La crisi del governo confindustriale di Romano Prodi segna il fallimento del Centrosinistra e delle sinistre in esso coinvolte.
In due anni il governo Prodi ha agito come comitato d’affari di Confindustria e delle grandi banche: regalando loro decine di miliardi, detassando i loro profitti, offrendo loro la previdenza privata (TFR) , mantenendo le leggi di precarizzazione del lavoro, elevando l’età pensionabile e colpendo persino il pensionamento di vecchiaia. Mentre , parallelamente, ha mantenuto basi e missioni militari, ha elevato le spese di guerra, ha premiato e promosso i vertici di polizia responsabili del G8, si è genuflesso al Vaticano perfino sui diritti civili, ha riproposto decreti xenofobi antimmigrati.
Questo governo non ha affatto garantito il “meno peggio”. Al contrario : ha realizzato in meno di due anni ciò che Berlusconi non sarebbe stato in grado di realizzare, a fronte della prevedibile opposizione di massa . E’ vi è riuscito grazie al sostegno determinate delle sinistre di governo e delle burocrazie sindacali, che per due anni hanno votato tutto ciò che il loro popolo aveva combattuto: in cambio di ministri, sottosegretariati, ruoli istutizionali; o di un posto a tavola della concertazione.