Scioperi: Cgil, diritto incoercibile, confermati tratti illiberali

“Lo sciopero è un diritto incoercibile. Dalle linee guida si confermano i tratti illiberali che avevamo già denunciato nei giorni scorsi e rendono, dunque, necessario contrastare norme che attaccano i diritti dei lavoratori e della loro rappresentanza e appaiono sbagliate nel metodo, nel merito e sotto il profilo costituzionale”. È questo il giudizio della segretaria nazionale della Cgil in merito alle linee guida, esaminate oggi dal governo, di un disegno di legge delega per l’esercizio del diritto di sciopero sia nei servizi pubblici essenziali che nei settori produttivi. Quest’ultimo aspetto, l’allargamento a ulteriori settori, “costituisce un’altra novità negativa rispetto a quanto già anticipato dal ministro del Lavoro”, spiega la Cgil in una nota.

Il complesso delle misure annunciate, dice la Cgil, “conferma il chiaro intento di introdurre ulteriori e immotivate restrizioni al diritto di sciopero e alla libertà sindacale in una situazione nella quale le regole attuali offrono già all’utenza una protezione che non ha eguali negli altri Paesi europei”.

Incidenti sul Lavoro: 3 morti ogni giorno. Napolitano dice basta

 Oltre 1.200 morti in un anno, tre gni giorno: gli infortuni sul lavoro – seppure in costante calo dal 2000 ad oggi – si confermano una delle principali cause di morte in Italia, con un numero di decessi che e’ quasi il doppio rispetto agli omicidi. E’ l’allarme lanciato dall’Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi del lavoro (Anmil) in occasione della 58/a Giornata nazionale per le vittime celebrata in tutto il Paese.

”Basta”, ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Di fronte alle continue tragedie ”e’ doveroso tenere viva l’attenzione”, ha sottolineato in un messaggio inviato al presidente dell’Anmil, Pietro Mercandelli, ”non demordere nell’allarme sulla sua gravita’ sociale, applicare e migliorare le norme legislative”.

Più di 100 cortei contro la riforma Gelmini

 Cortei in più di cento città d’Italia con migliaia di persone scese in strada per protestare contro la “controriforma” Gelmini. Tutti per urlare il proprio “no” ad un passato che ritorna, ai tagli senza criterio e ad un decreto destinato alla scuola e che invece sembra scritto negli uffici di via XX settembre. “Gelmini, grazzie x la squola kecci dai!”, recita uno dei tanti striscioni che colorano la manifestazione da Milano a Palermo, passando per Bologna, Firenze, Roma, Napoli e tante altre città in tutta la Penisola.

Il Partito Democratico, nelle parole del suo segretario Walter Veltroni, si schiera al fianco delle “decine di migliaia di studenti” che oggi sono scesi nelle piazze di molte città italiane e “hanno detto con chiarezza cosa pensano dei provvedimenti della Gelmini”.
Quella scesa in piazza oggi, afferma Veltroni, “è l’Italia dei giovani che mostra una volontà di partecipare e una straordinaria maturità: protestano per difendere l’innalzamento dell’obbligo scolastico, per una scuola seria e formativa, contro una finta riforma fatta solo di tagli alle spese, di meno professori e meno scuole, di classi sempre più affollate, per chiedere una scuola più moderna e non un ritorno all’indietro”.

Contratti: botta e risposta tra Epifani (CGIL) e Sangalli (Confcommercio)

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha risposto alle “esternazioni” sulla riforma dei contratti del segretario della Cgil Epifani. Il leader della Cgil, a proposito dell’accordo tra Confcommercio, Cisl e Uil, ha parlato di un “atto di prepotenza” da parte di Confcommercio. “Quasi mai – ha detto Epifani – quando c’è un accordo separato si ha il coraggio di andare ad una consultazione democratica dei lavoratori. Se non è così, non ci sono regole e non c’è una vera democrazia”. “Paradossalmente – ha replicato Sangalli – sono d’accordo con Epifani.

Scuola: i sindacati proclamano lo sciopero generale il 30 ottobre

 Lo sciopero generale della scuola è stato proclamato per giovedì 30 ottobre.
Lo hanno deciso i sindacati di categoria- Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda – per protestare contro i provvedimenti varati dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.
I sindacati della scuola hanno deciso di indire la giornata di lotta dopo aver registrato stamani, in sede di tentativo di conciliazione, una risposta negativa rispetto alle loro rivendicazioni.
La mobilitazione di tutto il personale della scuola, oltre allo sciopero generale nazionale per l’intera giornata di giovedì 30 ottobre, prevede in concomitanza, una manifestazione nazionale a Roma.
Dopo aver ottenuto l’approvazione della Camera, il decreto Gelmini sul maestro unico è stato bocciato senza riserve dal mondo della scuola.
Domani un primo assaggio del malcontento arriverà dagli studenti che manifesteranno in decine di città.
“L’approvazione con il voto di fiducia del decreto Gelmini – spiega l’Unione degli studenti – mostra come il governo prova ad affermare il proprio autoritarismo”.

Contratti: e’ guerra di cifre Cgil-Confindustria

 La proposta di Confindustria produrrà un aumento dei salari o una diminuzione? E’ la domanda a cui le organizzazioni di rappresentanza delle industrie e della Cgil hanno dato una risposta diametralmente opposta: aumenteranno in 4 anni di 2.503 euro in valore nominale e di 766 euro in valore reale, dice il presidente degli indutriali, Emma Marcegaglia. Diminuiranno nello stesso periodo di 1.914 euro, sostiene invece il leader della Cgil, Guglielmo Epifani.

Il giorno che ha seguito lo strappo della Cgil al tavolo dei contratti ha visto insomma una guerra di cifre tra il presidente di Confindustria – che ha ribadito “non ci faremo imporre veti” – e il segretario della Cgil. “Non capisco che conti siano stati fatti e come. La verità – ha accusato Emma Marcegaglia è che la Cgil vuole il ripristino della scala mobile.

Epifani risponde alla Marcegaglia sul tema della scala mobile

 “E’ un’accusa del tutto fuoriluogo e anche ridicola. Ricordo a Emma Marcegaglia che nell’84 io mi battevo contro gli effetti perversi della scala mobile. Mi presi gli insulti per questo”. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, in un’intervista a ‘La Repubblica’, respinge l’accusa, lanciata dalla leader di Confindustria, di essere il fautore del ritorno alla scala mobile e ribadisce le ragioni della rottura con Confindustria, ma anche con Cisl e Uil. “All’epoca, Emma Marcegaglia era poco più d’una bambina, quindi non può ricordare, altrimenti non avrebbe detto quelle cose. Non permetto a nessuno di sostenere che vorrei ripristinare la scala mobile”, aggiunge Epifani.

Sul merito della proposta di Confindustria per la riforma degli assetti contrattuali, il leader della Cgil dice: “La proposta degli industriali opera due correzioni al ribasso. Intanto abbassa la base retributiva sulla quale calcolare gli incrementi a livello nazionale.

Alitalia aspetta hostess e steward. Ruolo chiave per il partner straniero

 I piloti hanno firmato ma discutono ancora, polemici per come i loro front-men Berti e Notaro hanno chiuso l’accordo. Gli assistenti di volo non hanno ancora firmato, a parte i 300 iscritti all’Anpav. Sono attesi lunedì mattina a palazzo Chigi dove arriveranno con una risposta già pronta, un si o un no, quello che verrà fuori dalle consultazioni tra i lavoratori avvenute tra sabato e domenica.

Dossier Alitalia, il giorno dopo la lunga notte che ha portato alla firma dei piloti. Per stanchezza si cerca di dire che la missione è compiuta e che Alitalia è già rinata sotto forma di Cai. Ma non è così. In realtà ci sono ancora molte incognite: dalla firma di hostess e steward, alla capacità di volo di Alitalia, l’ingresso del partner internazionale, il destino della bad company, l’esame di Bruxelles su tutta l’operazione per non parlare dell’esame dei cittadini italiani che farsi carico di debiti, prestiti e costo degli ammortizzatori sociali. Alla faccia della sacra “italianità”, totem inviolabile del premier, che poi alla fine non si sa neppure se ci sarà veramente.

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