Il Cdm vara il Dpef 2010 – 2014. Il Governo lancia un messaggio di ottimismo. Arriva lo scudo fiscale

 È un messaggio di ottimismo quello lanciato dal Governo nel Dpef: la crisi può essere considerata come un’ opportunità di sviluppo e di rilancio per l’ economia e più in generale di progresso sociale per il Paese. Numeri alla mano, il 2009 sconterà ancora gli effetti della recessione internazionale (con il Pil al 5,2%) ma già nel 2010 la locomotiva Italia riprenderà a marciare con un +0,5% che si rafforzerà al 2% negli anni successivi.

Per gestire la fase post crisi, il Governo ritiene indispensabile proseguire verso un risanamento solido e duraturo, secondo un principio di prudenza fiscale. Ed infatti proprio l’ utilizzo prudente della leva fiscale ha consentito finora all’ esecutivo di limitare il deterioramento dei conti pubblici. Per l’ economia mondiale, e quella italiana, negli ultimi 2 – 3 mesi si sono ripetuti segnali non negativi scrive ancora il Governo nel Dpef.

In particolare, si legge nel testo, “le tensioni sui mercati finanziari si sono gradualmente allentate. L’ incertezza sulle prospettive economiche resta elevata, ma si sta evidenziando un’ attenuazione delle spinte recessive”. Il Governo ritiene poi “essenziale ristabilire sin d’ ora un percorso di risanamento solido e credibile per il dopo crisi”.

Insomma, per il 2009, la crisi farà sentire ancora i suoi effetti sulle tasche degli italiani visto che i consumi caleranno del 2,2%. Nessun spiraglio nemmeno sul fronte del lavoro, visto che il tasso di disoccupazione salirà nel 2009 all’ 8,8%. Ma la fine del tunnel è vicina: nel 2010, sempre secondo le previsioni del Governo, i consumi riprenderanno facendo segnare un aumento dello 0,3%, e del 2,1% negli anni successivi. Quanto invece al tasso di disoccupazione, l’ anno prossimo peggiorerà lievemente, sempre per effetto della congiuntura difficile, per poi scendere al 7,7% nel 2013.

Il Governo incassa la fiducia sul maxiemendamento alla manovra

 Il Governo alla Camera ha incassato la fiducia sul maxiemendamento alla manovra economica con 323 sì e 253 no.

Domani saranno discussi gli ordini del giorno. Mercoledì o giovedì il provvedimento passerà al Senato, in modo da poter essere approvato entro i primi giorni di agosto.
Le maggiori polemiche riguardano ancora le risorse da destinare ai contratti del pubblico impiego, in particolare il taglio di 400 milioni dei fondi accantonati per i rinnovi dei contratti pubblici per il triennio 2009-2011.
“Se si continua su questa linea – dice Carlo Podda, segretario della Cgil funzione pubblica – a settembre lo sciopero sarà inevitabile per sostenere la nostra piattaforma”.
Per Podda, i tagli non ricadranno solo sugli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione ma ci saranno anche meno servizi per i cittadini.

Veltroni chiede un decreto immediato su prezzi e salari

 “Il governo vari un decreto urgente per difendere i salari dal caroprezzi anziché uno sulle intercettazioni. Questa è la priorità per i cittadini”. Dopo la lettera inviata ieri al presidente della Camera insieme al leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, in cui si denunciava la perdita delle prerogative basilari del Parlamento, il segretario del PD Walter Veltroni è tornato ad esortare il governo ad accantonare l’idea di un decreto legge sulle intercettazioni per concentrarsi invece sulle vere emergenze con cui si trova a combattere il Paese, che sono quella economica e quella sociale.

“Nella maggioranza – ha detto Veltroni – si discute se il governo debba o meno varare un decreto sulle intercettazioni. Facciano un decreto, ma su salari, stipendi e prezzi. La situazione sta precipitando ma Berlusconi è in tutt’altre faccende affaccendato. L’aumento del petrolio – ha proseguito il segretario del PD – il fatto che i salari siano consumati dal caroprezzi, fa sì che milioni di persone e famiglie che guadagnano 1.000 o 1.100 euro abbiano difficoltà ad arrivare a fine mese”.

Sindacato contrario a sottostima inflazione

La Cisl ribadisce la propria contrarietà alla scelta del Governo di prevedere nel Dpef un tasso d’inflazione programmata all’1,7%. “In questo modo si rischia di mettere a repentaglio le condizioni favorevoli alla trattativa sul rinnovo del modello contrattuale” ha osservato il Segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni commentanto i propositi del Governo. “Con una inflazione programmata così bassa -ha proseguito- di fatto si indebolisce la possibilita’ di rafforzare proprio il secondo livello di contrattazione. Occorre perciò trovare una strada diversa se si vogliono davvero tutelare i redditi dall’inflazione”.
A ribardire le critiche sulle scelte governative è intervenuto anche il Segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini affermando che: “I lavoratori non devono piu’ pagare una sottostima dell’inflazione: non e’ possibile che il tasso di inflazione programmato, oggi all’1,7 per cento e sul quale si basa la contrattazione, sia a meno della meta’ dell’inflazione dichiarata dall’Istat al 3,7 per cento”.

Via libera alla manovra economica

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla manovra economica triennale, ai provvedimenti collegati e al Dpef. La manovra prevista nell’arco dei prossimi tre anni sarà pari a 34,8 miliardi di euro. Per il 2009 l’intervento previsto sarà di 13 miliardi, mentre nel 2010 si prevede una manovra di 7,1 miliardi e nel 2011 l’intervento correttivo dei conti pubblici salirà a 14,6 miliardi. L’obiettivo per quest’anno è un rapporto deficit-Pil intorno al 2,5% e procedere alla flessione del debito. Tagli a ministeri ed enti locali, ‘stangata’ su banche, assicurazioni e petrolieri. Ma anche liberalizzazione dei servizi pubblici e della rete dei carburanti.

Cgil: Brunetta rinnovi contratti scaduti da 29 mesi

“E’ sicuramente possibile, senza nuove leggi, attuare da subito alcune delle questioni che il ministro Brunetta sta sollevando in questi giorni: vi sono circa 53.000 Dirigenti, di tutti i settori contrattualizzati, con rinnovi in ritardo di ben 29 mesi”. Lo afferma il coordinatore del dipartimento Settori pubblici della Cgil Nazionale, Michele Gentile.

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