Attentato della ‘Ndrangheta alla Procura generale di Reggio Calabria

 Il mondo politico condanna l’ attentato compiuto a Reggio. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato il primo a far pervenire ai Capi degli uffici requirenti di Reggio Calabria la sua vicinanza e la solidarietà del Paese a tutti i magistrati reggini, manifestando “il convinto apprezzamento e il forte incoraggiamento alla tenace azione, assieme alle forze dell’ ordine, di contrasto della criminalità, assicurando il pieno sostegno delle istituzioni”.

La vedova Borsellino: “Pronta a perdonare i killer di Paolo, ma devono dire perché l’ hanno fatto”

 A diciassette anni dal martirio del marito la moglie di Paolo Borsellino rompe il silenzio e, davanti alla telecamere di La Storia siamo noi, racconta gli ultimi giorni del giudice antimafia. “Due giorni prima che lui morisse mi ha detto: “Io non vedrò i risultati del mio lavoro, li vedrete voi dopo la mia morte, perché la gente si ribellerà, si ribelleranno le coscienze degli uomini di buona volontà”. Durante la puntata, in onda mercoledì sera, la vedova ripercorre il giorno dell’ attentato. “Era una giornata normale, mio marito si sentiva molto stanco, voleva accontentare me e i miei figli e fare una passeggiata a Villa Grazia, al mare…”.

Poi prosegue. “Alle 16.30 quando sono venuti gli altri sei uomini della scorta, è andato dalla sua mamma perché doveva accompagnarla dal medico. Ha baciato tutti, ha salutato tutti, come se stesse partendo. Lui aveva la borsa professionale, e da un po’ di giorni non se ne distaccava mai. Allora mi è venuto un momento di rabbia, quando gli ho detto: “Vengo con te”. E lui “No, io ho fretta”; io: “Non devo chiudere nemmeno la casa, chiudo il cancello e vengo con te”. Lui continuava a darmi le spalle e a camminare verso l’ uscita del viale, allora ho detto: “Con questa borsa che porti sempre con te sembri Giovanni Falcone”. Sono arrivata a dire queste ultime parole”.

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