Schifani al Senato: A piazza Navona solo ingiurie contro Berlusconi, il Papa e Napolitano

 Aula compatta, almeno la maggioranaza, per l’intrervento del presidente del Senato Renato Schifani. “Nessuno può condividere le ingiurie, ed è dovere di tutti condannare le parole usate e coloro che le usano con intento distruttivo nelle piazze”, ha detto il presidente del Senato, riferendosi alla manifestazione indetta dall’Italia dei Valori in Piazza Navona. “Napolitano e il Papa sono figure che vanno poste al di fuori dello scontro politico”.

“Del Presidente Napolitano apprezziamo più che mai in questi giorni l’esempio di saggezza ed equilibrio istituzionale che quotidianamente dà a tutti noi” ha dichiarato Schifani in aula a Palazzo Madama. Il Presidente del Senato ha poi difeso il Papa: “Non mi permetto di aggiungere nulla al riconoscimento che unanimemente accompagna l’opera appassionata, fonte di speranza per la pace fra i popoli, di Papa Benedetto.

Decreto Sicurezza, c’è il sì del Senato

 Tutto come previsto. Arriva dal Senato il via libera al decreto sulla sicurezza che contiene la norma blocca processi contestata dall’opposizione. Il decreto passa ora all’esame della Camera. A favore ha votato il Pdl, contro il Pd, l’Idv e l’Udc. Il provvedimento è stato approvato con 166 sì, 123 no e un astenuto. Inserite le norme che consentono di utilizzare fino a tremila militari e l’ergastolo in caso di omicidio di un agente delle forze dell’ordine.

Il governo incassa così il primo sì dal Senato al decreto che blocca per un anno i processi per i reati meno gravi con meno di 10 anni di reclusisone commessi entro il 30 giugno 2002. Un altro argomento, contanuto nel provvedimento, che ha fatto molto discutere maggioranza e opposizione è l’uso dell’esercito per motivi di ordine pubblico nelle grandi città: saranno circa tremila gli uomini delle Forze Armate per un periodo di massimo sei mesi e rinnovabile una sola volta che saranno a disposizione dei prefetti delle aree metropolitane o delle zone densamente popolate per servizi di vigilanza, a siti e obiettivi sensibili.

Sicurezza: Il Senato approva la norma “sospendi-processi”

L’Aula del Senato ha approvato, con 160 voti a favore e 11 contrari, l’emendamento al decreto sicurezza che sospende per un anno i processi per i reati non gravi commessi prima del 30 giugno 2002.
Il Pd e l’Idv hanno abbandonato l’Aula prima del Voto.
Emma Bonino e il gruppo Udc-Autonomie sono invece rimasti nell’emiciclo e hanno votato contro.

Ad annunciare che il Pd non avrebbe partecipato al voto dell’emendamento è stata Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Partito democratico. La Finocchiaro ha criticato la norma perché di fatto creerà “un aggravamento di lavoro in tutti i tribunali italiani” e ha accusato Silvio Berlusconi “di aver perso un’occasione davvero unica: quella di creare in Italia un nuovo bipolarismo”.

La lettera di Berlusconi infiamma il Senato: Opposizione e magistratura denunciano un attacco

 Gli emendamenti al decreto sulla sicurezza continuano a far discutere e soprattutto continuano a mettere in subbuglio i lavori dell’aula del Senato. Una vera e propria bagarre alimentata oltremodo anche dalla lettura in aula del presidente Renato Schifani di una lettera firmata dal premier Silvio Berlusconi, che torna sulla sua vicenda personale.
Gli emendamenti in questione, che hanno letteralmente sollevato l’opposizione, dato che si tratta di evidenti norme “salva premier” riguardano interventi sulla formazione dei ruoli d’udienza, indicando quali sono i procedimenti di particolare urgenza per il tipo di reati che devono avere priorità rispetto agli altri, e prevedono invece la sospensione degli altri processi penali relativi a fatti commessi fino al 30 giugno 2002 «che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado».

Sì anche dal Senato: il Governo ottiene la fiducia in Parlamento

 Il governo Berlusconi ha ottenuto la fiducia al Senato, dopo il passaggio di ieri alla Camera.
I voti a favore sono stati 173, quelli contrari 137, le astensioni due.
Stamattina i lavori nell’Aula del Senato erano ripresi con la discussione generale, la replica del presidente del Consiglio e le dichiarazioni di voto.

“Non ci sono stati attacchi pregiudiziali da parte dell’opposizione, si è parlato soprattutto di contenuti. Finalmente siamo una democrazia bipolare. E così funziona e deve funzionare una democrazia matura e compiuta. Sì alle critiche, no agli attacchi personali”.
Silvio Berlusconi ha aperto con questa sottolineatura il suo intervento di replica nell’Aula di Palazzo Madama.

Schifani lancia un’azione giudiziaria contro Travaglio

 L’ufficio stampa di Palazzo Madama fa sapere che il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha dato mandato ai suoi avvocati per agire giudizialmente nei confronti “delle affermazioni calunniose rese nei giorni scorsi nei riguardi della sua persona”.
“Sarà quella la sede – spiega una nota che fa evidentemente riferimento alle parole dette sul presidente di Palazzo Madama dal giornalista Marco Travaglio nel corso della trasmissione di Rai 3 di Fabio Fazio ‘Che tempo che fa’ sabato scorso – in cui, da una puntuale ricostruzione dei fatti, la magistratura potrà stabilire le responsabilità di coloro che hanno dato luogo ad un’azione altamente diffamatoria nei riguardi del Presidente del Senato”.

Elezioni: Federconsumatori minaccia una richiesta di risarcimento in caso di pareggio

 “La lettura dell’articolo del ‘sole 24 ore’ di oggi, da cui si evince che al Senato vi sarà una vera e propria lotteria su chi vincerà le elezioni, è estremamente preoccupante e ancor più preoccupante è constatare che nel nostro paese vi siano uomini politici e partiti che operino con assoluta irresponsabilità e disprezzo per il bene comune .

Ciò in seguito alle decisioni contrarie e formalizzate nelle aule parlamentari a mettere mano a un meccanismo elettorale che difficilmente potrà dare esiti positivi per una risposta di Governo per il nostro paese. Ciò è molto grave anche alla luce di considerazioni che erano state fatte da più parti a partire da quelle esimie del Presidente della Repubblica . Questa irresponsabilità è ascrivibile a chi formalmente ha dichiarato anche con voto formale di non volere una modifica della legge elettorale con conseguenze politiche incalcolabili e che produrrà costi per centinaia di milioni a carico dei cittadini tutti.