Estero News. Il vertice per il clima al Palazzo di Vetro. Ban Ki – Moon: “Il cambiamento climatico minaccia di cancellare anni di sviluppo”

 Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki – Moon ha aperto il vertice sul clima al Palazzo di Vetro rimproverando la comunità internazionale per la lentezza glaciale dei negoziati in un nuovo trattato internazionale che sostituisca il protocollo di Kyoto.

Ban Ki – Moon ha detto che abbiamo meno di dieci anni per evitare gli scenari peggiori causati dal surriscaldamento del pianeta. Il segretario generale, recentemente in missione al Polo Nord, ha anche avvertito che sull’ Artico i ghiacci potrebbero sparire entro il 2030 e le conseguenze sarebbero sentite dai popoli di ogni continente.

“Il cambiamento climatico, ha continuato Ban, colpisce soprattutto i Paesi meno sviluppati, e in particolare l’ Africa, dove il cambiamento climatico minaccia di cancellare anni di sviluppo, destabilizzando stati e rovesciando governi”. Ban ha lanciato un appello ai Paesi industrializzati, invitandoli “a fare il primo passo, perchè se lo farete altri adotteranno misure audaci”.

Per il capo del Palazzo di Vetro, il nuovo trattato deve includere obiettivi per la riduzione di emissioni entro il 2020 e supporto finanziario e tecnologico ai Paesi in via di sviluppo, cioè quelli che hanno contribuito di meno a questa crisi ma hanno sofferto di più, e per primi.

Estero. Dialogo strategico ed economico tra Usa e Cina a Washington

 “Soddisfatta che la Cina abbia condiviso le preoccupazioni sul fatto che l’ Iran possa diventare uno Stato dotato dell’ arma atomica” ha dichiarato il segretario di Stato Hillary Clinton al termine della due giorni di “Dialogo strategico ed economico” tra Usa e Cina a Washington. “Abbiamo gettato le basi per una positiva, cooperativa e comprensiva relazione per il 21° secolo”.

I due Paesi si sono accordati per una larga intesa: entrambi perseguono l’ obiettivo di guidare l’ economia globale fuori dalla recessione e di forgiare un’ alleanza più stretta sulle questioni dell’ ambiente e della politica estera. Tra i punti fermi dell’ accordo generale ci sono il mantenimento delle spese di stimolo finchè la ripresa non sarà assicurata; la firma di un memorandum sul clima, l’ energia e l’ ambiente; e la promessa di sostenere la libertà dei traffici commerciali combattendo il protezionismo.

Il documento di intenti sul clima è un risultato di alta rilevanza politica, anche se l’ intesa non fissa obiettivi nè tempi vincolanti: promette però l’ impegno dei due maggiori Paesi al mondo per emissioni di gas da effetto serra e per inquinamento, a lavorare più strettamente in futuro.

“Fornisce ai nostri Paesi la direzione per operare insieme nel sostenere negoziati internazionali sul clima e nell’ accelerare la transizione a un’ economia a basso contenuto di carbonio” ha detto la Clinton. Il documento non è stato reso pubblico ma il portavoce del Dipartimento di Stato, Ian Kelly, ha specificato che non contiene numeri o date: piuttosto è una cornice entro cui andare avanti a discutere.

“Non è un accordo che impegna le due parti a raggiungere determinati obiettivi, ma fissa la struttura per un dialogo”, ha insistito Kelly. Era impossibile, in questo confronto ad alto livello tra Pechino e Washington, raggiungere un risultato più incisivo nella lotta contro le emissioni nocive; ma forse era anche difficile ottenere di meno, poichè l’ interesse strategico delle due nazioni non può prevedere rotture clamorose e richiedeva quel successo diplomatico finale che è stato perseguito.

Il summit del G8. A L’ Aquila i leader hanno deciso di operare nell’ ambito di una partnership strutturata e solida

 Il summit del G8 si è svolto a L’ Aquila dall’ 8 al 10 luglio 2009 in segno di solidarietà con questa regione, gravemente colpita da un terremoto il 6 aprile scorso, e nei confronti di tutti coloro che nel mondo sono stati vittime di disastri naturali.

I leader del G8 hanno discusso ed esaminato le sfide, tra loro collegate, della crisi economica, della povertà, del cambiamento del clima e di questioni di politica internazionale. Hanno condiviso una visione dell’ economia mondiale aperta, innovativa, sostenibile ed equa.

Il summit del G8 ha adottato i seguenti documenti:
· Dichiarazione del G8 “Leadership responsabile per un futuro sostenibile”.
· Dichiarazione del G8 dell’ Aquila di non proliferazione;
· Dichiarazione del G8 relativa all’ antiterrorismo;
· Dichiarazione congiunta “Come promuovere un’ agenda globale”.
· Dichiarazione del Forum su Energia e Clima delle più importanti economie al mondo;
· Dichiarazione congiunta G8 – Africa (“Per una più forte partnership tra G8 e Africa in tema di Acqua e impianti igienici”).
· Dichiarazione congiunta sulla Sicurezza globale dei generi alimentari – “L’ Aquila Food Security Initiative” (AFSI).

I leader del G8 riconoscono che la loro azione è rafforzata dalla collaborazione con le economie emergenti più importanti. Nel 2007 il G8 iniziò a dialogare con Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica, per arrivare a una comune comprensione delle questioni più importanti sull’agenda globale. A L’ Aquila, i leader hanno deciso di continuare ad andare avanti nell’ ambito di una partnership strutturata e solida.

Con questo spirito il Summit si è aperto nel formato tipico del G8, per poi espandersi a partire dal secondo giorno a meeting sempre più allargati ad altri Paesi. L’ 8 luglio i leader del G8 si sono incontrati per discutere dell’ economia mondiale, di sviluppo, del cambiamento del clima e di questioni di politica internazionale.

Dal 9 luglio in poi sono stati affiancati da Brasile, Cina, India, Messico e Sudafrica, instaurando un dialogo continuo e articolato su una vasta gamma di argomenti globali. È stato invitato a partecipare al meeting anche l’ Egitto. Le discussioni sono proseguite con la partecipazione dei Capi delle Organizzazioni Internazionali: tutti gli altri membri del Major Economies Forum si sono uniti a loro per affrontare i problemi del commercio e del cambiamento del clima. I leader africani e i partner del G8 hanno discusso le varie implicazioni della crisi per l’Africa. Infine, in modo allargato, i leader hanno affrontato anche la questione della sicurezza alimentare.

Ambiente. Green economy come ricostituente per un’ economia globale che ha bisogno di ripartire

 Da Germania e Cina una formula magica: 40 per cento al 2020. È la proposta di taglio delle emissioni serra che terrà banco fino a dicembre, quando a Copenhaghen si riunirà il vertice delle Nazioni Unite sul clima.

Per la prima volta sul tavolo del negoziato c’ è una cifra in linea con le preoccupazioni degli scienziati che chiedono un taglio dell’ 80 per cento rispetto ai livelli del 1990 in tempi rapidi. Rapidi naturalmente va inteso in senso industriale: c’ è da ricostruire la macchina energetica che per due secoli si è adagiata sulle scorte di combustibili fossili ignorando il rischio di un disastro climatico.

Il traguardo è dunque interessante: che realmente si raggiunga è tutto da vedere. Pechino ha ufficialmente appoggiato l’ idea di un taglio del 40 per cento da parte del cartello dei paesi industrializzati, mentre per quanto riguarda le proprie emissioni è rimasta ferma a una generica disponibilità alla riduzione senza fissare paletti.

Tutto ruota sempre attorno alla formula delle comuni ma differenziate responsabilità: vuol dire che chi ha inquinato più a lungo deve impegnarsi di più. Ma quanto di più? E che tagli è giusto pretendere da paesi che, pur essendo arrivati recentemente alla fase industriale, figurano oggi ai vertici dell’ inquinamento mondiale?

Carlo d’ Inghilterra in visita in Italia: “La sfida decisiva per il futuro del pianeta è il clima”

 La sfida decisiva per il futuro del pianeta sarà sul clima. Questo il messaggio che il principe Carlo d’ Inghilterra ha lanciato con il suo discorso alla conferenza sui cambiamenti climatici, tenutasi nella sala della Lupa di Montecitorio. “Non è esagerato affermare che ci troviamo in un momento significativo della storia – ha detto il principe di Galles – entro la fine di quest’ anno la famiglia delle nazioni del mondo dovrà concertare un modo per arrestare, o piuttosto invertire, la crescita delle emissioni di Co2”.

Analizzando i vari aspetti della questione climatica e ambientale il principe ha aggiunto “che all’ innalzamento del livello dei mari e al degrado delle acque dolci si sommeranno gli effetti di fenomeni climatici estremi, che apporteranno danni ai territori e avranno un impatto negativo sulle coltivazioni”. Proprio per questo, secondo Carlo d’ Inghilterra, “c’ è la necessità di un accordo sui cambiamenti climatici, che sia davvero globale, basato sulla fiducia ed equo”.

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