“Dietro i barconi c’ è la criminalità” dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

 Il premier torna a parlare della questione immigrazione: “I barconi di immigrati che salpano verso l’ Italia non sono fatti occasionali, ma il frutto di una organizzazione criminale: all’ interno vi sono persone che sono reclutate in maniera scientifica dalle organizzazioni criminali”.

Anche per stoppare la polemica tra Lega e An, Berlusconi, in una intervista alla Rai, si è assunto in prima persona la responsabilità di aver architettato gli accordi con Gheddafi in base ai quali i migranti intercettati nel Canale di Sicilia vengono riportati al punto dal quale sono partiti. “Gli accordi con la Libia li ho gestiti io – ha sottolineato il premier – li ho sottoscritti io, Maroni esegue quegli accordi che sono stati assunti direttamente da me. Gheddafi sta rispettando gli accordi che aveva preso con me”.

A Gianfranco Fini, che chiedeva di accertare il diritto d’ asilo il presidente del Consiglio aveva risposto: “Su questi barconi, come dicono le statistiche, persone che hanno diritto d’ asilo non ce ne è praticamente nessuna. Solo casi eccezionalissimi. Noi comunque abbiamo sempre uno spirito umanitario”.

Referendum: rinvio o election day? Bossi: “La legge prevede che elezioni e referendum non si possano abbinare: sarebbe incostituzionale”

 Dopo la burrasca dei giorni scorsi sulla data del referendum, le acque sembrano calmarsi, almeno nella maggioranza, mentre sale l’ ipotesi di un rinvio della consultazione all’ anno prossimo. Ipotesi che Di Pietro e i referendari bocciano, mentre dal Pd si attende una proposta ufficiale. Intanto, dopo le affermazioni del premier, Umberto Bossi spiega: “Io non ho bisogno di mettere Berlusconi con le spalle al muro. I nostri rapporti sono troppo cordiali per cose del genere. A Berlusconi basta chiedere…”.

“Si fanno strumentalizzazioni sulla pelle dei terremotati – prosegue Bossi – non è vero che separare le europee dal referendum costerà 400 milioni in più. Costerà qualcosa, ma molto meno: bisogna dividere almeno per dieci. Inoltre Maroni sta preparando un provvedimento per cui lo spoglio delle schede sarà a costo zero. E comunque la legge prevede che elezioni e referendum non si possano abbinare: sarebbe incostituzionale”.

Gianfranco Fini al “Parlamento della legalità”: “La lotta alla mafia non si fermerà”

 Giunto a Bagheria per parlare agli studenti promotori del “Parlamento della legalità“, il presidente della Camera, ribadisce: “Se non vogliamo che ci siano legami con la mafia, chi rappresenta il popolo, la politica, deve garantire trasparenza e la forza dell’ esempio e del comportamento”. Rivolgendosi agli studenti, Fini ha invitato a “non votare chi vi dice dammi il voto e poi io ti do un posto di lavoro. È questo il comportamento che ha portato capi mandamento e boss a dire “ci pensiamo noi”. Secondo Fini, è dovere dello Stato garantire la selezione di coloro che meritano e non i boss “perché chi si impegna deve andare avanti. Negli ultimi anni sono stati fatti grossi passi in avanti: lo Stato ha reagito, è cresciuta la volontà nella società di non calare il capo”.

Riforme: scontro sulle nuove regole. Franceschini sfida il premier

 Il voto delegato ai capigruppo e l’ inaugurazione del voto con impronte alla Camera scatenano un vivace dibattito su modi, tempi e valore costituzionale dell’ espressione della volontà del parlamentare. Dario Franceschini ribadisce le critiche alla proposta lanciata ieri dal presidente del Consiglio. “È un pezzo dell’ idea che Berlusconi ha del Parlamento: un ingombro alla sua luminosa azione di governo. Parlamento, regole della democrazia e in qualche caso, purtroppo, anche il ruolo di garanzia del Capo dello Stato. Lui semplificherebbe tutto. Il prossimo passaggio potrebbe essere, invece di 4 capigruppo che votano per 600 deputati, avere un tasto nel suo ufficio così che lo spinga lui e faccia lui per tutti…”. Fin qui il dibattito politico.

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