Borse di nuovo in rosso e la Ue cerca rimedi

Come volevasi dimostrare l’effetto Ue è durato ben poco. Probabilmente anche per colpa dei soliti speculatori che in queste situazioni guadagnano a mani basse. Ma tant’è che è durata solo due giorni l’euforia sulle Borse del Vecchio Continente. La chiusura in rosso di Wall Street ha raffreddato anche gli umori degli investitori europei. I mercati ora temono le conseguenze della crisi finanziaria sull’economia reale. Già Oltreoceano il colosso Pepsi ha annunciato il licenziamento di 3mila dipendenti e utili in caduta. Inoltre la responsabile della Fed di San Francisco, Janet Yellen, ha affermato che l’economia americana è già entrata in recessione. Per evitare che accada anche in Europa si deve tagliare ancora il costo del denaro, cosa che la Bce non fa.

Altre polemiche Veltroni-Berlusconi sulla crisi dei mercati

Sulla crisi finanziaria si consuma il nuovo scontro fra Berlusconi e Veltroni. Il premier, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri a Napoli, consiglia agli italiani di «comprare Eni e Enel, perché le azioni con quei rendimenti dovranno ritornare al loro vero valore». Poi parla dell’ipotesi della sospensione a tempo indeterminato di tutti i mercati azionari del mondo, in seguito ridimensionata dalla stesso premier e smentita dalla Casa Bianca. «Non siamo in un momento di grande sviluppo, ma non siamo nemmeno in recessione» assicura Berlusconi, ribadendo che «non si esclude una riunione del G8 nei prossimi giorni» e che, oltre a Unicredit, altre banche italiane probabilmente avranno necessità di ricapitalizzare.

Tremonti: Lo Stato non gestirà le banche

 Il testo integrale dell’intervento di Giulio Tremonti svolto alla Camera dei Deputati il 9 ottobre 2008 sugli sviluppi della crisi finanziaria.

Signor Presidente, onorevoli colleghi,
inizio il mio intervento con un flash-back. L’evidenza della crisi finanziaria in Europa e l’avvio della gestione politica della crisi finanziaria, così come si è manifestata in Europa, è databile al 26 settembre di quest’anno, a Bruxelles, in sede di Economic financial stability committee. Queste è la sede nella quale inizia la considerazione e la gestione della crisi finanziaria in Europa.
Infatti, è dal 26 settembre che prende avvio un continuo di iniziative e di contatti sistematici a livello tecnico, diplomatico e politico, ogni giorno, spesso molte volte nello stesso giorno, per i Paesi europei parte del G8 e anche verso la più ampia comunità internazionale.

Fmi: La peggiore crisi dal 1930, Italia in recessione nel 2008-2009

Nel suo ultimo Rapporto sull’economia mondiale, il Fondo monetario internazionale non usa mezzi termini e definisce la crisi economica di questi mesi come “la peggiore dal 1930”. Il Fondo descrive un’economia globale che rallenta dal +5% del 2007 al +3,9% del 2008, per frenare ancora a +3% nel 2009, un ritmo che molti esperti considerano l’orlo della recessione. Secondo gli analisti del Fondo “l’economia mondiale sta entrando in una crescente depressione economica a causa del più pericoloso shock finanziario per le economie avanzate dagli anni Trenta”. Nel luglio scorso il Fmi stimava l’economia mondiale in crescita del 4,1% nel 2008 e del 3,9% nel 2009. Ora però molte cose sono cambiate. “Molte economie avanzate – si legge nel rapporto – sono vicine, o già entrate in recessione, mentre la crescita nelle economie emergenti si è indebolita”. La colpa e’ soprattutto della crisi finanziaria, la quale, dopo il collasso dei subprime ad agosto del 2007 è “peggiorata negli ultimi sei mesi” ed è entrata in una “nuova tumultuosa fase a settembre”. “Non c’è in vista una ripresa – si legge nel rapporto – e quando arriverà sarà graduale”.

L’Ocse dimezza le stime della crescita italiana

 L’economia italiana crescerà nel 2008 dello 0,5%. Lo prevede l’Ocse nell’ultimo Economic outlook, in cui ha praticamente dimezzato la precedente stima di una crescita dell’1,1% (già rivista al ribasso a marzo dall’1,3% stimato a fine 2007). Nel 2009 il Pil dovrebbe invece aumentare dello 0,9% e i conti pubblici, si legge nel documento, “potrebbero deteriorarsi nel 2008” come effetto del rallentamento della crescita e delle misure di aumento del deficit, compreso il taglio dell’Ici e dell’Irap. Secondo l’organizzazione, infatti, “ci si potrebbe pentire” dei tagli alla pressione fiscale “se i recenti miglioramenti nella riscossione e il conseguente allargamento della base fiscale non saranno sostenuti”. La previsione per quest’anno è di un deficit al 2,5% e per il 2009 al 2,7% (era all’1,9% nel 2007).

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