria funzione interpretatrice e, anche, di semplice conoscenza delle stesse norme. Il Trattato di Lisbona – che non si sottrae alla regola, ovviamente – si compone di 463 articoli, redatti con il metodo dei rinvii o delle modifiche a testi non riportati: è semplicemente illeggibile.
Economia. La crisi, l’ immobiliare e un inquietante interrogativo: opportunità o pericolo?
La crisi è, per l’ immobiliare, un’ opportunità e – allo stesso tempo – un pericolo. Un’ opportunità, dunque. La crisi è, infatti, partita dall’ immobiliare (per le imposizioni demagogiche della politica statalista dei politici del radicalismo statunitense che proclamavano il “diritto alla casa”, da cui i subprime), ma – è un paradosso – è destinata a risolversi nel e a favore dell’ immobiliare, allorché l’ inflazione (che tutti prevedono si sviluppi quando verranno a galla le potenti iniezioni di liquidità delle banche centrali) manifesterà – contestualmente alla ripresa economica – i propri effetti.
Ma la crisi è anche un rilevante pericolo per l’ immobiliare: e il guaio grave è che il pericolo è già una realtà, mentre l’ opportunità è attesa. Non si tratta della caduta dei valori: che non c’ è e non ci sarà, perché non c’ è mai stata – salvo che in poche zone d’ Italia – una bolla artificiosa (e chi predice – o auspica – una caduta dei valori, lo fa solo al fine di creare l’ ambiente adatto perché vengano ulteriormente, e di nuovo scandalosamente, favoriti alcuni strumenti già a fiscalità privilegiata, messi in piedi dal grosso capitale parassitario).
Il pericolo – dunque – non sono i valori, sono i politici: oggi più che mai tentati – illusi da interessi di settore – dalla via breve (quella che Einaudi definiva inventata da superbia satanica) della creazione di lavoro buroindotto: di lavoro indotto dalla burocrazia, e a carico dei soliti noti (proprietari).
Il Ministero dello Sviluppo (sic) economico è già partito alla carica, varando alla chetichella – perlomeno, rispetto alle organizzazioni rappresentative di chi deve pagare, non certo rispetto a quelle dei beneficiari – un provvedimento che impone, per gli apparati ascensoristici, lavori che non sono obbligatori in alcun’ altra parte d’ Europa.
Caos ancora in Iran. L’ Europa condanna: “Basta repressione”
L’ Unione Europea reagisce fermamente alle sempre più brutale repressioni con cui la teocrazia iraniana cerca di respingere, proprio nel trentennale della democrazia islamica khomeinista, la protesta popolare contro i brogli elettorali che confermano il fondamentalista Ahmadinejad alla presidenza.
Ma è una condanna al momento espressa per comunicato, stilato dalla presidenza ceca di turno, su pressioni francesi, tedesche ed inglesi, e proprio mentre a Teheran vengono convocati gli ambasciatori dei 27, non si sa ancora se per rispedirli in patria. Cosa che non si può escludere, visto che era stata una colomba come Ali Larijani, il presidente del parlamento già volto di mediazione con l’ Occidente, a chiedere di rivedere le relazioni con Londra, Parigi e Berlino.
Una giornata calda, quella di ieri, per le principali diplomazie, apertasi con un forte attacco alla Gran Bretagna. La tv iraniana, che è sotto diretto controllo della Guida Suprema Ali Khamenei, ha sostenuto di aver notato che nel Paese sono entrati numerosi terroristi mujaheddin – organizzazione che fino a poco tempo fa era sulla black list di Bruxelles, ed è ancora in quella americana – dalla Gran Bretagna.
E il ministro degli Esteri persiano Manoushehr Mottaki aveva accusato Londra di «complotto per sovvertire le elezioni», secondo la linea tracciata da Khamenei, che s’ era ben guardato dal confliggere direttamente con Washington e, usando la taqqya cara agli sciiti, ovvero la dissimulazione, aveva puntato il dito contro la sola Gran Bretagna.
Silvio Berlusconi a Cinisello Balsamo per un comizio accanto a Guido Podestà, candidato alla presidenza della Provincia di Milano: “Il governo non cadrà”
“Fate domande di politica estera, non parliamo di comiche…”. Con i giornalisti Silvio Berlusconi avrebbe voluto parlare solo d’ Europa e non di storie di donne ed escort, ma alla fine non ce l’ ha fatta a tenersi dentro la sua rabbia. Determinato, arrabbiato, sicuro “di spazzare via questa spazzatura”: “Io me ne intendo di spazzatura: a Napoli l’ ho fatta fuori e lo farò anche in questa occasione”.
A tutti quelli che l’ hanno chiamato in queste ore dice di stare tranquilli. Il premier sa che il Pdl è in fibrillazione, che i ministri si chiedono cosa possa ancora venire fuori sulla vita privata del loro capo. La sensazione diffusa è che a un certo punto la maggioranza si potrebbe trovare di fronte a una situazione indifendibile sul piano morale e dello stile di vita del Cavaliere. E che, insomma, a un certo punto si dovrà difendere il leader che si consente certe libertà sessuali.
Ma quanti dei parlamentari e ministri saranno disposti a difenderlo fino alla morte? Rimane il fatto che Berlusconi è sicuro di sé, almeno così si mostra soprattutto alle truppe. Assicura tutti che anche questa volta ne uscirà a testa alta. Il premier è infastidito dai giornalisti che alla conferenza stampa, al termine del vertice europeo, cercano di fargli domande sull’ inchiesta barese e sul giro di squillo. Non vuol rispondere al cronista dell’ Unità, un giornale per il quale ha disistima totale.
Ed è a questo punto della conferenza stampa che Berlusconi ha tirato fuori la frase sulla spazzatura. Una giornata nervosa, cominciata di prima mattina con una raffica di smentite. Mentre era seduto tra i capi di Stato e di governo, ha ricevuto una telefonata da Niccolò Ghedini. Il suo avvocato gli comunicava che il garante della privacy aveva deciso che le foto di Zappadu non sarebbero state pubblicate: “Ecco, nonostante tu abbia un avvocato impazzito, il garante della privacy ci ha dato ragione”.
Al vertice sull’ Ue di Napoli il Capo dello Stato: “Informazione, libertà e pluralismo fondamentali per la democrazia”
I cittadini europei credono nella “libertà e pluralismo dell’ informazione”. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ribadisce, al termine del vertice informale sull’ Ue di Napoli, uno dei principi portanti del progetto europeo. Nel suo intervento, ha sottolineato l’ attaccamento dei nostri popoli ai principi liberali e democratici. “Sono principi cardine”, ha detto. E sul voto: “Risultati non disastrosi, ma bisogna arginare l’ euroscetticismo”
Napolitano risponde a una domanda dei giornalisti sulla libertà d’ informazione e su quello che l’ Europa può fare per difenderla e promuoverla e, pur sottolineando che ognuno ha i suoi compiti e le sue prerogative, si dice convinto che bisogna avere fiducia nell’ attaccamento dei nostri popoli ai principi liberali e democratici su cui poggia la costituzione europea, non ultimi i principi di libertà e di pluralismo dell’ informazione.
Napolitano ha difeso con forza, pur senza entrare nel merito delle polemiche scatenate dall’ approvazione del ddl intercettazione, la libertà dell’ informazione. Riprendendo lo spunto offerto dalle parole del presidente tedesco Horst Kohler che ha spronato l’ Europa a difendere i principi di libertà e democrazia, Napolitano ha sostenuto che non possiamo aver dubbi sull’ importanza fondamentale dei principi che devono presiedere all’ attività di informazione dei paesi europei. Ma ha precisato di non poter forzare le prerogative che gli vengono attribuite dalla Costituzione.
Estero. Una richiesta dagli Usa all’ Italia: ospitare due prigionieri tunisini di Guantanamo
Gli Usa considerano “vitale la collaborazione della comunità internazionale” per la chiusura di Guantanamo e hanno chiesto all’ Italia di accogliere due detenuti tunisini del super carcere nella base navale a Cuba. Ma a Roma la decisione non è stata ancora presa, anche se il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che vedrà venerdì prossimo l’ attorney general americano Eric Holder jr. per chiedere chiarimenti in merito, fa sapere che si tratta di una richiesta da “considerare innanzitutto con spirito positivo”.
Ovviamente, ha spiegato il ministro, bisogna valutare “i singoli casi, che non conosciamo, sulla base di un quadro europeo, perché in Europa c’ è un regime di libera circolazione Schengen e quindi non possiamo prendere una persona e imprigionarla”. La posizione italiana – fanno notare fonti vicine al titolare della Farnesina – è infatti quella di esaminare caso per caso sulla base delle regole comuni europee.
La richiesta, che Washington non commenta, sarebbe stata al centro, nelle scorse settimane, di colloqui tra la diplomazia americana e rappresentanti dei ministeri degli Esteri e degli Interni italiani. “L’ assistenza della comunità internazionale è vitale per permettere di chiudere la struttura”, ha spiegato comunque in serata Dean Boyd, portavoce del ministero della Giustizia Usa, sottolineando che gli Stati Uniti continuano a lavorare in stretto contatto con i partner internazionali per ottenere questo obiettivo.
Immigrazione. Ancora polemica tra l’ Italia e le Nazioni unite sui rimpatri dei clandestini
Continua la polemica tra l’ Italia e le Nazioni unite sul tema dei rimpatri dei clandestini. Questa mattina l’ Alto commissariato Onu per i Rifugiati, Antonio Guterres, ha definito negativi e infondati i commenti rivolti all’ Unhcr e a singoli funzionari da un esponente del governo italiano.
“Attacchi immotivati e personali sono inaccettabili, ha scritto Guterres, non mutano e non muteranno l’ impegno dell’ Unhcr nel perseguire il suo mandato e la sua missione umanitaria. L’ agenzia Onu ha una responsabilità globale nella protezione dei diritti dei rifugiati e per questo continueremo a esercitare questo mandato in Europa così come lo facciamo in altre parti del mondo”.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa non sembra però cedere: il governo è compatto nel dire che l’ Unhcr sbaglia nel criticare l’ Italia sui riaccompagnamenti. “Comunque – ha aggiunto nel corso di una intervista radiofonica – concordo con il ministro degli Esteri nel dire che dobbiamo sempre rispettare gli organismi internazionali, anche quando sbagliano. In cosa sbaglia l’ Unhcr? Nel ritenere non adeguato il comportamento dell’ Italia in generale e, dico io, dei marinai italiani nel riaccompagnare in Libia i clandestini che vengono intercettati sui barconi”. Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini: “Dovremmo sforzarci di affrontare una questione così complessa e importante per la società italiana senza cadere nella tentazione di dare vita ad un confronto tutto finalizzato unicamente al voto europeo”.