Rifiuti: Bertolaso sigla una tregua di 24 ore

 Dopo una riunione durata più di tre ore, Bertolaso e i sindaci hanno raggiunto un accordo per una tregua di 24 ore.
Martedì 27 maggio i tecnici dell’Arpac, della Asl e gli altri tecnici nominati dal commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania entreranno nel sito di Chiaiano per effettuare gli esami tecnici che faranno chiarezza sulla reale possibilità di realizzare una discarica da 700mila tonnellate nelle cave di tufo.
E’ quanto emerso dal tavolo convocato nel pomeriggio in prefettura a Napoli a cui hanno preso parte il sottosegretario per l’emergenza rifiuti Guido Bertolaso, il prefetto di Napoli Alessandro Pansa, i sindaci di Marano, Salvatore Perrotta, quello di Mugnano, Daniele Palumbo, il presidente dell’ottava municipalità di Napoli, Carmine Malinconico, i rappresentanti del comune di Napoli, i rappresentanti dei comitati civici dei cittadini contrari alla realizzazione della discarica a Chiaiano.

Sicurezza e rifiuti: emanati i decreti

 Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha emanato i due decreti legge, uno in materia di sicurezza e l’altro sui rifiuti, che gli sono stati sottoposti oggi. I due provvedimenti erano stati approvati dal Consiglio dei ministri mercoledì scorso.
Che i due dl fossero già all’attenzione del Capo dello Stato era stato anticipato nel corso della conferenza stampa in prefettura a Napoli dal sottosegretario Guido Bertolaso: “Il decreto legge che contiene il piano per l’emergenza rifiuti in Campania è alla firma del Capo dello Stato”, aveva spiegato Bertolaso prima che arrivasse il via libera del Colle, “nonostante le resistenze di alcuni burocrati che non vedono bene che il Capo della Protezione Civile si occupi anche dei rifiuti”.

Rifiuti, La Corte Ue condanna l’Italia per non avere adeguato le discariche

 Anche l’Europa sommerge l’Italia di “rifiuti”. Il senso è ovviamente metaforico. Meno lo sono le tonnellate di rifiuti accumultai a Napoli ma anche a Roma. Così dalla Corte di giustizia europea arriva una bocciatura sulla gestione dei rifiuti ed in particolare sulle discariche. Nel mirino della Commissione Europea, che si era rivolta alla Corte, i decreti varati nel 2003 e nel 2005. In sostanza, l’Italia applica alle discariche nuove, il trattamento più favorevole previsto per le discariche preesistenti, al contrario di quanto previsto dalla direttiva.

Anche per i rifiuti pericolosi, le regole transitorie previste non sono state applicate alle discariche preesistenti mentre sono state applicate solo per quelle nuove, sempre in contrasto con la normativa comunitaria. La direttiva europea definisce le nozioni di rifiuti e di discariche (che suddivide in tre categorie: le discariche per rifiuti pericolosi, per rifiuti non pericolosi nonchè per rifiuti inerti) e prevede che gli Stati membri elaborino una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti biodegradabili, stabilisce regole riguardanti i costi dello smaltimento dei rifiuti, prevede la procedura di autorizzazione di nuove discariche e sottopone quelle preesistenti a misure particolari.

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