Elezioni regionali. Green economy e il rilancio del Paese. La sfida di Legambiente

 Energia, trasporti, rifiuti, acqua, cave, suolo, dissesto idrogeologico, biodiversità: queste le sfide ambientali nelle regioni italiane. La crisi amplifica il divario tra il Nord e il Sud, dove però aumentano le esperienze positive. “Vogliamo riempire di contenuti concreti la prossima campagna elettorale. Altro che schieramenti e posizionamenti, le Regioni hanno responsabilità enormi per disegnare la qualità dello sviluppo nei territori per uscire dalla crisi“. Questo l’ assunto di Legambiente che, in Ambiente Italia 2010, l’ annuale rapporto sullo stato di salute del Paese, quest’ anno ha voluto aggiungere ai tradizionali indicatori anche una significativa analisi delle sfide ambientali che le Regioni devono affrontare per promuovere uno sviluppo più moderno e pulito, avviando sul serio la Green economy, creando nuovi occupati in settori strategici, modernizzando il Paese puntando sulla qualità e la vivibilità concreta. In concomitanza con le elezioni regionali Legambiente lancia una sfida: green economy e il rilancio del Paese.

Il Presidente Napolitano riceve il WWF

Il WWF incontra le massime cariche dello Stato per un’ alleanza a sostegno della biodiversità. L’ incontro al Quirinale con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inaugurato gli scambi istituzionali del WWF per l’ Anno della Biodiversità per indicare una road map di interventi affinché il nostro Paese compia tutti i passi necessari per confermare e difendere il patrimonio di biodiversità di cui l’ Italia detiene il primato europeo.

Ogm. Sentenza Consiglio di Stato autorizza coltivazione mais

 Legambiente: “A chi giova la devastazione del patrimonio agroalimentare italiano? Non si capisce, francamente, il motivo per cui si debbano introdurre coltivazioni Ogm in Italia a prescindere dalle Regioni e dall’ assunzione di regole certe a tutela del prezioso e ineguagliabile patrimonio agroalimentare di qualità che ci distingue nel mondo”. Questa l’ opinione espressa da Vittorio Cogliati Dezza, il presidente nazionale di Legambiente sulla sentenza del Consiglio di Stato sull’ introduzione delle coltivazioni biotech in Italia.

Luca Zaia. Tre italiani su quattro non vogliono gli Ogm

 Rispettiamo la sentenza del Consiglio di Stato, ma ricorreremo in tutte le sedi. Faremo opposizione anche perché siamo convinti di rappresentare fino in fondo il volere dei cittadini. E tre cittadini su quattro, in Italia, non vogliono gli Ogm. Le argomentazioni a favore sono semplici: la prima è quella in base alla quale l’ agricoltura italiana ci guadagnerà di più. Ma l’ esperienza internazionale ci dice che dove si piantano e si coltivano OGM. In realtà, questo non avviene. Non si può pensare di far fronte ai costi di un cinese che è pagato 5 euro al giorno, o di un indiano che è pagato 3 euro al giorno utilizzando gli OGM. Queste sono bugie. La verità è un’ altra: la vera sfida per la nostra economia agricola è quella della tracciabilità e dell’ origine. Cioè dare un nome e un cognome alle produzioni.

Evento. Legambiente e La Nuova Ecologia hanno assegnato il premio nazionale “Ambientalista dell’ anno 2009”

 Il riconoscimento va a Emanuela Evangelista, biologa e giornalista romana impegnata da anni nella tutela della foresta amazzonica. A lei il premio per l’ impegno ultradecennale a favore della ricerca scientifica e della conservazione del territorio forestale del Brasile

Emanuela Evangelista è la vincitrice del Premio Nazionale Ambientalista dell’ Anno 2009, il concorso nazionale giunto alla terza edizione che assegna un riconoscimento a persone che con il loro lavoro svolgono un ruolo privilegiato nella difesa del territorio. Con ben 1.974 voti, Emanuela Evangelista è arrivata in cima alla classifica dei dieci candidati segnalati da una giuria di esperti formata da Tessa Gelisio giornalista tv, Filippo Solibello conduttore di Caterpillar, Giuseppe Onufrio di Greenpeace, Toni Mira, Vittorio Cogliati Dezza, Alberto Fiorillo e Marco Fratoddi.

Politiche agricole. Abbiamo portato alcuni esemplari di yak sulle montagne patrimonio dell’ umanità

 Abbiamo portato alcuni esemplari di yak sulle Dolomiti bellunesi, dove potranno vivere in un contesto climatico e ambientale ideale per loro. La convivenza di questi “spazzini del bosco” con animali di altre specie contribuirà tra l’ altro ad accrescere la biodiversità della zona e a favorire la salvaguardia dell’ ambiente, valorizzando anche le aree marginali del territorio.

Una mandria di yak è stata trasferita nell’ Alpago, sulle Dolomiti bellunesi. Nel territorio, a Valle di Cadore, sono già presenti 45 esemplari, ben inseriti nel contesto climatico – ambientale della zona. La consegna degli animali è avenuta oggi, 30 novembre. Questi esemplari, che sono un bene dello Stato, verranno dati in comodato d’ uso gratuito ad una azienda privata, che li alleverà nel pieno rispetto delle norme sul benessere degli animali e non saranno destinati alla macellazione.

Gli animali hanno fatto parte del progetto di ricerca triennale avviato nel 2005 dal Ministero delle politiche agricole e forestali denominato “L’ Allevamento dello yak per il recupero delle aree marginali: studi sull’ adattamento e valutazione delle caratteristiche dei prodotti”, che è stato effettuato dal Cra – Istituto sperimentale per la zootecnia (Isz) di Roma. Il gruppo degli yak usato per la ricerca è stato collocato in un’ area a quota 1450 – 1500 metri a ridosso dei monti della Laga detti Monti Gemelli, poi successivamente spostati in Abruzzo.

Assoedilizia informa. Con il progetto Urban – Sms gli europei si interrogano sul futuro delle città

 Sorpresa a Milano: anche i portatori di interessi si dichiarano per uno sviluppo sostenibile. Il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici: “La funzione della città come grande macchina per lavorare e per produrre è diventata insufficiente”

Come mettere d’ accordo lo sviluppo della città europea, spesso vittima di una urbanizzazione sregolata, con il rispetto di quanto resta del suolo, del verde, della vivibilità? Sembra la quadratura del cerchio. Alla quale il Vecchio Continente tenta di trovare la soluzione attraverso il progetto Urban – Sms (soil management strategy).

Più specificamente il progetto intende valutare le proprietà ecosistemiche dei suoli nei processi di pianificazione urbana, cioè del ruolo che questi suoli ricoprono nel contenere habitat locali, naturali (vegetazione spontanea), o artificiali (agricoli), nell’ agevolare il deflusso idrico, nel sostentare la fauna o nell’ essere fruibile dai cittadini per divertimento o tempo libero o nell’ ospitare al proprio interno testimonianze archeologiche. Il progetto coinvolge tecnici ambientali e pianificatori di 8 città dell’ Europa centro – orientale: Stoccarda, Vienna, Milano, Celjie, Praga, Bratislava, Salisburgo e Cracovia.

A Milano questo modello di workshop, strumento poco diffuso in Italia, ma ampiamente utilizzato all’ estero, organizzato dal Comune di Milano e coordinato dall’ ing. Marco Parolin e dal dott. Andrea Zelioli, ha assunto particolare importanza in vista di due fondamentali eventi per il futuro della città: il Pgt in via di approvazione ed Expo 2015.

G8: Da Cison a L’ Aquila abbiamo segnato la strada etica per vincere la fame

 A L’ Aquila il messaggio che è passato, e che ha fatto sì che tutti i partecipanti al G8 si trovassero d’ accordo sulle questioni di fondo, firmando sette documenti conclusivi, è che per risolvere i grandi nodi della politica e dell’ economia internazionale non basta avanzare soluzioni tecniche, ma bisogna trovare principi condivisi che guidino il nostro agire, quella bussola ideale e di valori che già Benedetto XVI ha indicato nell’ ultima enciclica.

Ne è esempio evidente la Dichiarazione congiunta sulla Sicurezza alimentare firmata da 40 delegazioni, che incardina molte delle linee guida già presenti nel documento conclusivo del vertice agricolo di Cison di Valmarino.

Già nel documento di Cison avevamo ribadito che per combattere fame e povertà non è più sufficiente erogare aiuti a pioggia, rimanendo confinati a una inefficace logica assistenzialista. Occorre rimettere al centro l’ agricoltura, aumentando la produzione agricola e migliorando la qualità delle produzioni.

Solo così si dà a tutti, in particolare ai Paesi in via di sviluppo, la possibilità di avere accesso ad alimenti salubri e nutrienti. Questo concetto viene ripreso nella dichiarazione dell’ Aquila, che eroga come pure la necessità di potenziare lo sviluppo rurale attraverso un maggiore sostegno alla ricerca, all’ innovazione, all’ istruzione e alla creazione di infrastrutture nelle aree rurali.

G8 Ambiente. A Siracusa una tre giorni su impatto delle tecnologie a basse emissioni, biodiversità e salute

 Una tre giorni incentrata sulla sostenibilità, organizzata dalla presidenza italiana del G8, che ha visto riuniti i Ministri dell’ Ambiente dei Paesi del G8 insieme a India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto. Hanno partecipato al summit anche Repubblica Ceca, Presidente di turno dell’ Unione Europea, e Danimarca in veste di prossimo presidente del Cop, Convention on climate change, previsto per il prossimo dicembre. Siglata tra Italia e Sudafrica un’ intesa per fornire mobilità sostenibile ai mondiali di calcio di luglio 2010.

Obiettivo del meeting siciliano è redigere la Carta di Siracusa per rinnovare l’ impegno internazionale a frenare la perdita di biodiversità e formulare risposte per il post – Kyoto, da analizzare al vertice di Copenhagen. Si prevede il diretto coinvolgimento del sistema produttivo attraverso la costituzione di un business forum e di intese internazionali tra sistema pubblico e imprese private. Necessarie campagne di informazione e un confronto con la nuova Amministrazione Usa, che mostra maggiore apertura sugli obiettivi di Kyoto. Le linee programmatiche dei lavori sono state suddivise nell’ arco delle tre giornate.

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