La commissione disciplinare del Csm assolve la Forleo

Vince la Forleo. Vince una battaglia importante e la vince al Csm che l’ha assolta. Il gip di Milano era accusata di aver violato i suoi doveri per i contenuti dell’ordinanza con la quale, nel luglio del 2007, chiese alle Camere l’autorizzazione all’uso di intercettazioni che riguardavano alcuni parlamentari nell’ambito della vicenda Unipol. “Ora spero che anche De Magistris abbia giustizia”, ha commentato la Forleo.

Assoluzione perché il fatto non costituisce illecito disciplinare. Così la sezione disciplinare del Csm , presieduta da Nicola Mancino, ha assolto il gip di Milano Clementina Forleo dalle accuse che le erano state mosse dalla Procura generale della Cassazione, riguardo l’uso delle intercettazioni, disposte nell’ambito delle inchieste sulle scalate bancarie, nelle quali comparivano anche alcuni parlamentari, tra cui gli esponenti del Pd Massimo D’Alema e Piero Fassino.

L’Espresso pubblica le intercettazioni telefoniche fra Berlusconi e Saccà

Nuove intercettazioni relative ai rapporti tra il premier Silvio Berlusconi, allora capo dell’opposizione, e l’ex direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, sono pubblicate sul settimanale Espresso in edicola venerdì e anticipate sul sito della testata. Risalgono al 2007 e fanno parte delle 9mila telefonate depositate nell’inchiesta napoletana per corruzione contro il Cavaliere e Saccà.

LO SCAMBIO – Secondo la Procura partenopea Saccà usa il suo ruolo per ricevere in cambio un aiuto per la sua futura attività privata («Agostino, ti contraccambierò quando sarai imprenditore»). Per Berlusconi il fine ultimo sarebbe quello di convincere un politico di sinistra a passare dalla sua parte: la cosiddetta «operazione libertaggio». Un’operazione che ha un ‘uomo chiave’: Giancarlo Innocenzi, ex sottosegretario alle Comunicazioni nel governo Berlusconi e prima ancora dirigente di Mediaset. Poi membro dell’Autorità garante delle Comunicazioni.

La blocca processi è incostituzonale, Csm all’attacco del governo

La norma che sospende i processi per reati puniti con meno di dieci anni di reclusione viola l’articolo 111 della Costituzione e cioè il principio della ragionevole durata. Lo sottolinea la bozza di parere che è stata presentata ieri alla sesta commissione del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno dei magistrati, dai relatori Livio Pepino e Fabio Roia.

Il testo parla esplicitamente di «mancato rispetto del principio della ragionevole durata dei processi», da cui «discenderanno crescenti richieste risarcitorie» in applicazione della legge Pinto. Ma i relatori avvertono anche che la norma «oltre a ledere in modo assai grave gli interessi e le aspettative delle parti offese, può violare anche diritti dell’imputato».

Nuovo attacco di Berlusconi ai giudici: Metastasi della nostra democrazia

 “La nuova stagione parlamentare porti avanti il percorso delle riforme di cui ha assoluto bisogno l’amministrazione della giustizia nel suo insieme”.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prima che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parlasse all’assemblea di Confesercenti, esprimeva la necessità di modifiche alla sistema giudiziaria e invitava tutti i soggetti dell’impegno da portare avanti a questo riguardo: ‘È un invito alla misura e all’equilibrio che in questo momento di tensione mi auguro non venga lasciato cadere da nessuna parte, nella consapevolezza del danno che porterebbe a ciascuno e a tutti il riaccendersi di una deleteria contrapposizione tra politica e giustizia’.
Ma solo qualche ora dopo, l’appello del presidente della Repubblica non trovava immediata sponda da parte del premier. Alla assemblea di Confesercenti Berlusconi avanza con un duro attacco alla magistratura.

Accuse di incostituzionalità dal CSM per la norma salva-premier

Non si placano le polemiche riguardo alla norma “salva-premier”, introdotta con un colpo di mano del governo come emendamento al “pacchetto sicurezza”. Dopo che ieri il presidente del Consiglio Silvo Berlusconi aveva lanciato uno scellerato attacco alla magistratura, definendo i giudici come “sovversivi”, oggi arriva l’accusa del Consiglio superiore della maguistratura: la norma è “anticostituzionale”

La norma sospendi-processi contenuta nel Dl sicurezza è “potenzialmente incompatibile con gli articoli 111 e 3 della Costituzione”, che sanciscono i principi di ragionevole durata del processo e di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Berlusconi a tutto campo risponde a Veltroni e associazione nazionale magistrati

Botta e risposta tra Berlusconi e Veltroni e tra il Cavaliere è l’associazione nazionale magistrati. Silvio Berlusconi annuncia infatti per la prossima settimana una conferenza stampa nella quale afferma che denuncerà “iniziative di pm e giudici che, infiltrandosi nel potere giudiziario, vogliono sovvertire la democrazia in Italia”. Questa è una cosa, dice il presidente del Consiglio, chiudendo la conferenza stampa alla fine del Consiglio europeo di Bruxelles, che “non permetterò”.

“Io nel 1994 ho visto sovvertire il voto popolare, non permetterò che succeda ora”. Ed ancora: “in alcun modo non permetterò che il voto popolare e la volontà degli italiani siano sovvertiti da chi infiltrandosi nella magistratura la usa per sovvertire la democrazia”. E’ questo il j’accuse di Silvio Berlusconi nei confronti della magistratura politicizzata e anche di quella magistratura che “non è riuscita a mettere nell’angolo” chi ha “sovvertito la democrazia”.

Intercettazioni, l’Anm frena: Sono indispensabili

Il giorno dopo l’annuncio del Presidente del consiglio Silvio Berlusconi sul prossimo varo da parte del governo di un divieto delle intercettazioni telefoniche, scende in campo l’ Associazione nazionale magistrati definendo lo strumento delle intercettazioni “indispensabile” nella lotta al crimine.
“Occorre prevedere una selezione del materiale necessario per il processo e l’eliminazione di quello che non serve”, ha detto Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm.
“Noi – ha spiegato – riteniamo che i fatti relativi alla vita privata degli indagati e delle persone estranee alle indagini, le cui conversazioni siano casualmente captate, non possano e non debbano essere divulgati o pubblicati”.

Veltroni: Sulle intercettazioni, provvedimenti gravi e sbagliati che impediscono le indagini

 Bandire l’uso delle intercettazioni. Dopo il reato di immigrazione clandestina, per il premier Silvio Berlusconi è questa la priorità per l’Italia. Guerra quindi a chi ne fa ricorso, una guerra che coincide anche con il carcere. Il nuovo presidente del Consiglio ha detto chiaramente durante il congresso dei giovani imprenditori, tenutosi a Santa Margherita Ligure, che la vera urgenza è bandire l’uso delle intercettazioni nelle indagini dei magistrati e punire duramente che le fa e chi le pubblica, per questo ha anche annunciato che nel prossimo Consiglio dei ministri sarà varato un provvedimento che vieterà in maniera assoluta l’uso delle intercettazioni telefoniche, tranne che per quelle indagini su mafia, camorra, ndrangheta e terrorismo. Resteranno fuori dunque i reati finanziari e altre cose. E non è finita qui, perché Berlusconi ha anche fatto sapere che sarà prevista una pena di cinque anni per chi le ordina, cinque per chi le esegue e cinque per chi le pubblica. In poche parole un’altra legge ad personam e un vero attacco alla libertà di stampa. Difatti ha anche avvisato che gli editori che le pubblicheranno saranno previste “penalizzazioni finanziarie importanti”.

Reato di clandestinità, il ministro Alfano replica all’Anm

Botta e risposta tra il ministro della Giustizia e l’Associazione nazionale magistrati, in merito al reato di immigrazione clandestina. Il ministro Alfano ha infatti replicato che questa tipologia di reato “è presente in numerose legislazioni occidentali e non ha prodotto guasti”. Alfano si è anche espresso sull’emendamento sulla prostituzione al pacchetto sicurezza, spiegando che “sul principio ci siamo, sulle modalità di applicazione le valuteremo”.

Il ministro della Giustizia ha partecipato alla riunione del Consiglio Giustizia e Affari Interni della Ue. Le domande rivolte dai giornalisti non potevano che riguardare il decreto Sicurezza correntemente all’esame del Parlamento. Secondo il ministro la norma che prevede il reato di immigrazione clandestina potrà essere una misura di deterrenza forte che disincentiva l’ingresso nel nostro paese di immigrati che abbiano la voglia di essere clandestini.

Magistrati contro il reato di clandestinità

L’ Associazione nazionale magistrati torna a bocciare l’ ipotesi della superprocura e di un giudice collegiale per le misure cautelari in materia di rifiuti in Campania. Ed esprime solidarietà ai magistrati napoletani.
“Siamo consapevoli che la gravità della situazione campana richieda uno sforzo congiunto e consapevole di tutte le istituzioni sul territorio e che sia necessario e urgente intervenire anche con strumenti eccezionali”, ma questi , ha ammonito il presidente Luca Palamara, devono essere “organici al sistema e rispettosi dei principi di legalità”.
Il leader del sindacato delle toghe ha quindi ribadito le “perplessità” sull’accentramento di competenze al procuratore di Napoli e al giudice collegiale su tutte le inchieste che riguardano la Campania: così si determina “la costituzione di un giudice straordinario non consentito dal nostro ordinamento”.
Quanto all’introduzione del reato di clandestinità, il presidente dell’Anm Luca Palamara ha sottolineato che si rischiano “gravissime disfunzioni per il sistema giudiziario e il sistema carcerario”.

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