Piano casa, no di Franceschini: il leader del Pd boccia la proposta di Berlusconi

 “C’ è assolutamente bisogno di far ripartire l’ economia e le imprese, rimettere in moto gli artigiani, perché gli italiani non avendo soldi non spendono più – ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini – . Ma la proposta del governo è senz’ altro uno sbaglio, una specie di cementificazione dell’ Italia e per di più campata in aria”. Per Franceschini si tratta di una proposta un po’ sulla luna perché “Berlusconi parla di aggiungere due, tre stanze alle ville e dimostra così di non sapere come vivono gli italiani che stanno in condomini al terzo o quarto piano, dove aggiungono le stanze sul pianerottolo”. Secondo il segretario del Pd perciò questo nuovo piano per l’ edilizia è pericolosissimo soprattutto in Italia perché “quello che ci rende unici nel mondo è il paesaggio, i nostri centri storici. Così, invece, si rovina il territorio, quindi la proposta è bocciata: è come se un paese arabo bruciasse il petrolio”.

Veltroni (PD): A cose fatte non si chiede la collaborazione su ricette crisi

 No grazie, non in questo modo. È la risposta del Partito democratico all’appello di Silvio Berlusconi a «collaborare nell’interesse di tutti» per uscire dalla crisi. «Se davvero lo si vuole, se ne ascoltino le proposte e si concordino i provvedimenti», ha dichiarato Walter Veltroni «Non è immaginabile che l’opposizione venga semplicemente invitata a ratificare decisioni già prese senza alcun coinvolgimento. Le proposte anti crisi presentate dal governo sono purtroppo del tutto insufficienti: non c’è nulla di strutturale, nulla che riguardi i redditi e le pensioni, nulla che riguardi il precariato, molto poco per le piccole e medie imprese. Il governo si mostra ancora una volta inadeguato rispetto alla gravità della situazione, ma in Parlamento il Pd si muoverà come sempre nell’interesse del Paese».

TENSIONE – Secondo il segretario del Pd, «la maggioranza e il presidente del Consiglio con dichiarazioni e comportamenti tendono a inasprire i rapporti sociali e politici, un atteggiamento che appare tanto più irresponsabile vista la pesantezza di una crisi che il governo ha prima negato e che ora non riesce a fronteggiare». Veltroni rilancia infine una proposta: un tavolo con le parti sociali in cui sia presente non solo Confindustria, ma anche le piccole e medie imprese: «Invito il governo a non continuare sulla strada irresponsabile della divisone tra sindacati, un comportamento che non potrà che generare altro conflitto».

Casini (UDC): Nessuna alleanza col Pd, da Veltroni aspetto novità

 L’intervista del ‘Riformista’ al leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini.

«Non è una novità»: il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini commenta così la rottura tra Pd e Di Pietro. Sulle alleanze taglia corto: «Siamo equidistanti dai poli». E a Veltroni dice: «Sulla legge per le europee vedremo se sarà complice di Berlusconi come in campagna elettorale o se cambierà modalità di fare opposizione». Come giudica la rupture tra Veltroni e Di Pietro?
«Non è una novità. Anzi, è un evento consolidato da tempo. Di Pietro si è servito dei voti del Pd per entrare in Parlamento e poi ha fatto il suo gruppo. Quella di Veltroni mi è sembrata più che altro una legittima difesa».

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Europee, via le preferenze. L’Udc promette battaglia

 Sbarramento al 5 per cento, via le preferenze e aumento del numero delle circoscrizioni da 5 a 10. Queste le novità introdotte dal testo base della riforma della legge elettorale adottato dalla commissione Affari Costituzionali di Montecitorio. Il testo, messo a punto dal relatore Giuseppe Calderisi (pdl), ha accolto la proposta del capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, di portare il numero delle circoscrizioni da 5 a 10 (anzichè a 15, come proponeva il testo del pdl). Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per martedi’ prossimo. Il 27 ottobre la pdl approdera’ in Aula a Montecitorio.

Decreti legge, Casini (UDC): Camere più veloci ma senza forzature

 L’intervento di Pier Pedinando Casini pubblicato su ‘La Stampa’.
Caro direttore, nel pieno della crisi dei mercati gli occhi del mondo sono stati puntati sul parlamento statunitense. Con un approccio che prescindeva dalla loro collocazione partitica e cercando di interpretare le ansie dei loro elettori, i membri del Congresso sono stati reali protagonisti della decisione sul piano Paulson.

Il paragone con lo stato attuale di salute del Parlamento italiano è sconfortante. Sotto il giogo di continue questioni di fiducia, poste spesso su maxiemendamenti, parlamentari eletti in liste bloccate confezionate dai vertici di partito (perché a suo tempo fu respinta la proposta dell’UDC di tornare alle preferenze), convertono disciplinatamente in legge i decreti del governo.
Le nostre camere sono ridotte al ruolo di organo di mera ratifica: il dibattito è strozzato e la possibilità di incidere sui testi legislativi ridotta, se non inesistente.

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Crisi mutui, Casini (UDC): E’ l’ora della responsabilità nazionale

L’intervento in Aula alla Camera del leader Udc Pier Ferdinando Casini durante l’informativa urgente del Governo sulla crisi finanziaria in atto.
“Signor Ministro, noi siamo il partito della responsabilità nazionale – così ci definiamo – e oggi è il giorno di dimostrare responsabilità nazionale. Oggi non è il giorno del Governo di unità nazionale, ma è il giorno dello spirito unitario degli italiani e questo giorno deve trovare eco profondo e sincero in questo Parlamento.

Noi siamo all’opposizione del Governo, ma tutti siamo con il Governo solidali nell’affrontare questa crisi, perché tutti siamo solidali con l’Italia e gli italiani. L’opposizione deve fare un atto forte di disponibilità e la maggioranza deve guardarsi da quella sindrome di autosufficienza, che è in questo caso un gravissimo errore.
Poche considerazioni: Bersani, Giorgetti e Cicchitto hanno introdotto valutazioni molto stimolanti.
L’Europa: noi siamo europeisti convinti ma ci rammarichiamo profondamente che l’Europa, in questa circostanza, si sia mossa tardi, male e in ordine sparso. Basta pensare al vertice di Parigi, basta pensare ai provvedimenti assunti dall’Irlanda, biasimati da tutti gli altri Paesi e poi successivamente imitati, in ordine sparso, proprio da tutti gli altri Paesi.

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Vigilanza Rai, Casini (UDC): Forse una rosa di nomi sbloccherà lo stallo

Una rosa di nomi, presentata dall’opposizione alla maggioranza, tra i quali scegliere il prossimo presidente della commissione di Vigilanza Rai.
Secondo Pier Ferdinando Casini, potrebbe essere questa alla fine la mossa con cui riuscire a sbloccare l’impasse per la poltrona di Palazzo San Macuto.
Il leader dell’Udc, durante una conferenza stampa alla Camera, ha spiegato infatti che “il servizio pubblico non può diventare terreno di scontro politico” e che quindi, data la situazione di stallo, potrebbe servire un “sedersi attorno a un tavolo” e fare un “patto fra gentiluomini che riguardi anche il Consiglio di amministrazione e il Direttore generale”.
Dare “una rosa di nomi, ad esempio, potrebbe fare uscire tutti dalle difficoltà. Noi – aggiunge – abbiamo sempre votato Orlando per correttezza, anche se la convenienza poteva suggerirci altro”.
Poi sottolinea: “E’ ridicolo, assurdo e autolesionista per l’opposizione dire che bisogna aspettare la manifestazione della sinistra. Con tutto il rispetto per l’iniziativa di Veltroni, se si rimprovera la maggioranza di avere poco senso delle istituzioni, non si può poi dire parliamone dopo il 25. Saremmo contraddittori”.

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Governo, Casini (UDC): Troppi dl rendono il Parlamento un ente inutile

 Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini si appella al presidente del Consiglio e al presidente della Camera, affinché difenda il ruolo e le prerogative della Camera.
“Siamo rimasti sconcertati – ha esordito Casini riferendosi alla comunicazione fatta dal ministro dell’Economia in Aula- dalle parole dell’onorevole Tremonti, per l’assoluta inutilità che attribuisce evidentemente al ruolo del Parlamento. Oggi, in tutti i giornali odierni è enunciato un proposito del Presidente del Consiglio. Come lei sa, noi non lo demonizziamo affatto e non lo riteniamo affatto il male di questo Paese (come altri dell’opposizione), ma egli ha enunciato a più riprese, nella giornata di ieri, il suo proposito di ricorrere maggiormente rispetto a quanto fatto finora alla decretazione d’urgenza, in quanto questo deve diventare lo strumento ordinario del Governo del nostro Paese”.

Casini (UDC): Sbagliano sia Berlusconi sia Veltroni

 “C’è chi al dialogo crede per convinzione e non per convenienza del momento. Credo che i toni di questi giorni siano fuori misura”.
Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, commenta lo stato dei rapporti tra maggioranza ed opposizione a margine di un convegno sulla laicità e spiega: “Il Governo deve rispettare l’opposizione perché è un segno di maturità e l’opposizione non deve scivolare sul dipietrismo perché questo sarebbe condannarla alla sterilità permanente. Un’opposizione – sottolinea Casini – deve pensare di governare e non solo ai toni migliore per fare opposizione”.
Insomma, per l’ex Presidente della Camera sbagliano sia Berlusconi, “nel delegittimare costantemente l’opposizione”, sia Veltroni nell’uso di toni “eccessivi”.
“Entrambi – osserva- si devono rendere conto che il dialogo è necessario per il bene del Paese perché, con la crisi finanziaria mondiale, ci sta cadendo il mondo addosso”.

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