Di Pietro (IdV): Non c’è figlio che tenga, magistrati vadano avanti

“Le intercettazioni sono un strumento necessario e chi, come me, non ha nulla da temere” può liberamente dire “i magistrati vadano avanti”. Lo ha dichiarato il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la pubblicazione di alcune intercettazioni che indirettamente chiamerebbero in causa lui e suo figlio Cristiano a proposito delle inchieste napoletane.

“Non c’è figlio che tenga – dice a chiare lettere il leader dell’Idv – E siccome non ho nulla da temere, non ho niente da nascondere e quindi posso dire solo ‘buon lavoro ai magistrati’. Non so se questo telefilm, che non ha né capo né coda, sia stato fatto uscire oggi ad arte. Ma cosa importa? Non mi unirò, come in molti speravano, alla politica paludata che se la prende con i magistrati e chiede la riforma delle intercettazioni. Anzi dico: benvengano le intercettazioni e la pubblicazione sui giornali quando non sono coperte dal segreto di istruttoria”.

“L’informazione – prosegue Di Pietro – faccia il suo dovere e informi tutti su tutto. I magistrati facciano il loro dovere e indaghino su tutto”.

Quagliarello (PdL): Con Chiodi ha vinto il Popolo della Libertà

 “In Abruzzo insieme al presidente Gianni Chiodi ha vinto il Popolo della Libertà”. Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori del Pdl. “Dopo le elezioni del 13 e 14 aprile noi abbiamo creduto nella strada intrapresa e siamo andati avanti. Gli elettori ci hanno premiato, perché il dato che si sta consolidando attesta il Pdl e le liste in transizione verso il Pdl, i cui eletti confluiranno nello stesso gruppo consiliare, attorno al 46%, a fronte del 41,6% delle politiche e del 30% delle scorse elezioni regionali. Chi come il Pd ha scelto di tornare indietro, riproponendo una coalizione rissosa e succube di forze che disprezzano le istituzioni, è stato sonoramente sconfitto.

Autocritica nel PD per i risultati elettorali in Abruzzo

 I risultati delle regionali in Abruzzo, dove le elezioni anticipate provocate dall’arresto del presidente della regione Ottaviano Del Turco vedono prevalere la destra in una competizione in cui quasi un abruzzese su due è rimasto a casa, devono spingere il Pd sulla strada del cambiamento. Ne è convinto il segretario del PD, Walter Veltroni: “C’è malessere, stanchezza e critica, anche nei nostri confronti. Dobbiamo fare di più sulla strada della moralizzazione della vita pubblica e sulla questione etica. Bisogna intervenire con grande determinazione. Meglio pagare un prezzo elettorale subito ma garantire un futuro al riformismo e al Pd senza comprometterlo”.

Intervenendo all’assemblea dei circoli del Pd del Lazio Veltroni ha così commentato i dati che arrivano dall’Abruzzo, sottolineando l’elemento più significativo di questa tornata elettorale: l’astensionismo, il vero vincitore nelle urne. “In base ai risultati dello spoglio, prima dei dati elettorali, sono i dati dell’astensionismo a essere impressionanti. C’è stato il 30 per cento in meno di votanti rispetto alle politiche (del 2008 ndr)”.

Abruzzo, vince il Pdl: Chiodi presidente. Pd, resa dei conti: verso rottura con Idv

Il Pdl ha ormai in tasca la vittoria nelle elezioni regionali abruzzesi: quando mancavano all’appello poche centinaia di sezioni il responso dei seggi vedeva Gianni Chiodi in vantaggio di circa sette punti percentuali sul rivale Costantini, sostenuto dal centrosinistra. Da segnalare il dato estremamente negativo relativo all’affluenza: ha votato solo il 52,98% degli aventi diritto contro il 68,58% delle elezioni del 2005. Un calo di quasi 16 punti percentuali.

Il candidato del Pdl in netto vantaggio. Secondo i dati del Viminale, dopo lo scrutinio di 1.432 sezioni su 1.625, Gianni Chiodi, candidato del partito di Silvio Berlusconi, era in testa con il 49,32% delle preferenze. Carlo Costantini (esponente dell’Idv, candidato dal centrosinistra) insegue con il 42,40%.

Sale l’Idv, cala il Pd, costante il Pdl. Per quanto riguarda i partiti, PdL costante, Idv in forte crescita, Pd in calo. Dopo lo scrutinio di 267 Comuni su 305 il Pdl era al 35,86% (aveva preso il 38,2% alle politiche dalla primavera scorsa) e l’Italia dei Valori era salita al 14,83%, oltre dieci punti in più delle politiche (4,3%), mentre il Pd perdeva oltre 13 punti percentuali, scendendo dal 33,7% al 20,12%.

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