L’ Europa, l’ Italia, le tasse e riflessioni di inizio d’ anno

 L’ 1 dicembre è entrato in vigore il Trattato di Lisbona sul funzionamento dell’ Unione europea. L’ Italia (impegnata in un gossip da bordello che sconforta) non se n’ è quasi accorta. Eppure, è un Trattato che – ratificato a cuor leggero dal nostro Parlamento, senza alcun coinvolgimento dei cittadini, né diretto né indiretto – condizionerà fortemente il nostro futuro, la nostra autonomia, i nostri comportamenti. Il suo testo – stampato dalla Gazzetta ufficiale dell’ Unione europea – pesa Kg 1,980, è un groviglio pressoché inestricabile di norme, che ancor più ci consegna ai burocrati di Bruxelles. Oggi, del resto, l’ 80 per cento delle norme pubblicate sulla nostra Gazzetta è già di origine europea: col Trattato, diventeranno il 90 per cento.

Confindustria. Plauso al Parlamento Europeo per la decisione sul “made in”

 “Esprimo la mia più grande soddisfazione per l’ ulteriore tappa conseguita lungo la strada della definizione di una norma Europea che introduca l’ obbligo di indicazione del paese di origine della produzione sui prodotti manufatti. Ritengo che tutti, in particolare i consumatori, siano interessati e possano trarre vantaggio dall’ introduzione di questa regola fondamentale, che garantisce sicurezza e trasparenza da tutti i punti di vista, garantendo altresì una scelta oculata e consapevole”. Così Franco Manfredini, Presidente di Confindustria Ceramica commenta l’ approvazione di una risoluzione, assunta nei giorni scorsi dal Parlamento Europeo, relativa alla proposta di Regolamento della Commissione UE sull’ etichettatura di origine obbligatoria per alcuni prodotti provenienti dai paesi extra – UE, tra i quali quelli in ceramica.

Bruxelles. Accordo di compromesso sul pacchetto finanziario sul clima al vertice Ue

 Lo hanno annunciato il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso e il presidente di turno dell’ Unione, il premier svedese Fredrik Reinfeldt, in una conferenza stampa al termine degli incontri bilaterali che hanno impegnato soprattutto la presidenza svedese, la commissione Ue, il presidente francese Nicolas Sarkozy, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il primo ministro britannico Gordon Brown e il premier polacco Donald Tusk.

I burocrati di Bruxelles comanderanno ancora di più

 Con l’ approvazione del Trattato di Lisbona, i burocrati di Bruxelles (quelli che, qualche tempo fa, hanno persino cercato di imporci che le banche possano finanziare l’ acquisto della casa solo fino ad un massimo del 40 per cento del valore dell’ immobile) conteranno ancora di più. L’ Italia è travolta (e distratta) da un gossip da bordello, e pochi italiani lo sanno (anche perché noi – nel luglio dell’anno scorso – non siamo neanche stati chiamati a votare, ha fatto tutto il Parlamento). Ma è così, inesorabilmente.

La storia ci insegna che ogni burocrazia è vieppiù presa da delirii di onnipotenza, e che produce norme a raffica per giustificare se stessa e i propri costi. Così è regolarmente capitato anche in Europa, con ridicole direttive che pretendono di regolare la nostra vita in ogni minuto particolare.

La storia ci insegna, anche, che ogni burocrazia tende a produrre regole sempre più complicate per giustificare la propria funzione interpretatrice e, anche, di semplice conoscenza delle stesse norme. Il Trattato di Lisbona – che non si sottrae alla regola, ovviamente – si compone di 463 articoli, redatti con il metodo dei rinvii o delle modifiche a testi non riportati: è semplicemente illeggibile.

Bruxelles. L’ Ue rivede a rialzo le stime dell’ Italia. Ma il debito pubblico frena

 La ripresa arriverà in Italia nel 2010, ma sarà graduale e “frenata” dalla crescita del debito pubblico. Secondo le previsioni d’ autunno il prodotto interno lordo calerà del 4,7% quest’ anno e salirà dello 0,7% il prossimo anno, in linea con la media europea, per arrivare a +1,4% nel 2011, contro un +1,5% dell’ Eurozona e un +1,6% dell’ Unione europea.

Clima. Barbara Helfferich a Bruxelles: “I piani nazionali di assegnazioni delle emissioni non sono più negoziabili”

 I piani nazionali di assegnazioni delle emissioni (Nap) che ogni Stato membro dell’ Ue ha stabilito per il periodo 2008 – 2012, con l’ approvazione della Commissione europea, non sono più negoziabili. Lo ha affermato a Bruxelles Barbara Helfferich, portavoce del commissario europeo all’ Ambiente, Stravos Dimas, rispondendo alle domande dei cronisti sulla lettera che il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha scritto al capo dell’ Esecutivo comunitario, Josè Manuel Barroso, lamentando i sovracosti del piano italiano di riduzione delle emissioni, e annunciando l’ apertura di un negoziato con lo stesso Dimas.

I tetti nazionali alle emissioni “sono stati stabiliti, i piani nazionali di assegnazione sono stati adottati con una procedura fissata dalla legislazione europea, e non sono più negoziabili”, ha detto Helfferich. Quanto alla sentenza del Tribunale di primo grado dell’ Ue, che ha annullato le decisioni con cui la Commissione aveva imposto una riduzione dei tetti delle emissioni di Polonia ed Estonia, la portavoce ha ribadito che i servizi di Bruxelles stanno ancora studiando il caso, in vista di un eventuale ricorso in appello.

La sentenza di mercoledì, negando alla Commissione il potere di stabilire dei tetti alle emissioni degli Stati membri, nei casi specifici di Polonia ed Estonia, rischia in effetti di avere conseguenze di principio, se si estendesse il ragionamento a tutti i paesi membri, creando così una situazione di incertezza giuridica alla base dell’ intero sistema europeo di commercio delle emissioni, stabilito nell’ ambito della legislazione per l’ attuazione del Protocollo di Kyoto nell’ Ue.

Immigrazione. Stop dell’ Onu ai respingimenti

 Ieri a Bruxelles, Antonio Guterres, l’ Alto commissario per i rifugiati delle Nazioni unite, ha ribadito, le sue forti riserve nei riguardi dei respingimenti di clandestini effettuati dalle motovedette italiane nel Mediterraneo, considerando fortemente carenti, in Libia, le condizioni di protezione adeguate ai richiedenti asilo.

Guterres, durante una conferenza stampa a Bruxelles, a margine del Consiglio dei ministri Ue degli Affari interni, ha dichiarato: “La nostra posizione è molto chiara: noi non pensiamo che in Libia ci siano condizioni che permettano la protezione dei richiedenti asilo: la situazione attuale non lo consente”.

In Libia, ha proseguito l’ Alto commissario Onu, “ci sono condizioni di detenzione spaventose, e c’ è il rischio effettivo che persone che meriterebbero la protezione internazionale siano rimandate nei paesi d’ origine. Per questo abbiamo espresso le nostre forti riserve verso l’ Italia, sul respingimento delle persone verso la Libia in queste circostanze”.

Afghanistan – Il ministro degli Esteri Franco Frattini: “La missione deve cambiare”

 Cinquecento soldati italiani, inviati in Afghanistan per controllare il regolare svolgimento del voto, rientreranno nei prossimi giorni, nelle prossime settimane in accordo con gli altri paesi che hanno a loro volta aumentato i loro contingenti per le elezioni. È la promessa che Silvio Berlusconi fa da Bruxelles, nel giorno del lutto per i sei soldati italiani morti laggiù.

Ma a Bossi che chiede di riportare tutti i nostri militari a casa per Natale, il Cavaliere risponde che per ora si può parlare di una transition strategy, di una diminuzione di organici. Anche per onorare i morti, perchè certo non possiamo, dopo aver fatto tanto anche in termini di sacrifici umani, abbandonare l’ impresa in seguito ad eventi così drammatici e dolorosi.

“Si deve finire il lavoro iniziato in Afghanistan per una democrazia essenziale in quel paese ma anche per proteggere il resto del mondo dal terrorismo. E si deve farlo con una forte riduzione del contingente italiano, ma senza ipotizzare passi indietro solitari perchè nessun paese può assumere decisioni univoche, questo tradirebbe l’ accordo e la fiducia degli altri paesi presenti”.

Questa la linea che il premier Silvio Berlusconi traccia a Bruxelles, in questa giornata dolorosa, per ribadire, di fronte ai capi di stato e di governo dell’ Unione, che l’ Italia al momento rimane. Nonostante abbia già dato tanto in termini di sacrifici umani: ventuno giovani vite in 5 anni.

Bruxelles. Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, replica alla richiesta di Berlusconi

 Il Presidente del Consiglio, come si ricorderà, aveva richiesto nei giorni scorsi le dimissioni di tutti i funzionari coinvolti nel caso Berlusconi – Ue riportato martedì 1° settembre. Immediata la replica di Josè Manuel Barroso, che ha difeso oggi a Bruxelles il suo servizio stampa e tutti i suoi portavoce, affermando che hanno tutta la sua fiducia e il suo sostegno nel loro lavoro quotidiano di informare i cittadini, ciò che costituisce “non solo un diritto ma un dovere” per l’ esecutivo comunitario.

Durante la presentazione del programma politico per il suo secondo mandato destinato all’ europarlamento che voterà la sua conferma nelle prossime settimane, Barroso ha sottolineato la peculiarità del metodo comunitario, e delle istituzioni sovranazionali che lo incarnano, l’europarlamento e la Commissione europea.

Riferendosi alle polemiche di Berlusconi contro le esternazioni dei commissari e portavoce Ue, il capo dell’ esecutivo comunitario ha quindi osservato: “Ci sono persone che a volte non comprendono l’ originalità della Commissione, che ha non solo il diritto, ma il dovere di dare informazioni a tutti i cittadini. È ciò che fa ogni giorno con il servizio dei portavoce, di cui non c’ è nessun altro organismo amministrativo a livello internazionale che si metta ogni giorno al servizio dei cittadini. Il servizio dei portavoce, perciò, ha tutta la mia fiducia e tutto il mio sostegno. Io sono intransigente nella difesa delle prerogative delle istituzioni europee e in particolare della Commissione che deve comunicare su una base di lealtà verso gli Stati membri”.

Crisi economica. Nell’ Eurozona segnali di ripresa secondo Joaquin Almunia, commissario Ue agli Affari economici e monetari

 L’ economia dell’ Eurozona è ancora in un “territorio di profonda recessione”, ma i vari indici di fiducia e i mercati finanziari stanno cominciando a inviare primi segnali di un timido miglioramento. Questo il messaggio contenuto nel rapporto trimestrale sulla zona euro, compilato dai servizi del commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia.

Senza timore di passare per gufo la commissione europea ha fatto il punto sulle luci e sulle ombre della fase congiunturale. I segni di stabilizzazione dei mercati finanziari sono cauti (dall’ andamento degli spread al miglioramento delle valutazioni del business e dei consumatori, la propensione al rischio più bassa, le migliori condizioni di finanziamento) e le loro condizioni restano fragili.

La commissione europea conferma che la ripresa arriverà l’ anno prossimo, ma elenca almeno sei ragioni che indicano prudenza rispetto ai facili ottimismi sull’ andamento dell’ economia nei mesi che ci separano dalla (possibile) ripresa della crescita di segno positivo (secondo trimestre 2010 secondo le ultime stime di Bruxelles).

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