Regione Piemonte. Gruppo Consiliare An nel Popolo della Libertà: aiuti economici per i genitori separati

 Il Consiglio Regionale vota la proposta di Legge Vignale: per la prima volta in Italia in Piemonte i genitori separati potranno avere aiuti economici

Vignale (PdL – An): “Grazie alla legge di cui sono stato primo firmatario e relatore il Piemonte si pone all’ avanguardia nel sostegno ai genitori separati e divorziati in difficoltà economica e soprattutto garantisce una situazione di maggior tranquillità economica ai figli delle coppie in questa situazione. L’ unico grande rammarico è, per responsabilità del centrosinistra, non essere stati in grado di fare una nuova legge a tutela della famiglia nel suo complesso”.

Per la prima volta in Italia i genitori separati potranno beneficiare di soluzioni abitative temporanee e definitive (come già accade in Liguria), ma anche – unica regione in Italia – di sostegni economici insieme alla possibilità di stornare dal conteggio del proprio reddito per accedere ai benefici previsti da altre leggi regionali anche gli alimenti che il coniuge separato deve versare per legge.

Elezioni 2009. Berlusconi: “Se questa per l’opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così”

 Nella seconda tornata il Pd ha tenuto soprattutto nelle sue roccaforti del centro – sud, anche se il centrodestra ha confermato la sua avanzata. Berlusconi interviene con ironia: “Una vittoria del Pd? Vogliamo sempre perdere così…”.

“La campagna elettorale – spiega il premier – si è conclusa nel seguente modo: prima delle elezioni amministrative, e relativamente alla popolazione interessata dal voto, il centrodestra rappresentava 5.358.810 cittadini e governava in 9 province. Il centrosinistra rappresentava 27.541.359 cittadini e governava in 50 province. Altre 3 province (Monza – Brianza, Bat e Fermo) erano di nuova istituzione e interessavano 1.280.809 cittadini. Oggi, il quadro si è ribaltato: il centrodestra rappresenta 21.250.592 cittadini e governa in 34 province. Il centrosinistra rappresenta 12.930.386 cittadini e governa in 28 province”.

“Il centrodestra – spiega Berlusconi – ha conquistato 25 province in più ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Il centrosinistra ha perso 22 province ed ha più che dimezzato la popolazione rappresentata. Se questa per l’ opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così”. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti parla di una colossale vittoria, mentre il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto la definisce una vittoria inequivocabile.

Pd: il partito riformista senza riforme

 Le cause? Gli errori del capo oppure le troppe idee inconciliabili? Il fallimento di Walter Veltroni come leader del Partito democratico non può essere spiegato solo con i suoi limiti personali e politici, che pure non sono mancati. Il fallimento non si chiama Veltroni, ma Partito democratico, un Partito di cui il leader dimissionario è stato l’ interprete più fedele. Un Partito sarebbe una associazione di persone che hanno più o meno le stesse idee sul mondo: questo il Pd non lo è mai diventato. Perché quelli che lo dirigono, lo sostengono e lo votano hanno opinioni molto diverse, spesso anche opposte, su ogni singola questione. Dall’ economia al lavoro, dalla giustizia alla bioetica, dalle alleanze fino al tipo di opposizione da fare. Negli scorsi anni, e ancora oggi, ci hanno spiegato che il Pd è nato per unire i riformisti, quindi che si tratta del più grande Partito riformista presente in Europa, un esperimento unico nel suo genere che mette insieme le due grandi culture uscite dal Novecento.

Veltroni: Un autunno durissimo per le famiglie

 “C’è il rischio di un autunno durissimo per molte famiglie”. Walter Veltroni intervenendo al congresso dei Socialisti a Montecatini Terme torna ad attaccare la manovra economica del governo, inadatta ad affrontare i rincari e la perdita di potere di acquisto delle famiglie.

Un’impostazione sbagliata figlia “dell’egoismo sociale che caratterizza la destra. Lo vediamo anche nella gerarchia delle attività della vita pubblica. Attentissimi su alcuni temi mentre su altri, come la questione sociale, non ce n’è, quando invece queste dovrebbero essere la priorità del governo”. Così nel mezzo della crisi economica internazionale, c’è la “difficoltà tutta italiana, di un Paese che sta dentro una situazione di arretratezza e di una democrazia che non riesce a prendere le decisioni che dovrebbe. Viviamo un tempo nel quale prevale l’insicurezza, la paura. Un tempo nel quale l’insicurezza tende a trasformarsi in arroccamento e in chiusura individuale”.

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